L’amico immaginario dei bambini - Mammeacrobate

L’AMICO IMMAGINARIO – I bambini, quando giocano, chiacchierano molto da soli o anche immaginando dialoghi con bambole o peluches. Se li ascoltiamo attentamente, però, potremmo scoprire che, in realtà, stanno parlando con un vero e proprio “amico immaginario”…

Chi è e perché è tanto speciale questo amico? Cerchiamo di capirlo insieme.

Chi è l’amico immaginario?

Può essere un personaggio visto in tv o conosciuto tra le pagine di un libro, può essere ispirato a qualcuno che esiste davvero o essere nato esclusivamente dalla fantasia del bambino.

Perché il bambino lo “crea”? È “normale” o dobbiamo preoccuparci?

Non sempre i più piccoli riescono a comprendere la realtà che li circonda, non sempre hanno gli strumenti per affrontarla e gestirla, spesso la subiscono impotenti e, a volte, si sentono addirittura travolti da eventi e decisioni molto più grandi di loro. Sentirsi rassicurati dalla presenza di qualcuno su cui hanno pieno controllo, che è sempre dalla loro parte, che li capisce ed è disponibile a giocare in ogni momento, ma anche ad ascoltare sfoghi e sogni, perciò, li fa sentire più forti e meno soli.

Questo amico virtuale potrebbe comparire in occasione di un evento particolare (un trauma o un cambiamento) o anche senza un motivo specifico (magari anche solo per sconfiggere la noia o la solitudine).

Verso i  3 anni, periodo in cui fantasia e realtà sono ancora strettamente intrecciate, il bambino potrebbe non rendersi subito conto che il suo compagno di giochi, avventure e sventure non esiste davvero. Crescendo, però, potrebbe iniziare a tenere nascosta questa amicizia, rendendosi conto che non tutti possono vederlo. Generalmente, la presenza di questo amico speciale, sebbene non sia sempre un semplice gioco, non interferisce con una normale socializzazione ed è solo una compagnia oppure qualcuno su cui eventualmente scaricare colpe, emozioni negative e “cattive”, ma anche paure e desideri.

Tanto per rassicurare i genitori – soprattutto quelli dei figli unici come me! – vorrei precisare che l’amico immaginario non nasce da una mancanza o da un sentimento di solitudine, né tanto meno indica carenza di affetto o attenzioni. La maggior parte dei bambini tra i 3 e gli 8 anni ne ha uno, anche se non sempre noi adulti ce ne accorgiamo.

Quest’amico, dunque, è una presenza non preoccupante e, anzi, indica sensibilità e creatività e la capacità di risolvere in modo originale i problemi e le situazioni difficili. Non allarmiamoci, dunque, tranne se non notiamo un persistente desiderio di rifugiarsi in mondo fantastico o un particolare disagio.

Come dobbiamo comportarci?

Ascoltiamo sempre con attenzione le conversazioni che nostro figlio ha con il suo “amico”, perché potrebbero emergere stati d’animo ed emozioni che non riesce ad esprimere, ma che potrebbe tirare fuori attribuendole al suo alter ego. Anche se ci sentiamo imbarazzati da questa presenza irreale, non ridicolizziamola (il gioco per i bambini è una cosa seria!) e non sottolineiamo la sua non esistenza, senza però neppure avallarla esageratamente (i bambini sono consapevoli che noi grandi non sempre riusciamo ad entrare nel loro mondo).

Crescere è un processo difficile e ricco di ostacoli, perciò, è comprensibile e anche abbastanza naturale che sia di aiuto per il bambino avere un alleato. Non preoccupiamoci, dunque, perché questo amico così particolare sparirà spontaneamente, quando il bambino si sentirà pronto ad affrontare il mondo da solo.

 

Per approfondire:
Oliverio Ferraris Anna, “Non solo amore”, Giunti Editore, 2010
Trost Giorgio, “Lo sviluppo psicologico del bambino dai due ai sei anni”, Armando Editore, 2005
Vegetti Finzi Silvia, “A piccoli passi”, Edizioni Mondadori, 2013
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Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.