La solitudine delle madri - Mammeacrobate

copertina libro La solitudine delle madriLa Solitudine delle Madri, TRINCHERO MARILDE
Edito da MA.GI (collana Parole d’altro genere)

Io vivo accompagnata da borse, sempre troppo piene di carta: documenti, agende, taccuini, scontrini, foglietti, ancora e ancora foglietti pieni di appunti, e libri. Scrivere e leggere sono le cose che mi fanno compagnia, nei miei viaggi per Milano sui mezzi pubblici, o nelle pause pranzo e a volte, giuro, anche in ascensore: pochi minuti, secondi, di quiete, prima di essere a casa! Ci sono libri che rimangono con me pochi giorni, il tempo di leggerli d’un fiato, ed altri… mesi!
Questo è stato il caso de “La solitudine delle madri”
E’ rimasto con me a lungo, l’ho sfogliato, riletto, sottolineato, ne ho copiato dei passi, l’ho sporcato con un cioccolatino che si è schiacciato nella borsa: non è stato solo di compagnia, è stato un altro tassello (insieme alla rete, ad alcune amiche, e a volte, a mio marito) per la mia dose di “conforto” quotidiano.
Conforto per cosa? Per una certa sensazione, insistente, che si è fatta spazio tante volte nella mia testa e che, ora so, si fa spazio nella testa di tante donne/mamme: il senso di colpa.
Senso di colpa per le troppe ore passate fuori casa, per aver allungato il momento della doccia di qualche minuto non necessario pur di stare un po’ sola, per aver prenotato il parrucchiere il sabato mattina, per quel saluto frettoloso davanti all’armadietto del nido, per non aver risposto con prontezza e con un bel sorrisone alla domanda “allora, non è meraviglioso avere un bambino?”

L’autrice, Marilde Trinchero, sconfessa questo aspetto della maternità, insieme ad altri che di solito vengono bellamente taciuti dai manuali, nei corsi preparto, dai parenti, e anche dalle stesse mamme che ancora si vergognano di non rispondere perfettamente a quel mito della “mamma felice, sempre”.

“Passano le settimane, i mesi. In alcuni casi la donna ha una bella rete di protezione familiare intorno. Un lavoro che la può attendere senza troppe pressioni, e lei può decidere con serenità se rientrare o prolungare l’assenza fino a che un asilo nido o una nonna o una tata la possano egregiamente sostituire. Il compagno non solo la sostiene nelle sue decisioni, ma ha già anche ordinato l’ultimo modello di macchina station wagon (quella su cui sale anche il cane che non perde un pelo) che pagherà in contanti. Lei ogni tanto lascia volentieri il bambino a qualcuno che se ne occupa altrettanto volentieri ed esce con le amiche: un abito nuovo, un film, una mostra, una passeggiata nel verde.
Fantascienza”

Author

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2 Comments

  1. “La solitudine delle madri”…titolo perfetto, che da solo esprime tutto.
    Sole col nostro senso di colpa e la nostra paura…di non amarli abbastanza, di non saperli amare come dovremmo, di non essere all’altezza…
    E per le mamme come me, che con l’arrivo del primo bimbo anno detto addio ad un lavoro che sempre piu’ sembra essere un privilegio e non un diritto e che con l’arrivo del secondo hanno rinunciato del tutto a cercarlo la solitudine a volte e’ stata davvero un buco nero…
    nonostante sia tra le donne fortunate che possono contare su una rete famigliare meravigliosa.
    Lo leggero’ appena riesco, poi magari ne parliamo.
    Ciao
    Sara

  2. Grazie di queste belle parole. Mi piace quando il libro viene letto, vissuto, stropicciato, sottilineato. Mi pare che prenda vita.
    E complimenti per il portale, tornerò a trovarvi!