Scatti di crescita: cosa sono e come riconoscerli? - Mammeacrobate

Momenti di passaggio nei quali il neonato cambia il suo approccio alla nutrizione: si tratta degli scatti di crescita, step che tutti i bambini affrontano ma che spesso spaventa le neo mamme che non sanno come comportarsi. Di solito si manifestano con una fame insaziabile e una voglia apparentemente infinita di stare attaccati al seno della mamma. Sveglie più frequenti, poppate lunghissime, nervosismo: sono tutti sintomi tipici degli scatti di crescita. Niente paura mamme, una volta individuato quel che accade possiamo stare tranquille. Ma scopriamo qualcosa in più sul tema.

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Quando avvengono gli scatti di crescita

L’allattamento esclusivo al seno non è sempre un percorso semplice: all’inizio infatti il bebè deve imparare a poppare nella maniera corretta, la mamma deve abituarsi ai nuovi ritmi, ad essere pressoché sempre a disposizione del suo piccolo. Quando finalmente sembra che le cose abbiano preso il loro corso e le poppate diventano quasi regolari, ecco che il bimbo diventa nervoso, piange e si calma solo quando la mamma lo attacca al seno. Non spaventatevi, può trattarsi infatti di uno scatto di crescita.

Gli scatti di crescita più comuni normalmente avvengono:

  • tra la 1ª e 3ª settimana
  • tra la 6ª e 8ª settimana
  • a 3 mesi
  • a 6 mesi
  • a 9 mesi

Allattamento e scatti di crescita

Il bebè è in grado naturalmente di regolare la quantità di latte materno di cui ha bisogno. Come? Aumentando o diminuendo la produzione di latte con più o meno poppate. Maggiore è infatti la stimolazione del seno, più questo genererà latte, per venire incontro alle necessità del piccolo. Se dunque il bimbo poppa tanto per alcuni giorni, non c’è da preoccuparsi: significa infatti che sta regolando da sé la produzione del latte della sua mamma. Quando il seno inizierà a produrre più latte, il neonato ritroverà i suoi ritmi. Meraviglioso, no?

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Scatti di crescita: cosa posso fare?

Come detto precedentemente, lo scatto di crescita è un meccanismo naturale e comune nei neonati, dunque non c’è da preoccuparsi. Sicuramente ci si può sentire più stanche e questo crea frustrazione e malessere, ma non dobbiamo pensare che il nostro bimbo abbia qualcosa di strano o noi stiamo perdendo il latte o altri falsi miti che girano spesso sull’allattamento. Anche se il bimbo vi sembra irrequieto non dategli altri liquidi, come tisane, succhi, acqua. Il latte materno contiene tutto ciò di cui hanno bisogno. Sicuramente da parte della mamma è necessaria una certa flessibilità e tranquillità nell’affrontare questi momenti in cui i ritmi che sembrava di aver appena acquisito vengono stravolti. Ma non sarà né la prima né l’ultima volta che questo accade nella vostra vita da mamme! I primi sei mesi di allattamento esclusivo a richiesta sono sì complessi per la mamma, ma altrettanto meravigliosi. Non spaventatevi o fatevi buttare giù dai momenti no, che sicuramente ci saranno. Il tempo vola e ben presto ritroverete dei ritmi più umani!

Scatti di crescita: e se non ho più latte?

I falsi miti sulla sparizione improvvisa del latte sono stati più volte sfatati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non preoccupatevi se il seno vi sembra meno gonfio che all’inizio o un po’ svuotato, non state perdendo il latte. Finché il piccolo poppa regolarmente non ci sarà pericolo. Se volete aumentare la produzione, basterà attaccarlo al seno più spesso oppure usare un tiralatte. Per capire se il bebè è allattato a sufficienza, oltre a fidarvi del vostro istinto di mamme, controllate i pannolini e la produzione di pipì e cacca. Un neonato che cresce normalmente necessita almeno 5 o 6 cambi al giorno e l’aumento di peso si aggira attorno ai 140 grammi a settimana. Ricordate sempre che abbiamo la fortuna di poterci appoggiare a Consultori e strutture sul territorio che potranno aiutarci nei momenti no e consigliarci sia nella fase di allattamento che poi nel delicato passaggio allo svezzamento.

 

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Innamorata della vita, dei viaggi, della buona cucina. Smanettona, amo i social e la condivisione, più offline che online: le lunghe tavolate, le domeniche in famiglia, la risate esagerate. Freelance per vocazione, lavoro sul web dal 2009, nel 2013 divento co-founder di PaperProject.it. Nel 2016 realizzo il mio più grande sogno: diventare la mamma di Giacomo.

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