Una neomamma dal cuore gioioso: storia di Ana, dal Brasile per amore - Mammeacrobate

Storia di AnaIl racconto di oggi ci viene da una mamma felice ed entusiasta, ancora immersa nella magia dei primi mesi di vita del suo bambino. Una mamma, pero’, un po’ speciale, che ha percorso tanti chilometri per realizzare la famiglia che sognava. E’ Ana, brasiliana nel cuore.

 

Mi chiamo Ana, sono brasiliana e vivo a Milano da 5 anni con mio marito e, dallo scorso dicembre, con il nostro piccolo Pietro. La mia vita ha iniziato a cambiare decisamente quando, a 25 anni, ho deciso di andare a vivere in Inghilterra da sola dopo la laurea. Un periodo per studiare, lavorare e divertirmi…un tempo per imparare, pensare e sperimentare.

 

Nel 2005 mi sono trasferita a Londra e li’ ho conosciuto Matteo: ci siamo innamorati e abbiamo subito deciso di vivere insieme. Dopo 5 mesi sono dovuta tornare in Brasile col timore che la nostra storia fosse finita…e invece eccomi qua a raccontare la bellissima esperienza che vivo ogni giorno e adesso più che mai.

 

Ho fatto di nuovo i bagagli e mi sono trasferita in Italia! Nell’Aprile del 2007 io e Matteo ci siamo sposati e l’anno scorso è successa la cosa più sconvolgente della mia vita: sono rimasta incinta!!! Momenti di gioia, paura, euforia e tanti dubbi  sul futuro e l’enorme impegno di  diventare Mamma.

 

Mi spaventava più di qualsiasi cosa il fatto che qualcuno potesse dipendere completamente da me. Sono sempre stata una persona con l’anima libera e mi piace stare con me stessa, viaggiare, leggere, ascoltare  musica, cantare… pensavo che un figlio mi avrebbe tolto il mio spazio. Oggi… vi confermo che è stato così, ma che ne è valsa la pena!

 

Il nostro piccolo amore è nato il 17 dicembre 2011 all’ ospedale San Carlo Borromeo di Milano. E’ venuto al mondo dopo un  lungo travaglio ed un parto “naturale” molto doloroso. Non mi scorderò mai la gioia che ho provato quando ho visto quegli occhioni che mi guardavano in silenzio dopo il primo attimo di estasi. “E’ nato!” ho pensato “e adesso cosa faccio?”

 

Pietro ha avuto un ittero molto importante e siamo dovuti rimanere in ospedale per 10 giorni. Sono stati giorni difficili, ma fortunatamente la fatica e’ stata alleviata del personale ospedaliero che è stato fantastico, in particolare l’ostetrica (Elisabetta) che veniva a trovarmi e a confortarmi ogni volta che poteva. Quando  guardavo  mio  figlio, poi, sentivo che  passava tutto e pensavo soltanto al momento in cui l’avrei portato a casa con me.

 

Anche l’avviamento all’ allattamento è stato duro, ma mi sono impegnata al massimo perche’ lo ritenevo fondamentale. Purtroppo non ho avuto latte a sufficienza e dopo 2 mesi e mezzo ho  iniziato a dargli l’aggiunta. Anche se ormai mangia solo latte artificiale, pero’, quando Pietro è nervoso oppure vuole un po’ di coccole  gli do il seno e lui si tranquillizza subito. E’ un momento di amore bellissimo tra me e lui che nessuno può toglierci!

 

Parlando di mamme… la mia è stata fondamentale nei primi 2 mesi dopo il parto. Si e’ trasferita a casa mia, mi è stata accanto e mi ha aiutato a stabilizzarmi una volta usciti dall’ospedale. Quando è dovuta ritornare in Brasile ho temuto che sarebbe stato troppo difficile senza di lei e che non ce l’ avrei mai fatta da sola…invece è stato sorprendentemente bello ritrovarsi a fare la mamma “per davvero”, non so se mi spiego…

Mio marito, poi, per fortuna è stato sempre presente e mi ha sopportata e supportata anche nelle giornate più grigie. Ti ringrazio ancora una volta Matteo, per il tuo amore e per avermi dato il nostro piccolo angelo.

