Mamma ad alto contatto: come superare il distacco - Mammeacrobate

Con Olivia è stato tutto diverso.  E’ così scontato? Io pensavo di no, pensavo di essere una mamma già rodata. Ma con ogni figlio è diverso, sei diversa tu, sono diversi loro, piccoli ma con il loro carattere unico. E’ stato diverso.
Prenderla in braccio e non staccarmela più dal petto, per ore, per giorni.
Allattarla e non preoccuparmi di orari, peso, opinioni.
Allattarla per ore. Per giorni.
Io ero diversa. Con mio stupore ero più forte, più tranquilla, ma totalmente invaghita di quella piccola ranocchietta di due chili e poco più.
Io e Olivia non ci siamo staccate per settimane intere. Non aveva orari, nessuno poteva tenerla al posto mio. Qualche cambio notturno con il papà, ma lei stava bene solo attaccata al mio seno, appiccicata a me.
Non è stato poi così faticoso: eppure la mia vita era (è) estremamente più complicata.
Non avevo la maternità, dovevo lavorare, c’era il più grande da seguire. Il mio tempo con Olivia non era esclusivo mentre andavo alle riunioni, rispondevo al telefono, portavo mio figlio a scuola. Lei era sempre lì con me. Siamo state a lungo una cosa sola.

Il distacco è stato difficile, non “tenerla attaccata”, quello è stato naturale, ho dovuto solo assecondarla.
Ma quando l’ho dovuta lasciare, ecco, lì mi sono sentita persa e spaventata.
Come potevo lasciarla? Cosa avrebbe fatto senza di me?
Non ero in un delirio di onnipotenza,  ma, lo so che le mamme possono capirlo, in quei momenti sei indispensabile. Non è il latte, che tutti possono dare, sono le tue braccia, il tuo odore.

In realtà per chi poi doveva prendersi cura di Olivia in mia assenza il problema più grande sembrava il latte (quasi fosse una colpa il fatto che in casa fossi l’unica produttrice di latte materno!):  così ho risolto il loro problema, tenendo sensi di colpa e paturnie solo per me, tirandomelo.ostetriche-uso-tiralatte-distaccoPensavo che tirare il latte fosse un’esperienza complessa invece è stata la cosa più semplice di tutta la mia trasferta!
Mentre allattavo Olivia da una parte dall’altra tiravo il latte e riempivo scorte di biberon, piccole dosi di autonomia mia e della piccolina.

Con il senno di poi, se avessi avuto qualcuno che me l’avesse consigliato prima, mi sarei tirata il latte anche all’inizio: non per me, che ho vissuto quella fase di alto contatto come un momento bellissimo, ma più che altro per fornire uno strumento di sicurezza in più al papà, che in quei primi giorni è stato di sicuro quello che ha più faticato nell’inserirsi nella relazione a due che avevo creato io con la piccola.

Come è andata la trasferta? Poche ore a distanza e tantissima angoscia per me, ma la consapevolezza che qualcun altro poteva nutrirla e occuparsi di lei. Con un po’ di rassegnazione ho vissuto quel piccolo distacco come un passettino della sua crescita.

Ieri rivedendo la seconda puntata del docu-reality Ostetriche – Quando nasce una mamma, mi sono commossa ancora e ancora e ancora a vedere quei piccolini, quelle mamme e quei papà. Ognuno con la propria storia, con le proprie insicurezze e fragilità. Mamme vi consiglio di guardarlo, per tornare indietro nel tempo a quei giorni fatti di manine e piedini minuscoli.

 

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Sono una – quasi - donna con un bambino di sei anni e una seconda cosina appena nata. Più tante, troppe, passioni: dall’uncinetto alla illuminotecnica! Non è facile coltivarle tutte e infatti non lo faccio, ma internet mi aiuta a sopperire alla mancanza di tempo e di energie: tutto quello che mi piace lo trovo in rete ed è in rete che trovate me, Castagnamatta.

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