Incontro con l’associazione Gefyra Onlus, ponte fra mondi e culture diverse - Mammeacrobate

gefyra onlus prevenzione disagio in età evolutivaCome forse saprete mammeacrobate.com e ilpaesedellemamme.com sono stati blog ambassador di un progetto sociale molto importante “Idee per le mamme” promosso da Dash-P&G per fornire un aiuto concreto alle mamme e ai papà diffondendo e sostenendo progetti realizzati in tutta Italia, spesso dagli stessi genitori per gli altri genitori, con l’obiettivo di migliorare la quotidianità delle famiglie. Grazie a questo progetto sono stati finanziati 30 progetti di altrettanti enti no profit italiani che ogni giorno erogano servizi di sostegno a maternità e genitorialità. Mariapaola, nostra amica/collaboratrice, ha fatto visita a una delle associazioni che hanno beneficiato di questo finanziamento, Gefyra Onlus, ecco il racconto di questo emozionante incontro.


Ballarò è un quartiere molto noto anche a chi non è di Palermo. Tutti lo conosciamo per il suo famoso mercato, ma io voglio raccontarvi qualcosa di diverso dalle variopinte e caratteristiche bancarelle.

A Ballarò convivono circa una ventina di etnie diverse. Non riuscirei a ricordarne nemmeno la metà seppure volessi, ma ricordo bene quel miscuglio di odori, suoni, musiche, lingue, tradizioni, nomi, sfumature che ti entrano dentro il cuore conoscendo chi vi abita. Conosco bene questo quartiere, perché ho collaborato con diverse associazioni che vi operano e sono state tutte esperienze indimenticabili, che mi hanno insegnato molto e fatto crescere come donna, mamma ed educatrice.

Quando Manuela di Mammeacrobate mi ha proposto di scrivere un post su Gefyra, ho accettato subito con entusiasmo. Gefyra è un centro di prevenzione del disagio in età evolutiva e psicoterapia, in cui collaborano operatori sociali, psicologi e psicoterapeuti. Perché questo nome? Perché “Gefyra” in greco significa “ponte” e questa onlus si propone proprio di congiungere culture, persone, tradizioni diverse in un’ottica di confronto e crescita, con la convinzione che la diversità arricchisca e non divida.

Grazie ai finanziamenti del progetto Dash “Idee per le mamme”, questa associazione ha portato avanti per circa due mesi il progetto “Storie e racconti di famiglia nel giardino” nella ludoteca interculturale di Ballarò “Il giardino di Madre Teresa”. Lo scopo del progetto? Offrire uno spazio di ascolto, confronto e condivisione per genitori e figli.

Dopo un primo incontro di presentazione, un pomeriggio è stato poi dedicato al gioco (dei bambini, ma anche inteso come momento di condivisione genitori/figli), uno alle storie familiari (interessantissimi il disegno della famiglia e dell’albero genealogico, per ricordare familiari spesso lontani e sconosciuti), uno alla salute del bambino (con l’intervento di un medico, che ha anche spiegato alcune norme basilari di igiene personale e degli ambienti), uno al rapporto genitori-figli (in cui si è chiesto ad adulti e bambini di disegnare le proprie sagome, per poi riflettere sulle differenze più o meno evidenti che venivano fuori), uno all’interculturalità e alla socializzazione (in cui i genitori hanno raccontato la storia dei propri Paesi di origine). L’ultimo appuntamento, poi, è stato una vera e propria festa, con danze, giochi e un prelibato menu etnico, di cui ancora tutti ricordano la squisitezza delle portate!

Una mamma si è disegnata con una corona, perché si sente una regina, a dispetto di ciò che pensano gli altri e di ciò che gli altri vedono in lei e questo mi ha davvero commossa. Un papà ha disegnato una casa e fuori un’automobile: è il suo sogno, non grandi ricchezze, non l’ultimo modello del cellulare appena uscito o un paio di scarpe firmate, ma una casa e un’auto. Ciò che per noi è scontato e riteniamo “normale” avere, per tanti è un sogno non sempre realizzabile. C’è dolore nei loro racconti, sofferenza, ma anche orgoglio per le proprie radici, per essere nati in luoghi così distanti fisicamente, ma così vicini nel cuore.

