Come cambiano i bambini da 10 a 12 anni

Avete presente quando, con vostro figlio appena nato in braccio, vi chiedevate chi fosse questo esserino ancora sconosciuto e come avreste potuto entrare in relazione con lui? Bene, qualcosa di simile potrebbe accadere di nuovo circa 10 anni più tardi, quando quel piccolino vi sembrerà sparito all’improvviso per lasciare spazio a un ragazzino tutto da scoprire.

Che cosa succede tra i 10 e i 12 anni, nel periodo chiamato pre -adolescenza?

I bambini, in contatto ormai con gruppi sociali più vasti della famiglia e della classe a scuola, capiscono per prima cosa che l’ambiente li può influenzare molto e sviluppano nuove capacità cognitive e di costruzione del pensiero, fondamentali nel passaggio all’adolescenza e all’età adulta.

A 10 anni, per esempio, la capacità di ragionamento logico aumenta molto e, infatti, all’ingresso della scuola media cambia anche il modo di proporre gli argomenti e di studiare.

Contemporaneamente, tuttavia, la maturazione cerebrale che i ragazzi vivono in questo periodo li rende vulnerabili e particolarmente instabili, protagonisti di comportamenti imprevedibili, come l’incapacità di controllare gli impulsi aggressivi o la difficoltà a regolare le emozioni.

Perché i pre – adolescenti sono vulnerabili?

Dipende dallo sviluppo della corteccia prefrontale, ossia la parte anteriore del lobo frontale del cervello, il pilota che guida i nostri comportamenti e che si occupa di prevedere i rischi, gestire e regolare gli impulsi aggressivi, sviluppare autonomia nelle decisioni e definire la condotta sociale.

Nei pre – adolescenti questa parte del cervello non è ancora matura e per questo il ragazzo si trova spesso in balia di emozioni e alla perenne ricerca di eccitazione, faticando a decidere in modo razionale e a valutare obiettivamente i pro e i contro di un certo comportamento.

Da questo sviluppo ancora incompleto dipende anche la scarsa capacità di crearsi una visione realistica del tempo a disposizione per fare qualcosa – avete presente l’organizzazione dello studio durante la settimana? – e la difficoltà che i ragazzi hanno a rinunciare a comportamenti che danno una gratificazione immediata, in favore di una ricompensa più significativa ma disponibile solo in futuro.

Infatti, l’area del cervello più sviluppata in questi anni è il sistema limbico, in cui hanno origine le emozioni e il bisogno di gratificazione immediata, che determina gran parte delle decisioni prese dal bambino, che sta diventando un ragazzo.

Come si comportano i pre – adolescenti?

In sostanza, come spiega Alberto Pellai nel suo “L’età dello Tsunami”, molti comportamenti a questa età sono orientati verso:

  1. la ricerca di novità
  2. l’effervescenza emotiva
  3. la sperimentazione del rischio
  4. l’interazione tra pari

Ovvero, ecco cosa succede:

  1. Il bambino sta crescendo e va alla ricerca del nuovo, con la voglia di cambiare le abitudini e le routine che appartengono all’infanzia.
  2. Le emozioni pervadono i nostri figli a questa età, in cui decidere in modo razionale e stilare una lista sensata delle proprie priorità è complicatissimo!
  3. La trasgressione e il rischio esercitano un’attrazione fortissima; nonostante nostro figlio possa essere consapevole del pericolo che corre con un certo comportamento, il desiderio della gratificazione immediata che ne deriva è talmente potente che la decisione sarà comunque quella di agire. Il pensiero critico, insomma, viene messo a tacere.
  4. Gli amici, i coetanei, diventano sempre più il punto di riferimento a questa età, in cui si ambisce a liberarsi dal controllo protettivo dei genitori. I coetanei esercitano davvero una grande influenza e per questo spesso la preoccupazione principale è quella di non trovarsi in imbarazzo con loro!

Stesso abbigliamento, stesso zaino, stesso linguaggio: il conformismo, contro cui molti di noi genitori combattono, a questa età in realtà fa bene; il ragazzo sta imparando a decifrare i segnali sociali e questo è fondamentale perché i pre – adolescenti sanno essere spietati nel prendere in giro gli altri!

E noi genitori come dobbiamo comportarci?

Le caratteristiche che si sviluppano tra i 10 e i 12 anni, in sostanza, rischiano di creare forti ansie in noi genitori, perché si tratta di attitudini che possono mettere i nostri figli in pericolo e che in un certo senso li allontanano da noi.
In una prospettiva di crescita, però, hanno ragione di esistere, perché preparano i ragazzi a una progressiva indipendenza e li aiutano a immaginare e creare una nuova immagine di sé, che sarà la base della loro identità adulta.

Non ci resta che farcene una ragione e seguire il consiglio di Alberto Pellai, che ci incoraggia così: “Genitori ed educatori devono ripetere come un mantra dentro di sé che la pre-adolescenza è una fase positiva”…

E voi che cosa avete notato nei vostri figli a questa età?

 

Diritto d’autore: stockbroker / 123RF Archivio Fotografico

Author

Insegnante, autrice e blogger fondatrice di mammeimperfette.com, mamma entusiasta, e a tratti ancora incredula, di Fabio e Marco. Appassionata e avida studiosa di autostima per bambini, ne scrivo spesso sul mio blog e ho raccolto i consigli pratici più efficaci per svilupparla nell'ebook “Mamma, io valgo!” e nei video del Percorso Aiedi. “Aiedi” è l'approccio che seguo per accompagnare i miei figli nella crescita, in cui autostima, intelligenza emotiva e autodisciplina sono le tre risorse indispensabili da favorire nei bambini per aiutarli a crescere sicuri di sé, autonomi e capaci di essere felici. Due maternità nel giro di 18 mesi mi hanno cambiato la vita, in meglio, e mi hanno portato a riflettere su chi volevo davvero diventare “da grande”. Decisamente imperfetta e con tanta voglia di migliorare, sono convinta che se vuoi che le cose cambino, tu devi cambiare.

3 Comments

  1. Mi piace molto quanto letto, lo trovo molto interessante avendo una bimba di 9 anni e mezzo

  2. Pingback: 7 sfide che devono affrontare i preadolescenti e i loro genitori

  3. Pingback: Pre adolescenza: quali differenze ci sono tra maschi e femmine?