Tumore al seno e prevenzione. La storia di Annie Parker

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. Un tema importante, a cui già in passato abbiamo dedicato spazio all’interno di MammeAcrobate, convinte che il primo passo per contribuire alla lotta contro questo temibile, quanto diffuso,  male, sia proprio quello di parlarne, di informare e informarsi, stando accanto a tutte quelle donne che ne sono colpite, per non lasciarle sole in questa battaglia.

Proprio oggi, a conclusione del mese della prevenzione, esce nelle sale Annie Parker, un film – distribuito in Italia da Koch Media  – basato su una storia vera, che parla di due donne, di due vite diverse destinate però a incrociarsi, proprio a causa del cancro.tumore-seno-annie parker-locandina

Il film racconta, infatti, la storia di Annie, canadese, che col passare degli anni, a causa di questa malattia ha visto andare via, giorno dopo
giorno, i suoi affetti più cari, le donne della sua famiglia, fino a scoprire un giorno di esserne stata colpita anche lei, il primo di una lunga serie.

È così che Annie decide di sottoporsi ai test sulla mutazione del gene BRCA-1, il primo gene tra quelli coinvolti nel carcinoma della mammella, le cui mutazioni possono essere studiate per diagnosticare i livelli di rischio che ciascuna di noi ha di sviluppare il cancro, soprattutto del seno e/o dell’ovaio.

Il merito di aver identificato un collegamento genetico in determinati tipi di cancro al seno, va a Mary Claire-King, l’altra donna di cui parlavamo, ricercatrice che ha donato alla prevenzione del cancro un’arma davvero preziosa che non tutte però, ancora conoscono.

Una storia la femminile, che punta a sensibilizzare le donne, ma anche ad aiutare concretamente chi si ritrova a dover fare i conti con la malattia. Parte del ricavato del film, infatti, sarà devoluto a Komen Italia, associazione da anni impegnata nella lotta dei tumori al seno.

Testimonial d’eccezione di questa campagna Mariagrazia Cucinotta e Rosanna Banfi, una donna con una grande forza, che ha vissuto in prima persona la battaglia contro il cancro e che abbiamo avuto il piacere di intervistare in occasione della promozione del film.

Nel film si parla di due donne diverse tra loro, ma accomunate dalla volontà di vincere il cancro. Quali sentimenti ti hanno suscitato questi due personaggi?

Ho provato una grande ammirazione, soprattutto per Annie Parker. Quello che ho passato io è niente rispetto alla vita di Annie. Eppure ce l’ha fatta!  E questo è di lezione: non perdersi mai d’animo… Il paradiso può attendere, come diceva quel vecchio film.

Rosanna, cosa ti ha spinto a diventare testimonial di Komen Italia? 

Ho conosciuto Komen  Italia nel 2009, appena dopo le prime due sedute di chemio. Mi parlarono della loro corsa di solidarietà “Race for the Cure” che si svolge ogni anno a Roma, Bari e Bologna. Ho deciso quindi di partecipare anche io,  pur essendo senza capelli e con il cappello, pensando di essere speciale e diversa. Invece mi si è aperto un mondo di donne come me. Pelate, ex pelate o imparruccate, ma tutte vive e forti. Sicuramente aver vissuto questa esperienza sulla mia pelle mi ha reso più sensibile al problema e mi sono sentita in dovere di condividere tutto questo con le altre donne per dimostrare a tutte che si può e si deve uscirne fuori alla grande, anche meglio di prima perché rafforzate dalle esperienze di vita.

Dalla tua esperienza, le donne italiane sono adeguatamente informate? Cosa resta ancora da fare? 

Dobbiamo entrare in tutte le case, anche in quelle delle donne “distratte” o troppo impegnate con figli, mariti, nipoti o genitori da accudire, e convincerle a prendersi cura di sé per tempo. Con la prevenzione e la diagnosi precoce, affrontare la malattia può essere molto più semplice e molto più agevole batterla per sempre. Molte donne lo sanno, ma tante altre ancora sottovalutano i vantaggi che derivano dagli screening periodici.

Che messaggio vuoi lanciare alle donne che scoprono di avere un tumore?

Che non bisogna perder tempo. Se si vuole una cosa, si deve lottare per averla. Anche se si tratta di ottenere la guarigione. Abbattersi e perdersi d’animo è solo un vantaggio che si offre inutilmente alla malattia. Ma soprattutto consiglio di non vergognarsi mai di quello che è accaduto e di non lasciare spazio alla paura, trovando il coraggio anche attraverso la condivisione di questo momento con altre donne che lo stanno attraversando.

Noi non possiamo che ringraziare Rosanna per il suo emozionante racconto e unirci a lei nel rivolgerci alle tante donne che quotidianamente combattono contro il cancro…non siete sole, insieme si può sconfiggerlo.

photo credit: ritaglio FiorellaG8 via photopin cc

 

 

 

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