Progetti sulle questioni di genere nelle scuole

Nei mesi scorsi abbiamo affrontato su mammeacrobate un percorso dedicato alle questioni di genere e in particolar modo a come educare i nostri figli al genere, lo abbiamo fatto pubblicando diversi contenuti sia teorici che pratici che potete rileggere in questa sezione e lo abbiamo fatto collaborando con una realtà che si occupa di genere nelle scuole, con percorsi mirati a proporre e favore una nuova cultura ed educazione di genere tra bambini e ragazzi. Questa realtà, costituita da 3 donne molto capaci e in gamba, si chiama Matrioska Group e vorremmo farvele conoscere meglio attraverso questa intervista che racconta dei progetti educativi che realizzano nelle scuole, in collaborazione con MaMi  – Mamme a Milano, e che mirano a far riflettere sul significato dell’essere maschi ed essere femmine.

La parola a loro!

Come sono strutturati i vostri progetti? Quali gli obiettivi?

I progetti che realizziamo nelle scuole dell’infanzia, che è possibile conoscere anche attraverso la pagina Facebook Fiocco Rosa, Fiocco Blu hanno l’obiettivo di promuovere una riflessione sul tema “essere maschi” ed “essere femmine” che coinvolga i diversi attori che contribuiscono a costruire la rappresentazione che ciascun bambino ha di sé, del proprio sesso, delle proprie possibilità in base a questo. Gli adulti, infatti, trasmettono ai bambini messaggi precisi su cosa significhi essere maschio ed essere femmina fisicamente, emotivamente e a livello comportamentale e di cosa sia concesso loro o meno. Questi messaggi sono influenzati da una serie di fattori, culturali, sociali e psicologici che andiamo ad indagare con l’obiettivo di favorirne la consapevolezza.

I progetti sono strutturati in una serie di incontri per ciascuna delle tipologie di destinatari:

  • percorso con gli educatori/educatrici durante il quale si attiva una riflessione sulla loro immagine di maschile e femminile e su come questa viene veicolata attraverso il linguaggio, i comportamenti, le modalità di gioco, ai bambini. Successivamente si lavora su alcune situazioni tipo individuando le modalità di azione più coerenti,
  • incontri con i gruppi classe, bambini di 4 e/o 5 anni, durante i quali utilizzando l’arteterapia, si attiva una riflessione metaforica su come il bambino/la bambina si sente maschio/femmina, quali attribuzioni dà ai due sessi, quali limitazioni già può manifestare,
  • incontri con i genitori per indagare le rappresentazioni, fantasie, aspettative che ciascuno ha rispetto al proprio figlio maschio / figlia femmina, cercando di sviluppare consapevolezza circa luoghi comuni e messaggi limitanti,
  • in alcuni casi, incontri di formazione con il collegio educatori/educatrici per restituire quanto emerso dal progetto, evidenziare gli impatti sul processo educativo e condividere linee guida per un’educazione libera da stereotipi.

 A chi sono rivolti?

Sono rivolti a tutti coloro che hanno voglia di intraprendere una riflessione sull’origine di alcuni fenomeni che nella nostra società diamo per scontati, pensiamo alle scelte di studio o lavorative, ancora molto caratterizzate in base al genere nel nostro Paese; agli adulti che hanno un ruolo educativo e di indirizzo per le nuove generazioni, ai ragazzi che spesso hanno a disposizione modelli di uomini e donne stereotipati.

Qual è stata la risposta dei bambini e dei ragazzi incontrati?

Possiamo dire di aver avuto un buon coinvolgimento da parte dei bambini e dei ragazzi che hanno partecipato agli incontri. La proposta di attività pratiche ha facilitato la libera espressione dei più piccoli, che hanno trovato un terreno adatto per potersi raccontare attraverso colori e forme.

La risposta specifica sul tema è stata piuttosto variegata: premesso che ogni bambino rappresenta un microcosmo di bagagli culturali e famigliari che lo rende senz’altro unico, in generale però abbiamo potuto osservare una situazione di apertura e disponibilità verso le possibilità di maschi e femmine, soprattutto in relazione alla quotidianità, a scuola e in famiglia e alle fantasie legate alle attività future. I bambini incontrati hanno dimostrato un’ottima capacità di immaginarsi grandi, uomini e donne, liberi da stereotipi. Relativamente al loro essere bambini qui e ora, invece, sono emerse maggiori stereotipie soprattutto relativamente all’immagine che hanno di sé. Siamo rimaste molto colpite dal fatto che le bambine hanno spesso dimostrato molta determinazione nel difendere maggiormente alcune prerogative “femminili” più o meno stereotipate, relative all’abbigliamento e alle possibilità di gioco. Ciascun gruppo ha comunque riportato molto, durante le attività, il vissuto individuale e la quotidianità della vita scolastica. Alcune situazioni emerse come molto stereotipate hanno spesso rispecchiato un altrettanto stereotipato approccio dell’insegnante nella conduzione del gruppo o della famiglia nella quotidianità a casa. 

E i genitori? È previsto anche un loro coinvolgimento?

I genitori sono certamente uno dei principali interlocutori del progetto, essendo di fatto il primo veicolo di eventuali messaggi stereotipati nella vita di tutti i giorni.

Prima di cominciare le attività, cerchiamo di incontrare i genitori per spiegare loro il progetto e cosa faremo con i bambini/e e le educatrici. Dedichiamo poi alle famiglie un incontro al termine del percorso. In questo tempo il nostro obiettivo è quello direstituire i principali risultati del lavoro svolto, ma soprattutto di attivare nelle famiglie una riflessione consapevole sul tema e sul tipo di modello di maschile e femminile che i genitori stanno trasmettendo ai loro figli e figlie, magari del tutto inconsapevolmente.

Il confronto è stato fino ad ora molto positivo, raccogliendo nei genitori un grande desiderio di dibattito su questo tema così come sulla genitorialità in generale. Nel corso degli ultimi progetti abbiamo avuto anche una buona partecipazione dei papà e questo ci ha fatto molto piacere perché il confronto sulle reciproche percezioni è stato più interessante e utile. 

Quali i progetti futuri?

Visto il successo e la positività dei progetti già svolti, per il prossimo anno scolastico ci proponiamo di estendere il progetto a nuove Scuole dell’Infanzia milanesi. A questo proposito, sottolineiamo la possibilità, da parte dei genitori interessati, di proporre l’iniziativa alle Scuole frequentate dai loro figli e figlie. Per la realizzazione si può anche fare richiesta di finanziamento ai Consigli di zona o a attingere ad altre risorse della Scuola.

Ci piacerebbe portare il nostro progetto, con i dovuti adattamenti, anche nella Scuola primaria, di primo e secondo grado, e nella Scuola Secondaria. Abbiamo già realizzato un’esperienza in un Liceo Milanese e vorremmo continuare la riflessione anche con questa fascia di ragazzi e ragazze.

Per far questo stiamo attivando una serie di contatti sul territorio per realizzare un lavoro di rete che analizzi il fenomeno da diversi punti di vista (individuale, sociale, legale, educativo, ecc.) e che sempre più punti ad una prevenzione di medio lungo periodo contro le discriminazioni di genere.

Per saperne di più:

www.matrioskagroup.it

Pagina Facebook MatrioskaGroup
photo credit: jorge.cancela via photopin cc

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.