Dalla sculacciata alla genitorialità positiva. Le punizioni - Mammeacrobate

Dopo aver parlato di diritti dei bambini, affrontiamo oggi il capitolo più difficile ed emotivamente impegnativo della Guida alla Genitorialità Positiva di Save The Children che stiamo leggendo e commentando insieme a voi a dimostrazione del nostro sostegno alla campagna A MANI FERME. Per dire NO alle punizioni fisiche contro i bambini.

Nel capitolo 2 si parla di punizioni, quelle fisiche e quelle, altrettanto insidiose e distruttive, definite denigranti o umilianti.

 

Quando si parla di violenza sui bambini si pensa quasi sempre alla violenza fisica, più o meno grave ma comunque una violenza di tipo corporale.  Senza andare a parlare dei casi più gravi, ci si immagino uno schiaffo o una sculacciata. Non si pensa, purtroppo, a quel tipo di violenza che viene definita psicologica, quella che umilia, sbeffeggia, denigra, quella violenza fatta di parole, sguardi, silenzi che feriscono allo stesso modo, a volte anche più in profondità.

 

In realtà la psicologia definisce “abuso” ogni atto omissivo o autoritario che metta in pericolo o danneggi la salute o lo sviluppo emotivo di un bambino compresa la violenza fisica e le punizioni corporali irragionevolmente severe.

Le punizioni umilianti, secondo Save The Children, sono: gridare, urlare, offendere e sminuire, ignorare, mettere in imbarazzo, mortificare, rifiutare, negare l’affetto, umiliare pubblicamente, minacciare l’uso della violenza sul bambino o su persone, animali, oggetti a cui il bambino è molto affezionato.

 

Ora, alzi la mano chi non ha mai urlato con i propri figli.
Quasi a tutti credo sia capitato almeno una volta di arrabbiarsi così tanto da alzare la voce, urlare e gridare per far capire un concetto, sfogare la propria rabbia, esorcizzare uno spavento appena preso, e chissà per quanti altri motivi…
A me è capitato, diverse volte, l’ultima proprio oggi quando A, inavvertitamente, ha tirato una ginocchiata alla sorellina mentre giocavano sul letto. Mi sono spaventata, ho urlato, me la sono presa con lei per la sua disattenzione. Potevo reagire in altro modo? Probabilmente sì. Ho scaricato con una sgridata la paura, ho pensato che urlando il concetto passasse più chiaramente. Ma è davvero così?

A nessuno piace quando gli si urla contro, quando lo si ignora, quando lo si mortifica.
Perché dovremmo farlo proprio con i nostri figli?

 

Nella Guida di Save The Children leggiamo:

La maggior parte dei genitori spera che le punizioni servano a insegnare importanti lezioni ai propri figli. In realtà, in questo modo, i figli imparano cose ben diverse da quello che i genitori intendono insegnare.

• Le punizioni fisiche e le altre punizioni degradanti indeboliscono il legame tra genitori e figli.
• Le punizioni fisiche e le altre punizioni degradanti compromettono lo sviluppo emotivo del bambino.
• Le punizioni fisiche e le altre punizioni degradanti possono generare sentimenti di rancore e ostilità nei confronti dei genitori che i bambini non riescono a esprimere direttamente.
• Le punizioni fisiche aumentano la probabilità di lesioni fisiche del bambino poiché chi le infligge tende a diventare sempre più violento.

 

E noi siamo sicuri che con una sculacciata o un’urlata stiamo educando davvero  i nostri figli?

Ci piacerebbe sapere cosa ne pensate….

