Confessioni di una mamma imbranata

Tutto comincia davanti a un piatto di patatine fritte, troppo abbondanti per il primogenito e inesistenti per la sorellina.
Il padre conciliante che vuole ordinarne un altro piatto, la madre esasperata che cerca di suddividere equamente quello che non può essere certo definito un piatto salutare.
Si parte da questa diatriba e indietro a raccontare la storia di una donna che è ben lontana dalla madre patinata delle copertine dei giornali di settore, sempre perfetta, presente, coerente e realizzata, la madre lavoratrice che ha tempo per i figli, per se stessa e per una casa linda e in perfetto ordine.

La mamma che si racconta in questo libro è una mamma vera, umana, piena di difetti, stanca, esasperata e con i nervi a fior di pelle.
Una madre che non vive la gravidanza come una passeggiata, che sente la mancanza dei suoi spazi, che deve scegliere tra la carriera e l’accudimento dei propri figli.
Una madre reale che ha il coraggio di scoprirsi e che ogni giorno combatte per essere all’altezza del compito più nobile e arduo che si possa avere al mondo: quello di educare un nuovo essere umano.
Il libro è un susseguirsi di aneddoti a tratti esilaranti nei quali, sono certa, ogni madre finirà per riconoscersi.
Le lotte impari per la ricerca di una baby sitter, per ritagliarsi un po’ d’intimità, persino per lavorare.
La corsa verso i progressi dei propri figli alla ricerca di un momento di tranquillità che di fatto non arriva mai, perché raggiunto un obiettivo si parte di corsa alla ricerca del successivo.
Le preoccupazioni ancestrali, il senso di inadeguatezza, le debolezze e le concessioni che davvero non avremmo mai pensato di adottare, quando prima di mettere al mondo i nostri bambini ci gongolavamo nella lettura di manuali dalle copertine rosa e azzurre con titoli del tipo “Come crescere il tuo bambino da 0 a 3 anni”.
Stephanie Calman è una madre “imbranata”, come ce ne sono molte. Una madre che cerca di fare del suo meglio, impiegando la sua fantasia, la sua storia e il suo modo di vedere il mondo.
Non una super donna. Non un incrocio tra Tata Lucia (di SOS Tata) e Mary Poppins, ma una donna normale piena di difetti e di giornate no. Una madre che spesso inizia la propria giornata dicendosi “Non ce la posso fare”, una madre che decide consapevolmente di mettere da parte un po’ di se stessa per dedicarsi a coloro che ama di più.
Ho letto questo libro d’un fiato (per quanto possibile come madre di un bambino di 16 mesi) e mi sono ritrovata tra le sue pagine.
Mi sono consolata leggendo una storia che potrebbe essere la mia o quella di molte donne che come me sono ben lontane dalla perfezione, ma che fanno di tutto per essere le migliori guide possibili per i propri figli. Donne che spesso si abbattono e si demoralizzano, ma che ogni volta si rialzano e trovano le motivazioni e il buono per andare avanti nel loro importante “lavoro”.
Lo raccomando a chiunque si senta un pesce fuor d’acqua, inadeguato.
Leggetelo e capirete come alla fine ogni mamma, per quanto imperfetta, sia sempre una fantastica acrobata.