Tutti a tavola! Perché è importante il pasto in famiglia?

La vostra famiglia si siede a tavola insieme almeno una volta al giorno?

Purtroppo, nel mondo frenetico di oggi, spesso mangiare è una cosa che ognuno fa per conto suo, soprattutto se in casa ci sono figli adolescenti. Eppure, oltre a soddisfare una necessità fisica, mangiare insieme come famiglia può soddisfare bisogni ancora più importanti, come il bisogno di un dialogo aperto e di un legame familiare solido.

Molto importante è l’atmosfera che si crea intorno al momento del pasto insieme.  Essere tutti fisicamente seduti a uno stesso tavolo ma ognuno impegnato con SMS da scrivere al cellulare, con una partita del videogioco da terminare, col telegiornale da ascoltare e la posta elettronica da consultare sul tablet, certo non vuol dire cenare in famiglia.

Questa fotografia, può sembrare un’esagerazione ma purtroppo è quello che spesso succede in molte case italiane.

Ma non preoccupatevi, con un piccolo sforzo da parte di tutti, potete facilmente organizzarvi per mangiare insieme come famiglia almeno una volta al giorno. Potete farlo anche se siete un genitore solo. Le ricompense supereranno di gran lunga qualsiasi sacrificio voi e i membri della vostra famiglia dovrete fare.

Le nuove indicazioni dei pediatri partono da un punto fondamentale: i primi tre anni di vita sono essenziali per la crescita, i bambini devono stare a tavola con gli adulti, per imparare che il pasto è un momento piacevole e importante della loro giornata.

Da 1 a 3 anni

Il pasto è anche un momento di apprendimento, perché sia piacevole e proficuo si può puntare sulla curiosità innata dei bambini; i piccoli possono assaggiare direttamente quello che vedono nel piatto di mamma e papà. La frutta e la verdura devono essere portate in tavola ogni giorno! Pranzare insieme significa crescere bambini più sereni. L’atto di cenare insieme che si perpetua, come un rito, giorno dopo giorno contribuisce a creare una sensazione di sicurezza nei bambini, che sentono di poter godere del calore e della protezione di un focolare domestico.

Da 3 a 5 anni

Non permettete ai figli di accedere direttamente e autonomamente al cibo. Se il bambino deve chiedere, il controllo da parte dei genitori diventa maggiore. Si può coinvolgere i bimbi nella preparazione dei cibi: basta anche solo un giorno alla settimana. Mangiare abitualmente a casa permette di creare un rituale piacevole e nutrizionalmente corretto. I bambini imparano a mangiare alimenti nuovi e, seguendo anche l’esempio dei genitori, mostrano una maggiore propensione a voler provare nuovi sapori. Quindi potrebbero imparare spontaneamente e senza forzature a mangiare le verdure ed altre pietanze che normalmente non mangiano. Preparare insieme la cena oppure coinvolgere i bambini nell’apparecchiare la tavola, distribuendo i ruoli per ciascun componente della famiglia, insegna ai bambini ad assumersi la responsabilità, li fa sentire parte di una squadra e li abitua allo spirito di collaborazione in famiglia.

Da 6 anni

Anche se i pasti fuori casa non possono essere controllati, si possono ugualmente stabilire delle regole su ciò che si mangia a casa e fuori. Bisogna puntare sui cibi e le merende più naturali e variare molto l’offerta.

Cenare in famiglia favorisce il dialogo su temi importanti come la sessualità, i sentimenti, i disagi emotivi ed è più semplice, da parte dei genitori, accorgersi tempestivamente dei disturbi dell’alimentazione.

La dieta dei ragazzini che hanno l’abitudine di cenare insieme ai genitori è più ricca di verdure e frutta rispetto a quella dei coetanei che mangiano da soli e ancora peggio da soli e davanti alla TV. Inoltre cenare insieme alla famiglia ha un effetto davvero rilevante sullo stress causato dal lavoro e riduce la tensione e le pressioni anche dei genitori.

In più i genitori possono controllare meglio quanto delle porzioni date viene poi effettivamente mangiato dai figli e di conseguenza possono meglio gestire l’alimentazione dei figli e prevenire eccesso di peso o come spesso succede nelle adolescenti una perdita di peso troppo veloce e non necessaria. Uno studio condotto ha mostrato che mangiare in famiglia almeno cinque volte alla settimana riduce il rischio che gli adolescenti approccino al fumo, all’alcol e alle droghe.

Anche l’atteggiamento di mamma e papà fa la differenza. Sono, infatti, necessari tempo e pazienza per sostituire un’abitudine ad un’altra più salutare. Bisogna partire con il piede giusto!

L’obiettivo è raggiungere uno stile di vita sano per tutta la famiglia, non modificare l’aspetto esteriore del bambino, o arrivare ad un determinato peso sulla bilancia! Ogni componente della famiglia deve fare un piccolo sforzo: il bambino deve mangiare la frutta, l’adulto dedica mezz’ora della sua giornata per una camminata. I pasti nei fast food vanno limitati ad una volta al mese, e le gite all’aperto vanno incentivate..

Certe regole valgono anche per i grandi:

  • non mangiare davanti alla televisione, perché si mangia in modo meccanico senza gustare i diversi sapori e si finisce per abbuffarsi senza accorgersene
  • sì ai dolci una volta a settimana, se il patto non va rispettato è meglio non comprarne più
  • mai saltare la colazione
  • non esagerare con la carne
  • niente bibite durante i pasti, solo acqua;
  • no agli eccessi e sì alle porzioni limitate.

Ricordate poi che gli errori più comuni riguardano la prima colazione, spesso inadeguata perché il bambino arriva a metà mattina con una fame poderosa, che cerca di placare con spuntini ipercalorici, e coi pasti principali, nei quali spesso c’è un consumo eccessivo di proteine animali, grassi saturi e sodio, ma una carenza di carboidrati complessi (amidi), fibre e alcuni nutrienti preziosi (calcio, ferro, zinco e acido folico). Il pranzo è spesso veloce ed incompleto, mentre la cena che dovrebbe essere il pasto “migliore” della giornata è spesso ipercalorica, ma povera di frutta e verdura e nutrizionalmente non equilibrata.

photo credit: LouisDavid via photopin cc

 

Author

Roberta Cattaneo, mamma di Giacomo e Matilde. Professione: DIETISTA. Possiamo imparare molto dai nostri figli, ed è per questo tra i vari settori che la mia professione abbraccia ho un debole per l'educazione alimentare dei più piccoli: quella giocosa dei laboratori del gusto, quella divertente delle storielle e indovinelli, quella gustosa dei mille assaggi.

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