Il grande salto: le medie - Mammeacrobate

Settembre andiamo, è tempo di migrare. I pastori di D’Annunzio a fine estate scendono verso il mare. Lasciano gli alpeggi per le pianure fertili della Puglia. Noi invece torniamo ai nostri affari. Finite le vacanze, terminato il tempo lungo e vagamente confuso dell’estate, riprendiamo i ritmi noti.

Ricompaiono i giorni della settimana, si ricomincia a sognare il weekend. Mamme e papà faticosamente riprendono i lavori, ma soprattutto riaprono i nidi, le materne, le scuole. Noi da lunedì siamo ripartiti. Quest’anno tutto è stato semplice: la piccola al secondo anno di asilo, il grande al secondo di materna. Nessun inserimento, per fortuna, l’anno scorso abbiamo avuto un settembre infernale per via degli orari ridotti richiesti per l’inserimento e conseguenti corse folli al lavoro, stanchezza devastante la sera, e isterismi di sorta.

La vera novità di quest’anno è che la sorellona andrà alle medie. Nuovi compagni, nuova scuola, professori anziché maestre, il dare del lei al posto del tu. Due lingue straniere, tante nuove materie e molti più compiti a casa. La ragazza sembra pronta, anzi per tutta l’estate non ha fatto altro che vagheggiare l’inizio della nuova scuola. “Chissà come saranno i nuovi compagni, e i nuovi professori…” E io e il papà a dirle: non correre avanti, goditi le vacanze, vivi il presente, che fai a tempo a stufarti in fretta della scuola. Ma lei, come è giusto a quell’età, attratta e un po’ impaurita dalla novità, non poteva fare a meno di viaggiare con la mente nel futuro.

Mi piace fissare questo momento nel blog mammamatrigna. Infatti quando ci siamo conosciute aveva l’età del mio grande ora (4 anni e mezzo). Ricordo i suoi capricci, il suo modo buffo di mangiare i cheerios davanti ai cartoni, una ciambellina alla volta, le sue ritrosie ad addormentarsi da sola (“tienimi la manina”).

Ricordo la sua passione per il rosa, le bambole e le Winx, e poi la virata verso colori meno da femminuccia come il verde e il blu, (oggi persino il nero!), la passione passeggera per Ben Ten e i giochi da maschio tipo calcio e rugby.

Ricordo le sue paure i primi anni di scuola elementare, quando si addormentava in classe e soffriva di essere la più piccola di età e di statura.

Ricordo le prime vacanze, quando io ancora non avevo bambini, e tra un’incertezza e una paura cercavo di inventarmi un ruolo di pseudo mamma.

Ricordo la sua curiosità e le mille domande quando allattavo il grande, il suo primo fratello e il suo improvviso, meraviglioso e sempre crescente amore per i libri.

Con l’ingresso alla scuola media tutto questo mondo sarà alle spalle. L’età “bambina” è agli sgoccioli, la linea d’ombra dell’adolescenza (o pubertà) a un soffio. Un passaggio unico, prezioso e fragile, da godere in pieno.

Io, in veste di mammamatrigna, sono lieta di essere spettatrice.

photo credit: katieheartsphotography via photopin cc

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

4 Comments

  1. Brava mammastra, sono sempre racconti toccanti. E io penso a quando la pseudo figlia sarà cresciuta e donna e si rileggerà i racconti di Mammamatrigna… 🙂

    • grazie paolo, ottimo suggerimento! se proprio mammastra fosse la soluzione linguistica all’inquietante matrigna? buffa parola, matrigna. evoca terrore negli occhi di tutti, grandi e piccoli, maschi e femmine. chissà, forse perché dentro di noi ci sono entrambe, un po la mamma e un po la matrigna

  2. mariacristina

    che meravigliosa tenerezza…….sto vivendo questo momento, con la mia prima nipotina….(nipote): ricordo ancora la prima volta che l’ho vista, le risate quando tornavo a milano da roma per stare un pò con lei, le prime visite insieme alle mostre e in bici per milano, con un cuscino sotto le chiappe …… essendo io giovane donna e non mamma, per cui sprovvista di seggiolino omologato, la mia casa da single con le sue domande semplicemente spiazzanti: “perche zia titti vivi da sola?”. l’ho incontrata due settimane fa, mentre da sola con le sue amiche camminava per andare a scuola. con le sue zampe lunghe e i fianchi piatti. ho pianto. ho pianto lacrime di gioia, con la gola e i denti stretti, in un morso di dolce solidarietà! evviva le medie!!

    • chissà quando le nostre bimbette diventeranno donne…altro che lacrime. ci verrà il crepacuore…per ora godiamocele sciocchine e urlanti come solo duenni e treenni sanno essere