Mi invento un lavoro: la Personal Planner - Mammeacrobate

cecilia felici fondatrice di personalplannerAbbiamo fatto una chiacchierata molto interessante con Cecilia Felici, fondatrice di personalplanner.it, una donna che si è reinventata un lavoro ancor prima di diventare mamma, con l’obiettivo di migliorare la qualità della sua vita e costruirsi quel giusto spazio per la famiglia che voleva creare.

Questi racconti sono emozioni ed energie che si trasmettono da donna a donna. Ecco la storia di Cecilia e come è nata la sua impresa.

 

Quando e perchè hai deciso di cambiare vita?

Il giorno in cui ho deciso di cambiare vita ero a Valencia, in viaggio di lavoro (sono un ex export manager di una grande azienda del settore cucine). Ero in taxi, non vedevo il mio “fidanzato” da quasi 2 mesi perché anche lui viaggiava per lavoro e per la leggi di Murphy il week-end che era in Italia lui ero all’estero io e viceversa. Ricevo una telefonata dall’azienda in cui mi comunicano praticamente che il sogno della mia vita si stava per realizzare: Super Promozione e lancio di carriera, ero stata scelta per andare ad aprire la sede USA a New York.

Ecco inizia tutto da qui. Non è stato facile rinunciare ad un progetto al quale avevo lavorato per anni, dai tempi della scuola. Ho dovuto rimanere sola con me stessa e con la mia anima per diversi giorni.

Poi una sera ho preso carta e penna e scritto per prima cosa la lista, in ordine di importanza, dei miei valori e a seguire una descrizione di chi avrei voluto essere di lì (all’epoca 27enne) a 5 anni e a 10 anni. L’ho lasciata riposare e riletta a distanza di qualche giorno ed ho sentito dentro di me che i miei progetti erano cambiati, cambiamento certamente legato anche alla mia maturazione personale. Per me la famiglia veniva prima di tutto e la possibilità di diventare mamma ed essere mamma era per me irrinunciabile. In verità ero anche consapevole di aver trovato un uomo speciale di cui ero e sono follemente innamorata, e non avevo nessuna intenzione di rinunciare al nostro rapporto o metterlo a rischio.

 

Come hai avuto l’idea di intraprendere l’attività di personal planner?

 

Decidiamo quindi che è arrivato il momento di dare un cambio alle nostre vite e andiamo a vivere insieme. Mi sposto io per motivi di convenienza economica, ma arrivata a Cerveteri (nord di Roma) le prospettive lavorative che mi si aprono sono: lavorare la vigna, andare per tombe etrusche, fare qualche lavoretto in nero qua e là. Roma per me è troppo lontana, trovo subito un impiego interessante ma ci metto quasi 2 ore e mezzo al giorno tra andata e ritorno, inconciliabile con la sola idea di famiglia e maternità.

La fortuna vuole che in quel periodo anche il mio compagno, per gli stessi miei motivi, cambia lavoro. Intraprende la libera professione senza il supporto operativo dell’azienda alle spalle. Ecco allora che mi ritrovo improvvisamente sua segretaria e per scherzo gli dico: pagami! E’ stata una folgorazione per entrambi. Quanti professionisti come lui c’erano in Italia, con le stesse esigenze ma senza la necessità di una persona fissa per 8 ore? Nasce così Personal Planner, ero io da casa, con il server per comodino.

 

Hai creato subito un’impresa o sei partita prima da sola?

Sono partita da sola con 20.000 € di investimento, limitando al massimo la spesa di start-up e attingendo clienti dalla nostra sfera personale di conoscenze. Quando sono partita 6 anni fa non esisteva in Italia questo servizio per cui bastavano un pc, un centralino base, un server, una connessione internet e un paio di cuffiette. Oggi sarebbe molto diverso.

 

Hai potuto usufruire di finanziamenti?

 

Quando l’attività ha iniziato a crescere, mi sono recata presso il più vicino Incubatore d’Impresa qui ho trovato prima un finanziamento europeo ad hoc per me e successivamente una base operativa da cui iniziare la mia strutturazione di azienda con l’apertura di un ufficio vero e proprio.

 

Che tipo di investimenti ci vogliono per realizzare un progetto come il tuo?

