Telecamere in asili e scuole: è vera prevenzione?

Negli ultimi tempi si è molto parlato dell’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro ed in particolare nelle scuole, nei centri per gli anziani, ma anche nelle proprie case, soprattutto alla luce dei gravi fatti di violenza ai danni delle fasce vulnerabili di cui purtroppo, ormai, tutti siamo a conoscenza.

Un tema che ha creato un acceso dibattito, dividendo l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari.

Ma cosa dice la Legge a riguardo? Ne parliamo l’Avvocato Claudia Cimato che ci aiuterà a fare chiarezza.

Telecamere: sì o no?  Le risposte della Legge

Finora non si potevano videofilmare i dipendenti sul posto di lavoro, questo per un’evidente violazione della privacy.  A seguito però di alcune sentenze e del Jobs Act, si era prevista la possibilità di utilizzare sistemi di telecamere a circuito chiuso nei luoghi di lavoro. Il tutto sulla base di alcune accortezze: i datori di lavoro potevano utilizzare a fini disciplinari, sia strumenti di lavoro dati ai dipendenti come PC, tablet e cellulari  (senza alcun accordo sindacale) che sistemi di videosorveglianza (con obbligo di accordo sindacale e firma della informativa sulla privacy).

Questo controllo, tuttavia, era stato previsto solo per scongiurare taluni reati.

Alcune sentenze, invece, avevano previsto l’uso di immagini videoregistrate come prova contro il dipendente accusato. Il presupposto per l’installazione della videosorveglianza, era sempre quello di evitare furti e atti vandalici, nonché l’aver sorpreso, in maniera quasi casuale, atteggiamenti delittuosi del lavoratore.

Tutto ciò fino a qualche settimana fa.

Infatti, il 19 ottobre 2016, la Camera dei Deputati ha approvato il ddl sulla videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture per anziani e disabili. 279 sono stato i sì,  22 i contrari e 69 gli astenuti.

Cosa prevede nel dettaglio questo ddl? Ecco i punti salienti:

  • la videosorveglianza con sistemi a circuito chiuso sarà possibile, laddove non vi siano intoppi al Senato, negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia (sia pubblici che privati) e nelle strutture per anziani e disabili;
  • come già previsto nel Jobs Act, sarà necessario l’assenso dei sindacati, mentre per la tutela della privacy e la presenza dei sistemi di videosorveglianza, l’utilizzo di telecamere dovrà essere evidenziato con apposita segnaletica a tutti quelli che accedono negli edifici;
  • il personale dovrà essere preventivamente sottoposto a valutazioni attitudinali per verificare l’idoneità a svolgere le funzioni per cui vengono assunti. Si tratta di controlli che verranno effettuati prima dell’assunzione e rinnovati periodicamente nel corso del rapporto di lavoro;
  • sono previsti incontri individuali e collettivi con lavoratori e famiglie interessate;
  • le immagini filmate potranno essere visionate e utilizzate unicamente dalle Autorità competenti solo dopo una segnalazione credibile o una denuncia. Nessun altro potrà vederle, neppure il personale della scuola o della struttura.
  • un decreto del Ministro dell’Istruzione, inoltre, dovrà definire le modalità per assicurare il necessario coinvolgimento della famiglie (dei bambini, dei disabili e degli anziani) interessate.
  • in ogni caso, l’installazione di sistemi di videosorveglianza con telecamere a circuito chiuso presso le scuole dovrà garantire il diritto alla riservatezza e tener conto della delicatezza del trattamento di dati relativi a minori.

Restiamo quindi in attesa dell’esame del Senato.

Telecamere in asili e scuole: una misura sufficiente?

Ringraziamo l’Avvocato Cimato per il quadro legislativo che ci ha dato. Si tratta di un argomento delicato che va affrontato con grande attenzione, per questo abbiamo voluto chiedere un parere  anche a Ilaria Maggi, amica storica di noi Acrobate e presidente de La Via dei Colori Onlus, associazione che da anni lavora attivamente per garantire tutela e diritti agli under 18 – ma non solo – e per rendere le strutture di cura dei luoghi sicuri.

Ilaria cosa ne pensi dell’installazione delle telecamere? Basta questa misura o c’è altro su cui secondo te è necessario lavorare?

Questo Disegno di Legge è un passo importante per parlare di un problema ormai davvero urgente. Le telecamere però non sono preventive. Per poter parlare di una vera e propria prevenzione, dobbiamo prima concentrarci sulla ricerca scientifica, giudiziaria e storica dei dati di cui disponiamo come da anni stiamo facendo attraverso il nostro Comitato Scientifico ed il nostro Osservatorio sulle Relazioni Educative e di Cura. Una vera proposta di fatti, secondo noi non può non tener conto dei dati che in questi anni sono stati raccolti, soprattutto in merito alla situazione in Italia ed alle modalità in cui i bambini esprimono il loro disagio in caso di abuso o maltrattamento.

Facile dire controlli a monte delle assunzioni, controlli in itinere, formazione specifica. Più difficile è fare delle proposte davvero sensate e realmente efficienti e percorribili. Test attitudinali, ad esempio, può voler dire miliardi di cose, ma cosa effettivamente potrebbe dare dei risultati? E soprattutto, quali dati vorremmo avere?

Ogni ricerca ha necessità di avere basi scientifiche da cui prendere spunto, oltre ovviamente ad un periodo importante di messa in opera per capire cosa sia davvero utile. La Via dei Colori Onlus da anni sta studiando i dati e, a breve, li presenteremo. Di fatto, poi,  ci stiamo muovendo anche da un punto di vista pratico, con azioni concrete, per capire, per studiare, per modificare  le nostre ricerche sulla base dei risultati ottenuti.

È solo partendo da una riqualificazione del personale presente, delle Buone Maestre, nonché dal riconoscimento dell’importanza del loro operato e del loro valore sociale, che possiamo pensare di andare  verso un vero miglioramento.

Anche aver ben chiaro qual è la situazione attualmente presente a livello giuridico-legale poi, è molto importante per capire in che direzione dobbiamo andare. La nostra associazione da sempre si occupa di fornire assistenza medico-legale e psicologica alle famiglie coinvolte nei casi di maltrattamento, lavorando anche sulla formazione e sulla prevenzione e, oggi, ha iniziato anche a fare ufficialmente ricerca scientifica specifica, perché se il reato di maltrattamento è un reato bene o male noto, quello in struttura, dà tutta una serie di conseguenze e di fonti, completamente diverse dal maltrattamento intrafamiliare, richiedendo quindi interventi specifici.

Grazie anche ad Ilaria Maggi, per il suo parere, ma soprattutto per l’importante lavoro che ogni giorno La Via dei Colori Onlus svolge.

Noi cosa ne diciamo? Facciamo fatica a trovare le parole, perché non riusciamo a neanche a capacitarci di certe situazioni. Quello di cui siamo sicure però è che c’è tanto da fare e che serve il contributo di tutti, famiglie e istituzioni. E dobbiamo farlo subito.

E voi,  cosa ne pensate di questa misura?

photo credit: condesign – pixabay

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