Come cambiano i bambini a 4 anni?

Mia figlia ha compiuto da poco 4 anni, perciò, in questo post approfitto per chiedermi: quali cambiamenti l’aspettano (e mi aspettano)? Ovviamente, ogni bambino ha i propri tempi e ritmi di crescita e sviluppo, ma proviamo a fare qualche considerazione generale.

Com’è un quattrenne?

Dopo un anno di scuola dell’infanzia, è sempre più autonomo. Ormai, sembra di avere a che fare con piccoli uomini e piccole donne, che hanno delle proprie idee e le difendono con grande determinazione e convinzione!

Cosa vuole sapere un bambino di 4 anni?

Tutto! È ansioso di scoprire e capire il mondo e se stesso. Ci chiede e si chiede mille “perché?”! È interessato a cosa rende diversi maschi e femmine, a dov’era prima di nascere, a come è stato concepito, a cos’è la morte, al perché ci sono genitori che decidono di separarsi. Inizia quella che lo psicologo Piaget chiamava “fase del pensiero intuitivo”, perciò riesce a spiegare ciò che vede.

Qual è il centro del suo mondo?

Ancora la casa, ma – anche grazie alla scuola – si prepara a terminare la fase di attaccamento più intenso con la famiglia.

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Quanto conta il rapporto con la figura di riferimento principale (di solito, la madre)?

Tantissimo. Una base solida con lei, gli permetterà di affrontare con sicurezza il mondo da solo.

Come comunica un quattrenne?

Il linguaggio è sempre più sviluppato e caratterizzato da un vocabolario sempre più ricco. Non riuscendo ancora, però, a riconoscere, verbalizzare e gestire tutte le proprie emozioni, potrebbe ancora fare capricci o passare velocemente dalla tranquillità alla rabbia, soprattutto quando non riesce a fare qualcosa e ciò lo frustra.

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Come gioca un bimbo di 4 anni?

Oscillando tra verità e fantasia, si prepara alla vita ed esprime emozioni e sentimenti, anche attraverso il gioco del “far finta di…”. Potrebbe avere un amico immaginario e, anche nel disegno, si lascia ancora guidare dall’immaginazione. Non c’è nulla di strano, perciò non proviamo a riportarlo necessariamente alla realtà.
Piano piano, inizia ad abbandonare il gioco parallelo e ad interagire e collaborare coi coetanei, comprendendo i concetti di “turno” e regole sociali. Ha anche bisogno di stare solo e giocare da solo, però.

Quali sono i progressi fisici e motori?

Sa andare sul monopattino e sul triciclo ed è più coordinato nei movimenti. Riesce, perciò, a saltare e arrampicarsi, ma anche a tagliare con le forbici e a disegnare e colorare in modo più preciso.

Come possiamo interagire con lui?

  • lasciamoci aiutare (anche nelle faccende quotidiane) e diamogli fiducia, perché ciò aumenterà la sua autostima. I bambini amano sentirsi grandi imitandoci.
  • non facciamoci trovare impreparati e non imbarazziamoci, né spaventiamoci, davanti alle sue mille domande. Attenzione a non creare tabù legati ad argomenti scomodi o difficili (sesso, morte, separazione dei genitori ecc.). Io dico sempre che un bambino ha diritto ad avere risposte, anche perché, altrimenti, le risposte se le darà da solo, col rischio di inventarsene di molto lontane dalla realtà!
  • mostriamogli una guida sicura entro cui muoversi, delimitando il suo agire con pochi ma fermi “no”.

Cosa dobbiamo insegnargli?

  • teniamo presente che, per imparare, non è necessario studiare in modo tradizionale. Si può imparare a leggere e contare anche seguendo una ricetta in cucina o facendo la spesa al supermercato. Imparare il calendario o l’orologio può anche essere legato a lavoretti divertenti da fare insieme. Esistono poi libretti, filastrocche e canzoncine (anche in inglese) adatte ad ogni occasione di apprendimento. L’importante è divertirsi insieme, stimolare e assecondare la sua curiosità e i suoi interessi e fargli capire che imparare non è affatto noioso!
  • facciamogli capire che lo amiamo incondizionatamente. Il nostro bambino deve essere certo che noi per lui ci siamo e ci saremo sempre, anche se sbaglia a fare qualcosa, anche se lo sgridiamo, anche se non gli compriamo tutti i giochi che vorrebbe, anche se non possiamo sempre giocare perché dobbiamo lavorare, anche se abbiamo deciso di separarci o cambiare casa o scuola o dargli un fratellino.
  • insegniamogli a non fidarsi subito di tutti, ma a fidarsi di noi e, soprattutto, di se stesso. Facciamogli capire che – anche se qualcosa non riesce subito – non bisogna arrendersi, ma fare un bel respiro e riprovare.
  • facciamo in modo che impari a rispettare gli altri e  se stesso, senza dover per forza allineare il suo comportamento e le sue idee agli altri.
  • aiutiamolo ad aiutarsi e fare da solo. Non trattiamolo da bambino piccolo, perché per lui sarebbe un’offesa! Aiutiamolo a diventare indipendente: è una delle più grandi e difficili dimostrazioni d’amore!

Vi riconoscete? Quali altri cambiamenti avete notato nei vostri bambini?

Letture consigliate:
Osborne Elsie L., Mio figlio ha 4 anni, Armando Editore, 1989
Maroni Lesley, Cosa sapere su tuo figlio di 4-5 anni, Edizioni Erickson, 2009

Immagine Copertina Diritto d’autore: nastia / 123RF Archivio Fotografico
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Articolo pubblicato a Dicembre 2014 / Aggiornato a Marzo 2019

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.