Figli tiranni

esistono davvero i figli tirannici?Settimana scorsa vi abbiamo parlato de La Scuola Genitori, il progetto promosso dal CPP – Centro Psico pedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti – di Piacenza, uno spazio dedicato ai genitori, dove condividere esperienze e riflessioni.

Giovedì sì è tenuto il secondo incontro dell’edizione milanese, dal tema “Figli Tirannici. Istruzioni per l’uso”, come ascoltare i bisogni dei figli senza trasformarli in pretese, dibattuto con una relatrice d’eccezione, la psicologa clinica e scrittrice Silvia Vegetti Finzi.

Elisa ha partecipato alla serata e oggi ci racconta di questi figli dispotici e del ruolo dei genitori, condividendo gli interessanti spunti emersi dall’intervento…

Il nostro non è un mondo per bambini.  Questo è il primo dato da cui bisogna partire. Se confrontiamo la nostra infanzia con quella dei nostri figli, non possiamo non accorgerci delle profonde diversità: il contatto con la natura è sempre più sporadico, il tempo libero è sempre meno libero e lo spazio che resta per la fantasia è davvero poco.

Essere genitori è una sfida, crescere i figli un compito sempre più difficile. Detto questo, è però necessario aver ben chiaro che i bambini tirannici non esistono, ma sono i genitori ad attribuire loro questo ruolo.

A causa dei ritmi sempre più frenetici, il tempo che passiamo con i figli spesso è molto ridotto. Ne deriva che per alcuni genitori è preferibile assumere il ruolo di “buoni”, assecondando le richieste, piuttosto  che trascorrere il poco tempo imponendo regole e punizioni, con il rischio di farsi odiare.

Il risultato? Sempre più famiglie si ritrovano alle prese con bambini che scelgono cosa e quando mangiare, che impongono i programmi da vedere alla tv, che decidono se e quando andare a letto.

Quindi? Cosa fare? Non esistono ricette, ma qualche consiglio sì:

Sì alle regole, ma poche e duttili: devono essere chiare ma anche adeguabili al contesto. Le regole non devono trasformarsi in sbarre, ma in cornici che orientano. I limiti sono sì un ostacolo, ma danno sicurezza. Spingere i bambini verso l’autonomia non significa lasciarli fare di testa propria.  Per crescere, devono imparare ad andare oltre il loro individualismo e diventare esseri sociali e questo viene sperimentato in primis in famiglia. Lo sviluppo dell’autostima non deve trasformarsi in anarchia. La condotta dei bambini va regolata, i bambini devono poter fare i bambini.

I “no” devono essere positivi: le richieste dei figli contengono una richiesta di emancipazione che va accolta, ponendo però delle condizioni. Al “no” è preferibile il “sì, ma…” cioè l’accettazione della proposta, fissando dei limiti che andranno negoziati con il passare del tempo.

Non mettersi mai sullo stesso piano dei figli, ma neanche imporre un’eccessiva distanza, il “si fa così, perché lo dico io!” non è consigliabile. L’autorevolezza non va confusa con l’autorità.

Infine, non proiettare le proprie aspirazioni sui figli. Il rischio è di generare sentimenti d’inadeguatezza. Oggi si assiste a un iper-investimento nei figli, con proposte e stimoli di ogni genere, ma non va dimenticato che sostituirsi a loro nelle scelte non giova alla formazione della fiducia in se stessi, del senso di responsabilità.

Quest’atteggiamento sfocia spesso nell’iper-protezione, ma senza rischi non si cresce.  Scegliere, sbagliare, accettare gli impedimenti serve per elaborare la capacità di accettare e gestire le frustrazioni.

L’empatia è un sentimento fondamentale nel mestiere di genitori, ma ci vuole anche la capacità di sottrarsi, di guardare i figli con occhi critici.

In conclusione, come suggerisce Silvia Vegetti Finzi, quello di cui hanno bisogno i nostri figli, sono… “salde radici per crescere e ali per volare”.

Siete d’accordo?

 

Fonti : Scuola Genitori CPP, Intervento di Silvia Vegetti Finzi Figli Tirannici. Istruzioni per l’uso, 7 febbraio 2013, Milano.

photo credit: Glenn Loos-Austin via photopin cc

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2 Comments

  1. Nonna Maria

    Quanto avrei partecipato volentieri a questo incontro, grazie a Elisa di averlo fatto per tutte noi. Secondo me i bambini non nascono certamente tirannici ma lo possono diventare grazie proprio alla mancanza di regole da parte dei genitori. Quando poi non succede che un genitore detti certe regole e l’altro genitore le stravolga o addirittura ne ponga di diverse. [b]Sempre più famiglie si ritrovano alle prese con bambini che scelgono cosa e quando mangiare, che impongono i programmi da vedere alla tv, che decidono se e quando andare a letto.[/b] Niente di più reale. Ma di fronte al fatto che certi genitori “vedono” i loro bambini durante la settimana per pochissime ore, come pretendere per esempio di andare a letto presto?

  2. Antonella

    I figli….(perlomeno il mio) ci provano sempre ad essere “tirannici”. Un esempio? Mi ha appena chiamata: “Mammaaaaa, dove sono le mie carte Pokemon???”. A volte mi sembra davvero di essere la sua “schiavetta”, di non riuscire nemmeno a sedermi quando rientro dal lavoro, poi ci penso un attimo e mi rendo conto che è PROPRIO perchè sono stata a lavoro….è un modo per avermi tutta sua, ora che finalmente sono a casa!!!