Come avviare bene l’allattamento?

La premessa è che questo post non è stato scritto da una figura professionale, ma lo hanno scritto a più mani alcune mamme che hanno avuto esperienze differenti di allattamento e in comune il desiderio di confrontarsi con altre future mamme. Vogliamo condividere con voi queste storie di allattamento, proprio perché in un ambito così delicato i racconti di chi ci è passato possono aiutare a vivere la propria esperienza più serenamente.

Allattare al seno: naturale ma non sempre facile!

Allattare è la cosa più naturale del mondo, lo sappiamo bene, ma nessuno dice che sia la più facile.

Ci sono mamme e bimbi molto fortunati in grado di avviare allattamenti da manuale, altre mamme e altri bimbi che ci impiegano un po’ di più – per vari motivi – e che devono superare qualche difficoltà.

Come prima cosa è bene approfittare delle ultime settimane di gravidanza per informarsi su cosa sia l’allattamento, come ci si prepara al primo attacco, quando è il momento migliore per attaccare al seno il proprio figlio e quali posizioni è bene utilizzare per favorire un corretto attaccamento e sfavorire l’insorgere delle tanto temute ragadi. In questo potrebbe essere molto utile parlare con le ostetriche dei corsi pre parto o dell’ospedale nel quale partorirete oppure con una ostetrica privata o una consulente del latte.

Io con la mia prima figlia ero arrivata molto impreparata, senza alcun sostegno e poche e confuse informazioni (durante il corso preparto non fu nemmeno fatto cenno all’allattamento) e complici anche altri problemi di tipo fisico, l’allattamento fallì miseramente dopo pochi giorni. Con la mia seconda figlia le cose andarono un pochino meglio, i problemi avuti la prima volta ricomparvero ma grazie al sostegno di una ostetrica riuscii ad allattare qualche mese. A posteriori posso dire che fu meglio di niente, in quel momento l’ennesimo fallimento non fu facile da superare.

Allattamento al seno, non tutti sanno che…

Ci sono poi anche alcune cose che quasi mai le future mamme conoscono, ma che sono in realtà informazioni molto utili da sapere:

1) il colostro, il latte prodotto nei primi giorni dopo il parto, rappresenta la prima vaccinazione per il bambino, perché è ricco di anticorpi che lo proteggono da infezioni e allergie.

2) non esiste latte uguale a un altro. Il latte materno non solo varia da donna a donna a seconda di una serie di fattori quali il ciclo mestruale, l’età e la dieta della mamma, ma si trasforma nella sua composizione con il passare delle settimane e anche all’interno di una stessa poppata, prima più acquoso, per poi acquisire mano a mano una concentrazione più alta di grasso.

3) spesso ci preoccupiamo della quantità di latte assunta ma, più che a questo, dovremmo prestare attenzione alla frequenza. Lo stomaco di un neonato, infatti, è molto piccolo e cresce nel tempo, aumentando di conseguenza la richiesta: a 1 giorno ha le dimensioni di una ciliegia, a tre giorni quelle di una noce, a una settimana di una prugna, a un mese di un uovo. Meglio poco, ma più spesso.

4) un metodo utile per capire se l’allattamento sta procedendo bene è quello di controllare le feci del nostro bambino, che nelle prime settimane devono essere di un colore giallo-oro e liquide.

5) un altro modo per verificarne il corretto andamento è quello di contare i pannolini: se nelle prime settimane si aggirano tra i sei cambi per la pipì e i tre per la cacca, la situazione è nella norma

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Ma i primi giorni e le prime settimane di allattamento come sono davvero? Cosa succede alla neomamma? Come si riesce ad avviare un allattamento sereno e duraturo?

Alcune mamme ci hanno raccontato le loro storie, diverse ed emozionanti, e offerto qualche piccolo consiglio.

Dunque, sfatiamo il mito de “il magico momento dell’allattamento” o almeno non per il primo periodo!! I primi giorni sono i più difficili, soprattutto se hai una montata lattea da primato, passando da una terza ad un’ottava e se il tuo piccolino ancora non ha capito come ciucciare tutto quel latte causandoti ingorghi e seno duro come il marmo! Piano piano però ci riesce ed ecco che arrivano le ragadi. PARACAPEZZOLI santi subito! Con quelli, insieme alla lanolina, ho salvato il mio allattamento. (Daniela)

