10 domande che mio figlio mi farà e a cui non so ancora come rispondere!

Quando tuo figlio ti guarda dritto negli occhi e pronuncia il suo primo interrogativo sul mondo… sai già che sarà il primo di una lunga serie! È a questo punto che sta per aprirsi un nuovo capitolo della vita, che lo vedrà crescere, dubitare delle cose (e persino dei genitori, lo sanno bene mamme e papà degli adolescenti), esprimere il suo punto di vista. Sì, perché sono le domande a farci crescere. E spesso anche per noi mamme imparare a rispondere è un’avventura nuova: l’occasione per dimenticare le risposte scontate e imparare a pensare in modo differente.

Dove vai?

Lui è lì, in piedi sulla porta della sua classe e quando si accorge che stai per andartene ti fissa con quella domanda da cui quasi ogni mamma vorrebbe scappare. Come fai a spiegare a tuo figlio che la vita è complicata, che esiste il lavoro e che lo ami tantissimo, ma devi lasciarlo per poter dargli tutto ciò che ha bisogno? Come tante donne anche io ho imparato la lezione. L’asilo o la scuola materna possono  essere un luogo bellissimo, dove imparare a diventare grandi (anche noi mamme!): l’importante è saper spiegare con fiducia e un sorriso sincero che se andiamo via è perché sappiamo di lasciarlo in ottime mani, a divertirsi e vivere tante avventure.

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Perché brucia?

Verso i 2-3 anni inizia la fase dei perché e una delle cose che più stimola la curiosità dei piccoli è il mistero di come funzionano le cose. Il fuoco, l’accensione del fornello, i meccanismi di apertura, per esempio di un elettrodomestico: attraverso lo sguardo dei piccoli ci troviamo di fronte all’emozione di osservare per la prima volta il mondo. Ho riscoperto Google, ebbene sì: digitando le domande trovo risposte semplici e scientifiche che nemmeno io conoscevo.

Perché hai i capelli bianchi?

Nella sua instancabile operazione di osservazione del mondo lui nota dettagli che noi sappiamo già: per noi sono ovvi, per lui tutto è scoperta. Certe domande nascondono una vera e propria filosofia di vita, ecco perché non si dovrebbe mai rispondere in modo superficiale o scontato a un bambino che si interroga sulle cose. Sui capelli bianchi si potrebbe dire tanto. Perché rappresentano una fase della vita, l’ultima in verità, perché lui che è piccolo li ha in un modo e più diventi grande maggiore è la differenza. Perché potremmo parlare del tempo, della vecchiaia, della vita… e a volte possiamo anche dire: non lo so, devo pensarci. È un atto di grande saggezza e umiltà dire a un bambino non lo so.

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Che cosa sono le stelle?

La ricerca della spiegazione alla base dei fenomeni atmosferici è un grande classico del periodo dei perché. Inutile dirlo, la maggior parte di noi non è uno scienziato. Tuttavia, può essere davvero divertente prendere sul serio l’interrogativo e cercare risposte in grado di spiegare in modo semplice, alla portata dei più piccoli, spiegazioni che noi abbiamo smesso di cercare. Io mi diverto moltissimo.

Sta dormendo?

Prima o poi arriva questa domanda, a cui non si è mai del tutto preparati. Contrariamente a quanto si pensi, la morte costituisce un ambito di estrema curiosità per un bambino. I piccoli osservano tutto e con antenne sensibili si accorgono di quando qualcuno sta male o se c’è una preoccupazione in casa. Non è facile affrontare il discorso. Sarà che prima di dare risposte ci sono domande che dobbiamo chiarire anche con noi stessi.

Perché il gatto miagola? Che cos’è il temporale?

Ora, non siamo tutti dei biologi naturalisti. Ed ecco perché, alla 1928esima domanda della giornata a volte provo a rispondere con una favola, una spiegazione divertente e fantastica. Perché la vita è anche magia, non solo spiegazioni tecniche.

Che cosa fanno? Ehm…

Il riferimento può essere a una coppia che si bacia, due che litigano alla fermata dell’autobus o si mettono le dita nel naso. Lui è instancabile e mi costringe a osservare il mondo con occhi nuovi: le relazioni affettive e sociali, che dramma! Anche io vorrei sapermi spiegare tante cose che proprio non capisco.

Perché dici che lui è… ?

Questa è un’ottima lezione. Attenzione a fare commenti sulla gente: prima o poi tuo figlio li ascolterà e, in assoluta buona fede, ripeterà davanti alla persona in questione tutto ciò che tu hai espresso su quest’ultima. Quindi, a meno che tu non dica qualcosa che tu stessa ripeteresti, evita i commenti acidi o, peggio il gossip. Tuo figlio è la peggiore delle portinaie.

Perché quella signora è grassa?

Sì, proprio così. Vorresti sprofondare eppure la vocina si è sentita, squillante e ben distinta, nel bel mezzo della fila alla cassa. Le domande dei piccoli sono così, innocenti e in grado di colpire dritto al cuore. Perché loro guardano il mondo senza doppi sensi, inutile diplomazia o tentativi di fuga. Le risposte spesso sono più semplici di quel pensiamo. Il fatto è che siamo noi adulti a dover ritrovare il coraggio dell’onestà che i bambini hanno per natura.

E poi c’è quella domanda, quella che sai che prima o poi arriverà: come nascono i bambini? Ma al momento qui a casa non ci siamo arrivati. Ho tempo per pensare!

 

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Innamorata della vita, dei viaggi, della buona cucina. Smanettona, amo i social e la condivisione, più offline che online: le lunghe tavolate, le domeniche in famiglia, la risate esagerate. Freelance per vocazione, lavoro sul web dal 2009, nel 2013 divento co-founder di PaperProject.it. Nel 2016 realizzo il mio più grande sogno: diventare la mamma di Giacomo.