Il racconto di alcuni genitori che hanno aderito al progetto, degli operatori che l’hanno organizzato e le foto e i disegni realizzati mi hanno fatto toccare con mano l’entusiasmo e la partecipazione di tutti, seppure dopo un po’di perplessità e vergogna iniziale. Sì, perché legare con i bambini è facile, immediato, spontaneo. Quando entri in questa ludoteca, non puoi non innamorarti di ognuno dei circa sessanta piccolini che lo frequentano e che ti accolgono con abbracci, sorrisi e un affetto che ti spiazza ed emoziona. Conquistare la fiducia degli adulti e comunicare con loro, invece, non sempre è facile e non solo per la differenza di lingua, ma anche di mentalità e abitudini. Ecco, allora, che gioco e laboratori diventano strumenti educativi e comunicativi: che grande idea! Non solo i bambini, ma anche gli adulti possono essere avvicinati e aiutati a vincere le resistenze e le diffidenze attraverso il gioco.

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Momenti seri di ascolto e riflessione sulla genitorialità si sono alternati a momenti ludici. I genitori si sono divertiti, ma hanno anche avuto la possibilità di confrontarsi, informarsi, mettersi in gioco, essere ascoltati e riconosciuti come individui portatori di storie e degni di rispetto, al di là di numeri e statistiche. Sì, perché degli immigrati e degli “ultimi” si parla tanto, ma poco li si conosce davvero per ciò che ognuno di loro è realmente. Ognuno è una risorsa e può darci e insegnarci qualcosa (fosse anche la ricetta di un piatto magrebino!): ecco ciò che ho imparato da queste persone.

Purtroppo, però, i bisogni umani sono idealmente posizionati su una sorta di “piramide” (come sosteneva lo psicologo Maslow), una scala che ostacola il soddisfacimento dei bisogni posizionati sui gradini superiori, se prima non sono stati soddisfatti quelli alla base. Chi ha fame o sete, bisogno di protezione o sicurezza e non si sente amato, allora difficilmente riuscirà anche solo a sentire il bisogno di qualcosa di più.

Per alcune mamme con cui ho parlato, il progetto di Gefyra sembrava già lontanissimo, anche se sono passati solo pochi mesi, pochi mesi che sembravano anni a chi è stato subito risucchiato in una realtà difficile, fatta di lotte quotidiane per conquistarsi affetto, cibo, soldi… Io vivo lontana dalla mia famiglia e dalla mia città e un pochino capisco cosa provano, ma ho alle spalle una sicurezza che a loro manca. Non è facile essere soli in un posto dove non capisci la lingua e le abitudini, dove per tanti sei invisibile o considerato un fastidio, dove non sai di chi fidarti e non hai a chi lasciare i bambini se vuoi andare a lavorare. Per molti di questi genitori, purtroppo, la ludoteca è solo un “parcheggio” necessario, per poter uscire a cercare il modo di sopravvivere. I volontari e gli operatori che vi lavorano, invece, cercano di far capire loro che è molto di più: è un’occasione.

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La presidente dell’associazione (Maria Raia) è rimasta molto soddisfatta di come sono andati gli incontri e, nonostante, il loro esiguo numero, è convinta che abbiano dato luogo a significativi momenti di riflessione e confronto. Il progetto è stato come un seme gettato in questa terra e chissà che qualcosa non ne nasca.

Non so se quei papà e quelle mamme hanno più giocato con i loro bambini, se hanno più riso come a quel tavolo in cui tutti insieme si è mangiato, condividendo cibi, esperienze ed emozioni, ma so che è meraviglioso che ci siano iniziative come queste e che io per prima mi impegnerò affinché ce ne siano altre.

Lavorare con e per la comunità, fare rete attorno ai più deboli, perché sappiano che non sono soli: ecco il progetto di Gefyra, che dovrebbe essere il progetto di tutti noi.

Per maggiori informazioni sull’associazione, visitate il sito: www.gefyraonlus.altervista.org

 

di Mariapaola Ramaglia

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

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