Il vero problema di un bambino che non dorme? I genitori!

Sempre più spesso mi imbatto – con le amiche o sui social – in discussioni che hanno come oggetto l’orario in cui i nostri bimbi vanno a letto la sera.

Conosco tanti genitori per cui la sera rappresenta un incubo: bimbi ipereccitati, adulti sempre più nervosi e stanchi. Luci che si spengono intorno alla mezzanotte. Non scorderò mai la mia amica bretone che ha avuto il primo figlio ben 14 anni fa, all’età di 25 anni, e mentre noi spensierati studiavamo, lei era alle prese con allattamento e cose così. Allora ero davvero troppo lontana dall’idea di maternità per capire quanto il suo modo – che mi sembrava eccessivamente rigido – fosse per certi aspetti (solo per certi) simile al mio ideale.

Dico “ideale” perché non sono e non sarò mai una madre severa e in gamba come lei ma ammiro molto quel tipo di maternità un po’ “nordica” (e lo dicevo già da prima di venire a vivere in Inghilterra).

Esistono, dicevo, le case in cui il caos e lo stress si acutizzano in tarda serata e poi le case in cui i bambini vanno a dormire all’orario in cui i bambini dovrebbero andare a dormire e i genitori restano svegli, chiacchierano tra adulti, si guardano un film, leggono. Senza bambini.

Prima di questo momento, ovviamente, è bene cenare tutti insieme, raccontarsi, condividere, trascorrere insieme un tempo breve ma di sostanza. Ok cerco di sintetizzare, cosa che in genere mi risulta difficile.

Inquadriamo il vero problema: siete stanchi, questo è. Trascorrete la giornata in ufficio e invece di ritrovare bambini stanchi che vogliono andare a dormire, vi ritrovate esserini carichi come molle e pronti per una serata all’insegna di giochi, letture e coccole.
Bene, sappiate che ci sta. Sono bambini e in fondo hanno atteso tutto il giorno questo momento.

Il vostro inconscio, però, trasmette loro questo messaggio: “la mamma è tanto dispiaciuta per non aver trascorso con te la sua giornata ma adesso recuperiamo il tempo perso”.

Aggiungo, inoltre, che molti genitori pensano che i bambini siano in grado di “disattivare” le energie nel momento in cui chiediamo loro di farlo ma loro non funzionano così.
Faccio un esempio: se un bambino viene sottoposto a stimoli molto forti (videogames, TV, musica, ecc) non potete pensare che allo scoccare dell’ora x, vada a letto sereno e tranquillo senza protestare, perché avrà bisogno di smaltire gli stimoli ricevuti.
Detto questo, è semplice comprendere questi punti:

1) il bambino non deve adattarsi all’adulto ma il contrario. Ergo: se torno a casa tardi, il tempo non trascorso insieme lo si recupera nel weekend oppure facendo una bella colazione tutti insieme (cosa possibile se un bambino va a dormire presto, si sveglia riposato e quel tempo di poca qualità della tarda serata lo si recupera al mattino);

2) per un bambino, il sonno (almeno 10/12 ore nelle 24 ore) è un bisogno fisiologico essenziale al pari del bere o mangiare. Fareste saltare metodicamente il pranzo a vostro figlio di 4/5/6 anni perché “non avete tempo”? Non credo. Ecco allora siete sicuri che quel tempo trascorso insieme la sera, tra sonno e stanchezza, incida veramente e in maniera positiva sul benessere di un bimbo (e della famiglia) a scapito di una sana e lunga dormita?

Ok a questo punto del post dovreste aver capito qual è il vero problema di un bimbo che non vuole andare a dormire la sera: i genitori.

Tanti lamentano situazioni estremamente stressanti, tutti vorrebbero cambiare abitudini ma quasi nessuno riesce a inquadrare il vero senso del mandare i bambini a letto presto.
In poche parole: perché a loro e a voi fa bene più di qualsiasi senso di colpa.

Io ci ho messo qualche anno, due figli e un marito (che ora mi ringrazia) da convincere per capire l’importanza del sonno per i bambini ma soprattutto quella di saper dividere spazi e tempi di adulti e bambini: i primi hanno il diritto di andare a dormire all’orario desiderato ma soprattutto di non crollare stremati insieme ai figli; gli ultimi hanno la necessità fisiologica di dormire tanto e quindi, a rigor di logica, di concludere la giornata ben prima dei loro genitori.

Provate a fare questo esperimento: immaginate che quelle ore in più trascorse con loro a fine giornata siano le caramelle e che il metterli presto a nanna siano le verdure. Dopo qualche giorno di prova vi accorgete che i vostri figli mangiano più volentieri le verdure… che stanno meglio, che sono più sereni e che anche voi lo siete. Ecco: adesso cosa volete fare? Volete continuare a dar loro caramelle o verdure?

Se siete decisi, e per cambiare routine dovete esserlo, allora impostatene una nuova: bagno o doccia, cena e camera da letto (importante: a casa mia, dopo cena, non si accende la TV), luci soffuse, storia da leggere o da raccontare. Ci vuole un po’ di tempo ma dopo sarà automatico.

Quando la nuova routine sarà consolidata allora ci potranno essere, raramente, delle eccezioni: la visita di un amico, uno zio, un compleanno o qualcosa che, per una serata, cambi lo scenario.

Vedrete che sarà bellissimo non concludere la giornata sfiancati e stremati ma davanti ad un bel film e una tisana.
Provare per credere… in bocca al lupo!

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(Ri) studentessa a breve. Compagna di vita e di viaggio di Paolo. Mamma di Pietro e Matteo, piccoli, grandi esploratori. Il mio motto? "Paiono traversie e sono opportunità"

2 Comments

  1. Complimenti Francesca. Io non ho ancora figli e non so come sia capitata nel tuo articolo (che ho letto per intero). Di sicuro ho molte amiche bretoni e da loro ho osservato con stupore e ammirazione il loro comportamento con i bimbi e la separazione tra mondo adulto e infantile netto, a volte troppo per la nostra cultura, ma estremamente efficace e necessario!