Il segreto di una buona madre

Ho passato anni, circa otto, a interrogarmi su come misurare il mio essere madre, senza eccedere, con la figlia di mio marito.

Mi sono chiesta e richiesta quale poteva e doveva essere il mio ruolo con una bambina che non ho generato, ma mio marito sì.

Ho persino pensato che fosse un problema di nomi, di definizioni. Per questo il mio blog l’ho battezzato MamMatrigna (matrigna non era abbastanza, neppure mamma) e ho lanciato una specie di sondaggio su quale dizione potrebbe essere migliore: mamma bis, mammastra, matrigna, mamma due volte, quasi mamma, matrioska, mammoccia, bismamma, mamma lemure, genitore tre.

Naturalmente la risposta non l’ho trovata. Ci sono domande che non hanno risposta, ma chiedono solo di continuare a interrogarci. Da questa mini consapevolezza è nata un’altra domanda, che solo apparentemente contraddice la prima.

Invece di chiedermi come si fa ad essere quasi madre di una figliastra, non dovrei forse chiedermi come si fa ad essere quasi matrigna dei propri figli?

Vedete, essere matrigna non è semplice, ma è sorprendente quanto una madre (e io lo sono di due creature) può imparare da una matrigna.

Tolleranza, rispetto, discrezione. Le prime tre caratteristiche che mi vengono in mente. Premura, amore accorto, ascolto. Altre tre. Una buona dose di distacco, che non è indifferenza, ma un balsamo contro l’ansia da leonessa.

Un rimedio contro i sensi di colpa, di cui le madri hanno le arterie gonfie.

Essere matrigna, quando lo si impara e lo si accetta, è un mondo pieno di scoperte.

A tutte le donne che hanno la fortuna di essere madri e matrigne, allora, dico: siate un po’ matrigne con i vostri figli, li crescerete un po’ più liberi.

A tutte le donne che hanno la fortuna di essere solo madri dico: trovatevi un’amica matrigna, oppure leggetevi qualche vecchia fiaba e ispiratevi alle matrigne di carta.

Il nostro lato oscuro a volte è meno spaventoso e pericoloso di quello che vediamo ogni mattina nello specchio. Ovvero l’immagine di una madre perfetta con diritti sconfinati sui nostri figli, solo perché li abbiamo messi al mondo.

photo credit: Jackel51927 via photopin cc

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Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

4 Comments

  1. io lo sono di due figli di mio marito, che ora hanno 23 e 22 anni, ma che ho conosciuto appena adolescenti. Lo sono stata, matrigna per ben 5 anni, poi ho messo al mondo la mia, di figlia, la nostra! No. non è la stessa cosa ed aver imparato ad essere matrigna non fa poi essere una madre migliore, meno ansiosa, più distaccata.. etc etc.. essere madri è differenti, è un fatto viscerale e il distacco, l’ansia da tenere a bada, etc, sono conquiste, laddove invece, nella fase precedente, erano atteggiamenti quasi spontanei, di discrezione..

    • Michela Ravalico

      Essere madri è un fatto viscerale, scrivi tu. È verissimo! E proprio per questo l’esperienza da matrigna aiuta. Aiuta a tenere a freno le viscere, l’istinto, l”irrazionalità, l’ansia, la paura.

  2. mammaLu

    Io sono madre adottiva la tua analisi calza perfettamente anche per me! A patto che per buona madre si intenda ciò che hai descritto tu: tolleranza premura ascolto ecc… e non la rivendicazione di un diritto, problema assai comune sia per madri bio che ado. Mi piace questo richiamo alla matrigna, anche se qualcuno potrebbe inorridire, trovo che renda bene il concetto base: I figli non sono nostri, ma ci sono stati dati per aiutarli a crescere e insegnargli a volare nel mondo.

    • Michela Ravalico

      Qualcuno potrebbe inorridire assolutamente! Il termine matrigna fa ancora tanta PAURA. L’intento del blog infatti è di portare alla luce le storie delle mamme matrigne per renderle “normali” e raccontare cosa succede nelle famiglie allargate. Credo che ci sia ancora tanto da imparare!