Come far imparare l'inglese ai bambini?

Ogni bambino è un mondo a sé e non esistono modelli di sviluppo unici e validi per tutti.

Per lo sviluppo del linguaggio, ad esempio, non ci sono tappe prefissate. Ognuno di noi segue il proprio percorso, seguendo quelli che sono i propri tempi. Questo vale per la lingua madre, ma anche per l’apprendimento di una lingua straniera.

Molto importanti sono gli stimoli che vengono offerti ai bambini, che hanno la grande capacità di assimilare e imparare più facilmente nei primi anni della loro vita.

Per questo motivo, avvicinarli sin da piccoli ai suoni di una lingua “altra”, ad esempio l’inglese, rappresenta una buona occasione per aprirli verso nuovi mondi e sollecitare il loro sistema linguistico.

Detto questo come farlo?

Come far imparare l’inglese ai bambini?

Sono tanti i modi  che abbiamo a disposizioni e il gioco resta sempre un ottimo mezzo per apprendere.

In fase prescolare la nostra parola d’ordine sarà “divertimento”, ricordandoci sempre che stiamo parlando di bambini, per i quali bisogna prevedere attività piacevoli e coinvolgenti senza eccessive pretese!

Ma vediamo insieme qualche modalità da utilizzare:

  • con la musica: canzoni e melodie sono un ottimo modo per abituare il bambino a suoni diversi.  All’interno della sezione Learn English Kids del sito del British Council, potrete trovare molte canzoni e filastrocche divertenti da cantare tutti insieme, oltre a giochi e storie tutte in lingua;

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  • attraverso la TV e i cartoni animati, che restano una delle forme di intrattenimento preferite dai bambini, tra cui #disneyenglishIT, un nuovo e innovativo programma nato da una partnership tra Sky e Disney per avvicinare i bambini tra i 4 e gli 8 anni all’ inglese, attraverso il gioco e i loro personaggi Disney  del cuore.
    Ogni episodio  è dedicato a particolare tema – numeri, colori, stagioni, arte, festività, hobby – che, ruotando intorno a parole e frasi chiave, sfruttano l’associazione tra suoni e immagini, per facilitarne la memorizzazione;

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  • con le tante app interattive disponibili per i device tecnologici che tanto piacciono ai nostri bambini, nativi digitali che imparano a maneggiare smartphone e tablet con una dimestichezza che a volte ci lascia davvero senza parole. Quali ad esempio? Phone for Kids, che, con oltre 30 giochi educativi aiuta i bambini a esplorare il mondo dei numeri, delle lettere, dei colori, degli animali e molto altro. O ancora, per i bimbi più grandi, Pili Pop, un’app dotata di un sistema di riconoscimento vocale modulato sulle voci dei più piccoli. Tema dell’app è la scoperta del pianeta Terra da parte dei Pili Pops, simpatici alieni che attraverso decine di giochi motiveranno i bambini a parlare in inglese ad alta voce;

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  • mediante laboratori ad hoc, tenuti interamente in inglese che, attraverso “il fare” e la manualità stimoleranno i bambini ad approcciarsi alla lingua, come quelli organizzati a Milano da Tomoro e Kids&Us. Golosissimi laboratori di cucina con tante ricette facili e divertenti per bambini da 3 a 10 anni. Prossimi appuntamenti il 15 novembre e il 13 dicembre per delle creazioni davvero speciali…e istruttive!

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Andando avanti con gli anni, si potrà poi decidere di iscrivere i nostri figli a corsi più strutturati, scegliendoli tra quelli proposti dalle tantissime scuole di lingua ormai presenti in ogni città.

A patto però di andare con calma…

 

 

 

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

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