Piccole donne: il primo (vero) libro che regalerò a mia figlia

Ero una bambina, forse di 7/8 anni. Ero a casa dei miei nonni, faceva caldo, forse era estate e io probabilmente ero già in vacanza da scuola.

C’era il divano della nonna, quello con la copertina all’uncinetto che ricopriva i braccioli e con il tavolino porta lampada accanto. C’era il mobile-letto dove da piccola dormiva mia mamma e che sulle mensole custodiva dei libri, i suoi di quando era ragazzina. C’erano i Libri, tanti e di diversi formati e colori ma uniti tra loro da una inconfondibile caratteristica: tutti erano ricoperti da una copertina di plastica, blu o verde, che aveva il compito di proteggerli nel tempo.

C’ero io che, seduta sul divano, tenevo in mano un libro e lo leggevo.

Se chiudo gli occhi sento ancora l’odore delle pagine, quel profumo acre di carta ormai ingiallita e da troppo tempo rinchiusa in un mobile. Sento il rumore della copertina di plastica che scricchiola mentre la apro e che con il sudore delle mani dopo un po’ sembra scivolarmi via.

E rivedo quel libro che leggevo e rileggevo, il primo libro vero letto tutta da sola, il primo per il quale ho riso, ho pianto, l’ho sognato, immaginato, vissuto, il primo per il quale ho rinunciato volentieri ai pomeriggi in cortile a giocare con le amiche al’’elastico pur di leggerlo, il primo in grado di spalancare la mente ed emozionare il cuore.

Perché anche con la lettura vale il detto che “Il primo amore non si scorda mai”.

 

“Natale non sarà Natale senza regali”, borbottò Jo, stesa sul tappeto.

“Che cosa tremenda esser poveri!”, sospirò Meg, lanciando un’occhiata al suo vecchio vestito.

“Non è giusto, secondo me, che certe ragazze abbiano un sacco di belle cose e altre nulla”, aggiunse la piccola Amy, tirando su col naso con aria offesa.

“Abbiamo papà e mamma, e abbiamo noi stesse”, disse Beth, col tono di chi s’accontenta, dal suo cantuccio.

I quattro giovani visi, illuminati dalla vampa del caminetto, s’accesero alle consolanti parole, ma tornarono a oscurarsi quando Jo aggiunse tristemente: “Papà non l’abbiamo e non l’avremo per un bel pezzo”. Non disse “forse mai più”, ma ognuna, in cuor suo, lo pensò, andando con la mente al padre lontano sui campi di battaglia.”

 

Quel libro era Piccole Donne di Louisa May Alcott e penso di averlo letto e riletto, su quel divano per la prima volta, almeno 5/6 volte.

E’ questo il libro che ho amato per primo.

Ed è questo il libro che regalerò a mia figlia quando tra qualche mese compirà 7 anni.

 

Con questo post partecipo a #NONDITELOAIGRANDI
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Author

Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com

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