Dialogo tra io e me stessa - Mammeacrobate

Io – Domani rivedi i cuccioli. Sei contenta?

Me stessa – Emozionatissima. Come il primo appuntamento col fidanzatino delle medie. Sono anche un po’ tesa.

Io – Perché?

Me stessa – Li ho sempre sentiti sereni in questi giorni al mare con la nonna. Direi raggianti. Nelle loro vocine al telefono c’era sempre tanta allegria. Mi immaginavo i loro occhi brillanti. E allora ho pensato che in fondo la mia presenza può persino diventare superflua

Io – Non lo pensi davvero…

Me stessa – Un po’ sì un po’ no. So che non è così. I bambini, o ragazzi, orfani soffrono molto. Di non avere, da piccini, quella montagna cui appoggiarsi e da adulti quello specchio in cui confrontarsi. La mamma e il papà non sono mai superflui.  Però il dubbio che a volte possiamo essere di troppo mi viene.



Io
– Come sei  complicata…

Me stessa – Lo sai che mi piace rimbambirmi di domande. E poi, detto tra me e me, questi dubbi sono inevitabili se sei una matrigna. In fondo essere matrigna significa sperimentare l’essere genitori senza aver procreato. Chissà, forse è lo stesso interrogativo delle coppie che hanno figli in adozione. Però non so.  Il legame che si crea con un figlio non tuo, che però cresce in mezzo ai tuoi figli, ti costringe per forza a ripensare l’idea che hai di genitore.

Io – E che idea hai?

Me stessa – Ancora non so bene, però sono sempre lì a chiedermi: ma i figli vanno cresciuti in base alle nostre ambizioni o in base alle loro? Saranno in grado, anche se sono piccoli, di capire dove devono andare, e cosa preferiscono fare oppure sono i genitori che volenti o nolenti indirizzano il corso delle vite dei figli? Qual è il limite tra il voler plasmare un figlio in base a un nostro ideale di adulto perfetto e la loro incapacità di vedere i pericoli e gli errori che la vita gli mette davanti?

Io – Dai, ti sei risposta da sola. E’ inutile che ti nascondi, lo so qual è la tua tendenza.

Me stessa – Io credo che dobbiamo aiutarli nelle scelte, ma non condizionarli. Che dobbiamo lasciarli liberi di farsi male, evitando che siano dolori irreparabili. Un po’ come la leonessa, che controlla sempre da lontano cosa fanno i cuccioli, ma salvo pericoli davvero grossi non interviene mai. Certo facile a dirsi difficile a farsi.

Io – Un po’ ti mancherà la solitudine, le serate tra amiche, la libertà da single.

Me stessa – Un po’? Tanto! Ma ora che ho sperimentato che funziona, potrebbe diventare una tradizione estiva. Anzi consiglierò a tutte di farlo. La chiameremo la vacanza delle mamme!

 

photo credit: ingiroingiro via photopin cc

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

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