 

Oggi ci sono aziende come la mia che hanno fatto investimenti importanti in termini di piattaforme tecnologiche sviluppate ad hoc per fornire questo servizio per cui il costo d’ingresso nel mercato è certamente maggiore a parità di livello, ma chiunque potrebbe iniziare l’attività da casa, per una cerchia limitata di conoscenze magari, con una semplice dotazione:

  • PC
  • Cuffiette o telefono voip
  • Centralino virtuale (o tanti cellulari quanti clienti)
  • Connessione internet

Noi ad esempio oggi abbiamo una nostra piattaforma che chiamiamo Ufficio Virtuale e che riserva un’area dedicata ad ogni cliente all’interno della quale il cliente trova in tempo reale la reportistica sul lavoro che svolgiamo e le chiamate che gestiamo, l’agenda condivisa per la gestione degli appuntamenti, la rubrica clienti, l’area dedicata alla segreteria telefonica, l’area per lo scambio di messaggi e attività con la sua segretaria, l’area di archiviazione documentale… il tutto anche da mobile con 2 applicazioni sviluppate per i-phone, i-pad e android (un investimento di circa 250.000 €).

 

Nel frattempo sei diventata mamma, come si chiama tuo figlio e quanti anni ha?

 

Sono mamma di Picchietto (Alessandro), che ha 3 anni e mezzo e che è nato insieme all’ufficio, quando si dice il tempismo! L’8 agosto del 2008 ho inaugurato il mio primo ufficio e il 15 di agosto avevo in mano il risultato positivo del test di gravidanza. D’altronde le mie amiche avevano impiegato anni… chi se lo aspettava che dopo 2 mesi noi ci saremmo già trovati genitori?

 

Come concili la tua attività di imprenditrice con la famiglia?

Questo è l’aspetto più complicato, conciliare le due attività, che poi in realtà sono 3 (mamma, compagna, imprenditrice) è piuttosto impegnativo, ma cerco di tenere bene in mente la scala di valori scritta ormai anni fa e di attenermici il più possibile.

Vado a prendere Ale all’asilo almeno 2 volte alla settimana, lo porto a nuoto, se sta male sto a casa con lui e quando sto a casa preparo pane, ciambelloni e cenette gustose. Il week-end poi è praticamente tutto per lui, organizziamo di tutto, dai giochi alle escursioni, e ci divertiamo infinitamente.

Credo che la parte più difficile sia in realtà quella tra me e il mio quasi marito, gli spazi solo per noi sono sempre di meno e spesso siamo sfiniti, con il rischio di trascurare troppo la vita di coppia e questo è sbagliato. Ma sappiamo entrambi che fare i genitori che lavorano (nel nostro caso poi entrambi in proprio) è tosto e richiede sacrificio e noi eravamo preparati alla cosa. Comunque nonostante gli sforzi e la buona fede vivo anche io con il senso di colpa perenne e “roteante” cioè oggi mi sento una mamma sbagliata, domani un’imprenditrice pessima e dopodomani una cattiva compagna. In fondo il rischio del voler far tutto è di farlo male, io provo a fare tutto smembrandolo in parti più piccole e cercando di organizzarne il meglio possibile le tempistiche.

 

In quale modo la tua impresa è a misura di mamma?

 

Credo che la mia impresa sia a misura di mamma perché è fatta di mamme che vi lavorano. Il progetto era quello di fare impresa in una zona volutamente di provincia e di dare l’opportunità di rimettersi in gioco a quelle mamme preparate che dopo la nascita del/dei figli avevano abbandonato il lavoro perché non potevano più permettersi di fare le pendolari su Roma e stare fuori casa 11 ore al giorno. Fino a giugno tutte noi tornavamo a casa a pranzo, andavamo a rotazione a prendere i nostri figli all’asilo coprendoci a vicenda in ufficio, avevo anche creato una stanza adibita a spazio giochi attrezzato dove i nostri figli venivano a giocare quando ad esempio scuole e asili chiudevano per festività, scioperi etc con una baby-sitter messa a disposizione da me e con le loro mamme che li accompagnavano al bagno all’occorrenza…

