Le 10 caratteristiche del genitore montessoriano

“Questo libro nasce dalla mia esperienza di mamma, ma soprattutto dalla mia profonda ammirazione per Maria Montessori e per il suo metodo, che ha dimostrato tutto il suo potenziale nell’incredibile sviluppo dell’autonomia di mio figlio”.

Torniamo a parlare di come “aiutare i figli a fare da soli” e del Metodo Montessori e lo facciamo attraverso le parole di una mamma, Daniela Valente, autrice di Come liberare il potenziale del vostro bambino, un libro che ci piace molto per il suo taglio pratico e perché accessibile a tutti, genitori per primi.

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Si tratta, infatti, di un manuale con numerose attività d’ispirazione montessoriana dedicata ai primi due anni e mezzo di vita del bambino. Un testo che nasce dallo studio e dalle ricerche appassionate dell’autrice e anche come esito di varie domande nate proprio dall’esperienza personale.

Cosa offrire al bambino a seconda dell’età,  nella vita di tutti i giorni, per spingerlo ad esplorare il mondo che lo circonda e conoscerlo in prima persona?

Le risposte vengono affrontate pagina dopo pagina dove, con un linguaggio chiaro e diretto l’autrice spiega i principi cardine del Metodo Montessori, come proporre le attività – illustrandone caratteristiche e obiettivi – oltre a presentare svariati approfondimenti educativi spaziando dall’organizzazione dell’ambiente a lettura, linguaggio e molto altro.

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Un libro che ci ha davvero appassionato, in cui Daniela dà un ottimo punto di partenza per riflettere su quanto e come le teorie della celebre scienziata possono influenzare il proprio modo di essere genitori.

Come dovrebbe fare un genitore che vuole educare il proprio figlio secondo questo metodo così a misura di bambino?

Le 10 caratteristiche del genitore montessoriano

1. Trattiamo il nostro bambino con rispetto: con gli adulti lo si fa naturalmente, perché non dovrebbe essere lo stesso con i bambini, persone a tutti gli effetti?

2. Usiamo la disciplina positiva: anziché punire e urlare, meglio trovare modi alternativi per ottenere il consenso, sempre in ottica costruttiva.

3. Diamogli l’opportunità di provare nuove esperienze: è importante vincere le resistenze e dargli fiducia permettendo di mettersi alla prova (ad esempio affidandogli piccoli compiti quotidiani come apparecchiare, etc.) e crescere gradualmente.

4. Non interrompiamo i suoi momenti di concentrazione: per allenare questa capacità, fondamentale per ognuno, meglio non interferire mentre sta facendo qualcosa e, se proprio è necessario, chiarire sempre il perché.

5. Incoraggiamo invece di premiare: meglio dare valore ai comportamenti (un gesto di gentilezza) o all’obiettivo raggiunto (un disegno ben fatto) più che a chi li ha messi in atto. Sapevate ad esempio che nelle scuole montessoriane non ci sono voti?

6. Proponiamogli delle scelte: la libertà è il primo passo per vivere e apprendere l’autonomia.

7. Limitiamo la quantità di giochi a sua disposizione: puntare alla qualità – giochi belli ed educativi che offrano stimoli e obiettivi– della quantità.

8. Diciamogli sempre la verità: la fiducia si costruisce giorno per giorno, parole adatte all’età e mai promesse che non possono essere mantenute.

9. Dimentichiamo l’orologio: perché non provare a guardare il tempo attraverso gli occhi di un bambino? E il tempo dedicato? Deve essere esclusivo!

10. Spegniamo la TV

E voi quanto siete genitori montessoriani? In quante di queste caratteristiche vi riconoscete?

 

Fonti e approfondimenti: Daniela Valente, Come liberare il potenziale del vostro bambino, Montessori 4 You

photo credit: cover Blanka – pixabay; interno testo Daniela Vavente

 

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.