 

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4 Comments

  1. …lo so che non è facile. sono una figlia educata secondo il metodo “tradizionale” italiano. schiaffi, vergogna, umiliazione pubblica (bastano gli amici dei genitori), confronti con altri bambini “migliori di me perchè loro obbediscono”.
    Si, un senso di autostima sotto i piedi (ma per altri si trasforma anche in arroganza, da adulti…). fatica a prendere scelte, e tanto odio per me stessa, sempre insoddisfatta, da aver avuto bisogno di uscirne in anni di psicologo.
    oh, non sono stata bastonata o cosa. semplicemente, sono stata frutto di questa educazione autoritaria.
    non è che uno sculaccione che scivola uccide il bimbo, io sono assolutamente pro raccomandazioni save the children, e contro qualsiasi uso delle mani. Un conto però, per togliere sensi di colpa ai genitori lo dico, è scivolare per esasperazione. un conto è usare questi metodi per tutta la crescita del proprio figlio. e si badi, qui in italia si fa ancora tantissimo!
    la sberla, colpire il viso umilia. insegna “non devi farlo perchè io sono piu forte di te e posso farti male”, non insegna il perchè, una cosa è sbagliata. quando il vostro piccolo si abitua a prenderle, non basteranno mai. difficile cambiare strada. e si caricherà di una rabbia, che vi scaricherà addosso per anni. non iniziate mai.
    ho cercato risposta alla mia sofferenza, all’università. ho preso una laurea in scienze dell’educazione, ho imparato che altri modi ci sono.
    ma sapete il problema quale è? che ci mancano gli esempi di come educare “diversamente da così”. quindi o ci pare impossibile, o ci pare di essere deboli e molli (mi sa da retaggio di fascismo….).
    ho imparato che tra autorità e permissivismo c’è l’autorevolezza. ho imparato che i bambini imparano molto di piu dall’esempio integro dei genitori, e non da quanto sono terribili le punizioni. ho imparato che punire ha un senso se la punizione è legata alla marachella, ma anche che ogni età ha un diverso modo di relazionarsi al mondo, peculiari livelli di comprensione, e se i genitori non si sforzano a capire come funziona la mente e lo sviluppo del proprio piccolo, difficilmente si riesce a cambiare questa barbarie educativa.
    sinceramente, mettetevi in gioco. imparate in quali altri modi si può fare. non lo fate, di conformarvi, solo per paura che vi diano del “debole”. lo faranno, ma che ne sanno alla fine? il problema è di chi giudica.. il vostro piccolo non crescerà dittatore e viziato perchè lo picchiate. ma se lo fate, crescerà debole interiormente e aggressivo. non ve ne sarà grato. o se lo sarà, è perchè anche lui imparerà questo metodo come l’unico possibile.
    da adulti, o rinneghi o diventi uguale ai tuoi genitori. in qualche modo, dobbiamo giustificare ciò che si passa. ma non è questo il modo migliore. e se sempre piu studi lo confermano, perchè chiuderci nell’orgoglio e non provare a capire se possiamo fare meglio.
    diceva una mia docente: “noi non dobbiamo essere contro al bambino che sbaglia. ma alleati a lui, contro il suo errore”.

    • Ciao, chiedo consiglio a voi tutte perché anch’io sono cresciuta con padre dalle “mani pesanti” anche se poi ha cercato di far crescere la mia autostima evitando di paragonarmi a altri. Sono cresciuta dicendo a me stessa che non mi sarei mai comportata come lui qualora avessi avuto dei figli, invece, purtroppo, sto facendo la stessa cosa….cerco di non picchiare mia figlia…cerco di spiegargli in tutti modi che non deve comportarsi così e che non voglio picchiarla, ma lei per risposta mi picchia e a quel punto scattano le sculacciate. Non ho un modello da seguire ma ho la consapevolezza che sto facendo del male a chi amo più di me stessa e questo non voglio farlo.

  2. ….correggo, vostro figlio non crescerà dittatore e viziato perchè NON lo picchiate.

  3. ManuAcrobata

    Grazie G per la tua testimonianza… non è facile, è vero ma le tue parole sono molto importanti e spero che in tanti le leggano. E gli esempi dobbiamo crearli noi e farli girare, dobbiamo parlarne e confrontarci perchè un altro tipo di educazione è possibile e necessaria.
    Un abbraccio
    M