Oggi questo progetto si è in parte tristemente scontrato contro la realtà di un paese arretrato e poco avveduto. Abbiamo dovuto cambiare ufficio e avvicinarci a Roma perché la banda internet non ci bastava più (non arrivava la fibra) e nonostante le mie battaglie con le autorità locali e i finanziamenti europei che si sarebbero potuti sfruttare nessuno si è mai dimostrato interessato a sposarne la causa. Ora ci stiamo riorganizzando ma anche la fase B del progetto, far lavorare le ragazze da casa sembra irrealizzabile allo stato attuale poiché alcune di noi vivono in zone in cui addirittura non arriva nemmeno la adsl. Di base credo che la mia impresa resti a misura di mamma perché l’idea fondamentale e condivisa è che prima viene la famiglia e poi il lavoro. Questo non significa che le mie ragazze prendano sotto gamba l’attività, al contrario, credo che la loro riconoscenza nei confronti del nostro atteggiamento le porti ad investire ancora più impegno ed energie in quello che fanno quotidianamente.

 

Hai un sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è piuttosto ambizioso: contribuire attivamente a ridisegnare i nostri modelli sociali ed economici, suggerendo soluzioni innovative, attente alla parità di genere e al ruolo centrale che la famiglia deve ricoprire nella società. Ribaltare l’ottica che vuole la donna tra i 25 e i 35 anni “problematica” perché potenzialmente generatrice di nuova vita e futuro. Il problema è puramente organizzativo e riguarda la famiglia, non la donna, e più in generale il contesto sociale, non corretto, in cui vive. Per questo sono fieramente ed attivamente membro di Snoq.

 

Un consiglio per le mamme che vogliono mettersi in proprio?

Alle mamme che decidono di fare il grande passo posso solo dire che non è facile e che spesso si dovranno scontrare contro modelli patriarcali, sguardi indiscreti, giudizi negativi e pesanti pregiudizi. Ma ne varrà la pena, soprattutto perché sarete delle donne libere ed autonome, padrone di gestire il vostro tempo. Il che non significa avere un sacco di tempo libero in più ma avere la possibilità di gestirlo sulla base delle vostre priorità.

Un altro suggerimento è quello di fare rete con le vostre “simili”, io ho spesso ritrovato coraggio e motivazione leggendo le parole o scambiando post con altre donne e mamme alle prese con le mie stesse difficoltà o con problemi simili magari già superati. Lo scambio di esperienze e di suggerimenti resta uno strumento preziosissimo. E poi ognuna di noi ha il diritto e anche un po’ la responsabilità di contribuire ad un cambiamento della realtà in cui viviamo e io spero davvero che ce ne possano essere tante di donne pronte a mettersi in gioco per questo ambizioso progetto.

 

Grazie Cecilia, la tua esperianze farà bene a tante mamme, a noi di sicuro!

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Mammeacrobate.com è un portale di informazione e confronto su maternità e genitorialità, uno spazio nel quale le mamme si raccontano e si scambiano consigli, racconti ed esperienze di vita grazie alla collaborazione con professioniste che mettono a disposizione di altre mamme e donne le loro competenze e grazie a mamme che si raccontano per socializzare problematiche o stralci di quotidianità.

3 Comments

  1. Daniela Iavolato

    volevo chiedere a Cecilia se ha mai pensato di estendere il progetto promuovendo una rete in franchising. Visto che per lo startup è richiesto un investimento minimo, forse, molte giovani donne e neomamme potrebbero essere interessate.

    • Ciao Daniela, ho molte richieste di questo tipo, purtroppo la difficoltà è solo infrastrutturale (legata alla connettività e ai vari requisiti tecnologici che la nostra piattaforma richiede se gestita da una rete diversa da quella del nostro ufficio. Ovviamente ci stiamo lavorando assiduamente. Nel mentre collaboro con diverse mamme sul territorio che si occupano di fare le “segretarie reali” ma in affitto. Si occupano cioé delle attività tradizionali che noi da remoto non possiamo espletare: gestire l’archivio, riordinare l’ufficio, fare commissioni, rispondere alle mail etc…e che vengono pagate dal cliente a giornata o a ora. Io le aiuto nel pricing e nelle modalità di vendita/strutturazione dell’offerta. Loro propongono parallelamente il nostro servizio di segreteria virtuale e gestione telefonica che difficilmente riuscirebbero a gestire da sole.

  2. ho visto il sito “Personal Planner”. Mi piace. Interessante. Congratulazioni alla signora Cecilia per la sua laurea! ha preso 110 e lode? cordiali saluti. Antonio.