Ormai sono passati più di 8 anni dal mio primo allattamento. Non è stato facile per me diventare madre: dopo una gravidanza tutto sommato serena, ho avuto problemi durante il parto e mia figlia è stata ricoverata in terapia intensiva con problemi respiratori. Uno shock difficile da superare. A molte donne in questi frangenti la montata lattea non arriva o regredisce spontaneamente e perdono il latte… Io ci tenevo moltissimo ad allattare… già in ostetricia subito dopo il parto cominciai a tirarmi il latte, non potevo fare altro per la mia bambina, ricoverata in un’incubatrice dall’altra parte dell’ospedale, in cui andavo accompagnata dall’ambulanza. Lei è rimasta in terapia intensiva una settimana, durante la quale io mi sforzavo faticosamente di tirarmi il latte… poi sono tornata a casa aspettando che si liberasse un posto letto presso il reparto di patologia neonatale per poterle stare vicino. Le notti erano infinite e le trascorrevo attaccata al tiralatte per portare un po’ di me alla mia bambina… L’allattamento di Benedetta è proseguito un anno. Lei cresceva moltissimo  (9 chili a sei mesi di solo latte materno!) e a 8 mesi mangiava la pastasciutta… a un anno esatto mi ha fatto capire che la nostra bellissima esperienza era al termine… mi è dispiaciuto ma sono stata contenta che sia finita così, senza un allontanamento forzato. (Giulia)

Due figli (ma stessa mamma = stessi errori), due cesarei e stessi problemi. Ho iniziato con i paracapezzoli perché faceva proprio male. Il latte è arrivato ed era anche troppo. Mi hanno aiutato le ostetriche in ospedale, ma il vero aiuto è stato il tempo e il tiralatte. Ricordo la prima notte di montata: in ospedale, con la musica nelle orecchie e piano piano cercavo di toglierlo manualmente come mi avevano insegnato. In quella occasione ho imparato il primo mantra da mamma: “Poi passa e va meglio”(Daniela P.)

Quando ho partorito il primo figlio era lunedì sera. Io ho pochissimo seno e tutti mi guardavano in modo “compassionevole”; in più la montata lattea non è arrivata subito. Il giovedì mattina mi hanno mandato a casa. Io mi sentivo bene, ho iniziato a pulire e sistemare casa. Il bambino si attaccava ma piangeva. Il telefono suonava in continuazione per le congratulazioni. Le prime due notti a casa furono completamente insonni. Sabato mattina, dismesse le vesti da Wonder Woman, sono andata col piccolo a casa di mia mamma. Ho bevuto un sacco di acqua, mi sono addormentata sul divano di mia mamma. Non so cosa sia successo in quelle due ore, ero come svenuta. Mi sono svegliata con un gran dolore al seno. La montata. David da quel momento ha iniziato a crescere un chilo al mese e fino a 6 mesi, come le sue sorelle poi, ha preso solo il mio latte e niente altro. Né ciuccio (non l’hanno voluto nessuno dei tre), né tisane né acqua. Poi ho proseguito ad allattare oltre l’anno. Cosa direi ad una mamma? Riposa, riposa. Quando dorme il tuo bambino dormi anche tu. Mangia bene e bevi tanto. E se hai le tette piccole, non preoccuparti: io le avevo e le ho minuscole e ho allattato 3 figli. (Barbara)

Primo figlio, senza montata e colostro. Lui scendeva di peso, piangeva di continuo (e intendo proprio di continuo). Tre giorni in ospedale e dormivo MAI. Poi l’ostetrica ci fa un minicorso per l’allattamento e mi dice: “Stasera vedrai che dimessa, ti rassereni e la montata arriva.” Son le due, Nicolò piange ancora mentre aspettiamo che il papà ci venga a prendere. Io, credetemi, avrei sbattuto la testa al muro. Passa un’infermiera e mi dice: “Ti posso aiutare?” Prende Nico e gli da 10 mg di qualcosa, penso latte in polvere. Nicolò tace per la prima volta in tre giorni. Son arrivata a casa e mi son buttata a letto. Il papà si è preso cura di lui mentre io dormivo e dopo tre ore di sonno, il latte è arrivato!
1) Non sentitevi in colpa per la disperazione che vi coglie, succede a tutte anche se a voi sembrerà di essere l’unica che ha voglia di scappare.
2) Fatevi aiutare! Ci son papà, nonni, ostetriche, infermiere.
3) Trovate il ritmo giusto con il vostro riposo.
4) Se allattate o no, non arriva una medaglia. Ascoltate il bimbo e voi. (Paola)