 

Storia di AnaQuando ripenso a tutto questo mi accorgo che sono già passati 4 mesi e mi stupisco di come siano volati!! Il nostro piccolo ormai “è grande”, ci fa delle risate deliziose e certe faccine buffe che non si resiste dalla voglia di mangiarlo, tanto è bello.

 

Non riesco più ad immaginare la mia vita senza di lui e le sue peripezie: quando inizia a “cigolare” perché ha sonno e non vuole dormire, e poi si lascia andare; oppure  quando gli facciamo il bagnetto e agita le sue gambotte piene di pieghette, o quando “parla” con me, o ancora quando si sveglia alla mattina e mi sorride  con i suoi occhioni vispi che mi riempiono il cuore di allegria. Sono attimi meravigliosi che mi godo fino in fondo con tanti baci e tante coccole.

E’ un innamorasi giorno dopo giorno, una esperienza unica.

 

Certo, vivere in un paese lontano da quello in cui sono nata non è semplice perche’ comunque, nonostante sia ormai del tutto integrata, continuo a sentire di essere una straniera. E’ pero’ un’ esperienza che fa crescere tantissimo come persona e come cittadina: entri in contatto con una cultura diversa, con persone che sono diverse; anche il modo di vivere, il cibo e il clima sono diversi e di conseguenza le abitudini, anche nell’allevare un figlio.

Devo dire pero’ che da questo punto di vista non ho avuto grosse difficolta’ e anzi, nonostante la vostra burocrazia sia per molte cose davvero complicata, ho potuto contare su un’ottima assistenza gratuita durante tutta la gravidanza.

 

So che in Italia ci sono poche misure e strutture di sostegno alla maternita’, ma devo dire che in Brasile le cose non vanno meglio: ci vengono garantiti solo 3 mesi di astensione dal lavoro dopodiche’ ognuno deve arrangiarsi come puo’ tra nonni, asilo e babysitter. Anche noi brasiliani abbiamo ancora molta strada da percorrere, pero’ devo dire che la situazione nel nostro paese tende a migliorare di anno in anno.

Credo che un grande aiuto ci venga dalla nostra natura positiva ed ottimista che ci aiuta ad andare avanti con fiducia anche nelle difficolta’ e a vivere meglio. A questo proposito aggiungo che io, per diversi motivi, non riuscirei mai a vivere in paesi anche molto evoluti da un punto di vista sociale come la Finlandia o la Svezia… ad ogni cultura i suoi pro e i suoi contro.

 

Storia di AnaNell’allevare il mio bambino, io voglio trasmettergli la gioia di vivere dei brasiliani, l’allegria, la musica. Con lui parlo sempre in lingua portoghese e spero di riuscire a fargli vivere il Brasile piu’ che raccontarlo, aiutandolo a scoprire le nostre tradizioni, la nostra cucina, la natura del mio paese e ovviamente la mia famiglia. Un giorno ci piacerebbe tornare a vivere in Brasile…speriamo!

 

Pietro e’ comunque molto fortunato ad essere al centro di questo incontro di due culture. Cio’ gli permettera’ di parlare sin da subito 2 lingue, di vedere e assaggiare il mondo in modo piu’ intenso e reale…nel bello e nel brutto… e cio’ lo fara’ diventare una persona forte e migliore di me (almeno cosi spero).

 

Noi lo porteremo ovunque e gli faremo vedere tutte le differenze che ci sono tra i popoli, spiegandogli che pero’ alla fine quello che conta è stare bene e vicini col cuore e col pensiero, anche se puo’ capitare di essere fisicamente lontano dai nostri cari. Per me questo è il senso della vita ed e’ cio’ che voglio trasmettere a mio figlio piu’ di qualunque altra cosa al mondo.

 

Questo e’ per me essere mamma…un magnifico nuovo mondo di notti lunghe, responsabilita’ e amore infinito.

Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

1 Comment

  1. QUE COISA MAIS LINDA MINHA IRMÃ!!!!
    AMEEEEEEEEEEI, E ESSE GOSTOSO, MEU DEUS QUE FOFO.PARABÉNS VCS MERECEM, QUERO MUITO CONHECER O PIETRO E REVER VC E MATTEO.
    DEUS CONTINUE COM VCS,BEIJOS