Congedo di paternità: la legge in Italia e i permessi per i papà - Mammeacrobate

 

Avevamo lasciato l’iter riguardo all’approvazione del congedo di paternità ai suoi primi passi in parlamento.
Nel mentre, nell’ ottobre scorso, il parlamento europeo ha approvato con larga maggioranza e in un’unica votazione una proposta di direttiva del Consiglio Europeo  che modifica la direttiva 92/85/CEE in materia di maternità e paternità.
La novità più significativa per quello che concerne il nostro Paese sarebbe l’introduzione di un periodo di paternità obbligatoria di almeno 15 giorni lavorativi che i neopapà potrebbero utilizzare durante il periodo di congedo obbligatorio della propria compagna per maternità.
Durante la loro assenza dal posto di lavoro, i padri percepirebbero il 100% del proprio stipendio , che verrebbe pagato dal datore di lavoro, o dell’ente previdenziale di riferimento (nel caso dei lavoratori autonomi).

 

Purtroppo, però, siamo costrette ad usare il condizionale in quanto, nonostante le incoraggianti premesse prospettate dal legislatore europeo, il quadro italiano non è ancora così evoluto.
A distanza di un anno dalla sua presentazione in parlamento, il disegno di legge  Mosca-Saltamartini sul congedo obbligatorio per paternità di almeno 4 giorni è stato congelato.
Vista la crisi economica si è pensato che far gravare sulle aziende il peso di queste astensioni, sarebbe stato dannoso per l’economia del paese.

 

Di fatto al padre lavoratore non spetta alcun permesso retribuito in corrispondenza dell’evento nascita. Qualora decida di assentarsi dal posto di lavoro nei primi giorni di vita del proprio piccolo, dovrà avvalersi delle ferie contrattuali.

 

Spetta invece al padre il diritto di richiedere, in alternativa alla madre, il periodo di astensione facoltativa dal lavoro per la nascita del proprio figlio. Il padre che lo desideri, previa rinuncia della madre lavoratrice, potrà godere dei permessi per l’allattamento (2 ore al giorno entro il primo di anno di vita del bambino) e/o dei 6 mesi di astensione facoltativa dal posto di lavoro, con una retribuzione pari al 30% del proprio stipendio (maturando però i contributi previdenziali pieni).
La percentuale delle famiglie che sceglie questa soluzione è però ancora esigua (circa il 4%), anche in virtù del fatto che di norma nell’economia familiare lo stipendio dell’uomo costituisce la fonte di reddito più significativa.

 

Per incoraggiare i neopadri a percorrere questa strada, la Regione Piemonte, in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità e l’Inps ha promosso il progetto “Insieme ai Papà”.
Si tratta di un incentivo di 400 euro mensili ai lavoratori delle aziende private che desiderino occuparsi a tempo pieno dei propri figli nei mesi immediatamente successivi alla loronascita, agevolando così il rientro delle madri al posto di lavoro.

 

Quest’iniziativa mira ad incentivare l’occupazione femminile, alla luce degli scoraggianti dati ISTAT che rivelano che il 15% delle donne rinuncia al proprio posto di lavoro in seguito alla nascita di un figlio.
La possibilità da parte del padre di accedere al periodo di astensione facoltativa con un contributo economico, incentiverebbe questa scelta aprendo una spirale virtuosa di occupazione femminile e presa di coscienza maschile rispetto agli impegni genitoriali.

Purtroppo si tratta ancora di un’iniziativa isolata, ma chissà che seguendo l’esempio della Regione Piemonte non nascano altri progetti di sostegno alla famiglia?!

Vi invitiamo altresì a visitare il sito dell’INPS, nella sezione dedicata alle Politiche per la Famiglia, dove sono riepilogate in maniera semplice ed esaustiva tutte le opportunità che la legge offre per fruire di permessi, contributi e agevolazioni per la maternità e la paternità.

Ogni genitore ha diritti insindacabili riguardo la cura dei propri figli. Conoscerli significa poterli esercitare in piena consapevolezza.
Esercitarli significa incentivare il loro sviluppo e la loro evoluzione al passo con i tempi.

Aggiornamento del 25 agosto 2011
Il 18 luglio 2011 è stato emanato un Decreto Legislativo (119/2011) sui congedi, aspettative e permessi.
Le modifiche più salienti riguardano i permessi in caso di morte prematura del bambino, le modalità di permessi in caso di minore con handicap, modifiche nelle definizioni di adozioni e affidamenti etc.

Estratto Decreto

La legge riconosce al padre lavoratore dipendente il diritto al congedo parentale, anche nel caso in cui la madre non ne abbia diritto (ad esempio la disoccupata o la colf), in passato invece, se la madre non lavorava e quindi rimaneva a casa, il padre non poteva assentarsi dal lavoro.

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2 Comments

  1. è una vergogna!!
    Il padre nei primi giorni è importantissimo!!

  2. Per il padre non è nemmeno così semplice ottenere il congedo facoltativo alternativo alla madre.
    Ci ho provato! Sono stato chiamato dal direttore del personale che mi ha suggerito di far fare certe cose alle mamme. Inoltre il contratto prevede di poter usufruire di tale congedo “in accordo con la struttura di appartenenza”. Quindi nei modi e nei tempi che stanno bene anche all’azienda. In pratica niente congedo.