Due figlie a distanza di tre anni, due caratteri diversi e due esperienze diverse riguardo all’allattamento. Con la prima, la più forte di carattere e statura, avevo paura di tutto e seguivo le regole degli altri più che il mio istinto: non allattavo in pubblico, prima di darle il latte la notte mi facevo un impacco per “fluidificare”, ma siccome è nata in novembre e “di notte i termosifoni si tengono spenti” ottenevo l’effetto contrario; senza contare l’ulteriore sonno che perdevo. Stavo sempre attenta al peso della bimba e a quanto cresceva e non ero mai soddisfatta, e invece la bimba dormiva beata dopo ogni poppata. Alla fine ho smesso di allattare a soli 3 mesi. Con la seconda mi sono detta : “Beh ora ho un po’ d’esperienza, non rifarò gli stessi errori.” Qualche cosa in effetti è migliorato. Ho cercato di pensare di più a quello che faceva bene a me e alla bambina, invece di tante regole, così allattavo anche fuori casa e nel lettone (cosa che mi ha consentito di riposarmi un po’ di più), ma non avevo fatto i conti che ogni bambino ha il proprio carattere, i propri tempi per mangiare e dormire e per crescere. E io invece facevo i confronti con la grande. Così anche in questa occasione mi sono fatta prendere dai sensi di colpa per il mio poco latte, per il mio poco seno, per la mia “incapacità” a gestire due figlie piccole insieme. Cosa consiglio alle neo mamme o future mamme ? Di pensare a cosa fa loro bene o cosa fa bene al bambino  e basta, senza ascoltare troppo i consigli esterni. Ogni mamma e ogni bambino hanno una propria storia e non esistono confronti. Prendetevi il vostro tempo e i vostri spazi per allattare, è un momento solo vostro e godetevelo finché potete. E soprattutto niente sensi di colpa! (Cecilia)

Jacopo, il nostro istinto e io ce la siamo cavata benino fin da subito, lui si attaccava al seno spesso e a lungo succhiando il latte che ha iniziato a uscire abbondante dopo una montata lattea arrivata a 24 ore dal parto. Le prime settimane abbiamo lottato con una crescita lenta e percentili non ideali a detta della pediatra, con Jacopo sempre un filino sotto la media per quanto riguardava il peso (lungo era lungo). Ho inizialmente rifiutato la famosa “aggiunta” e ho resistito: allattamento esclusivo al seno e a richiesta (anche ogni ora!!!). Poi quando Jacopo aveva 2 mesi sono dovuta tornare al lavoro e l’allattamento esclusivo e a richiesta è diventato sempre più faticoso, così ho ceduto alle pressioni della pediatra e ho deciso di integrare con il latte artificiale. Quando il piccolo aveva già dieci mesi ho conosciuto una squadra di ostetriche fantastiche: ora so che avevo ragione io e che al successo completo è mancato solo un po’ di quel supporto che solo le donne – se competenti è anche meglio – possono offrire alle donne. Il/la secondo/a pupo/a – se e quando arriverà – si godrà la tetta senza lo spettro dei percentili…salvo complicazioni che non posso prevedere e non voglio immaginare! (Eleonora)

La mia seconda figlia è nata macrosomica (era troppo grossa) è stata in culla termica 48h alimentata con latte artificiale,  io tiravo il latte ma non usciva nulla. Poi l’hanno “liberata” dalla culla termica e io l’ho subito attaccata al seno alla faccia di quelle che ti dicono che o li attacchi subito o il latte non ti viene. Ci abbiamo messo una settimana a trovare un buon regime,  ma poi è andata! (Viviana)

Ho allattato a richiesta fino a quando mia figlia ha compiuto 6 mesi ed il latte, ahimè, ha deciso di andar via. Difficile conciliare il tutto con la libera professione, ma con una buona tiralatte, sono riuscita a fare per un po’ “la centrale del latte” e l’avvocato. Sostituivo una poppata, al massimo due, con  il biberon. Esperienza stancante ma immensamente unica, profumata, calda e tenerissima. Confesso che mi manca da morire il rito della nanna serale con mia figlia abbandonata tra le mie braccia. La cosa più importante è seguire il proprio istinto e non lasciarsi influenzare dalle esperienze, soprattutto se negative, altrui. (Claudia)

Perciò TANTA TANTA PAZIENZA e mai perdersi d’animo perché si parte in piena salita ma poi tutto passa e arriverà il momento in cui diventerà anche piacevole allattare, sarà un momento intimo e tutto vostro in cui nessuno potrà entrare (Daniela M.)

Queste sono le voci di alcune mamme, molte altre ci hanno raccontato la loro esperienza e sicuramente anche quelle storie, intense ed emozionati, troveranno spazio qui su MammeAcrobate.com
Il consiglio principale, in fondo, è riassumibile in queste parole: segui il tuo istinto, chiedi aiuto e non farti schiacciare dai sensi di colpa.
Come vedi, chi più e chi meno, ci siamo passate tutte attraverso le difficoltà, la notizia positiva è che se ne esce!

 

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Author

Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com