Da bambini ad adolescenti: ma cosa sono diventati? - Mammeacrobate

Sono passati almeno 13 anni da quando è stata fondata la pagina di MAMME ACROBATE. I vostri bambini erano appena nati e voi vi sentivate tutte delle vere acrobate nel riuscire a gestire quei piccoli esserini tanto piccoli quanto esigenti. Ogni vostro momento era fagocitato da lui/lei: cambio patello, allattamento, ruttino, nanna, ricambialo, riallattalo, e il sogno più irrealizzabile: dormire un po’. Tutto questo costellato dagli impegni che già esistevano precedentemente: casa, lavoro.

Ma oggi, oggi che i vostri ragazzi/e sono cresciuti, oggi che sono diventati più alti di voi, come vanno le cose? Come sono i rapporti? Quando vi auguravate “crescerà!” era questo che vi aspettavate?

I vostri figli/e oggi sono adolescenti e per di più sono adolescenti col cellulare, e se vogliamo aggiungere quello che Montalbano chiamerebbe il “carico da 90” sono adolescenti in DAD.

Si sente dire che l’adolescente non è “né carne né pesce” ad indicare che non è più bambino ma non è ancora adulto.

Il bambino è tutto indirizzato ad esplorare il mondo esteriore. Vuole vedere, conoscere, capire e tanto più i suoi genitori lo accompagneranno in questo percorso tanto più sarà felice.

L’adolescente inizia a pensare che il mondo degli adulti, che fino a quel momento gli era apparso sicuro, sia invece pieno di lacune e dubbi e inizia a dubitare della sicurezza dei genitori. Quelle che prima erano figure di assoluto riferimento ora sono figure da contestare. “Io sarò sicuramente migliore di loro” questo pensa l’adolescente degli adulti che ha intorno.

Quindi noi genitori e nonni siamo assolutamente spiazzati davanti ai nostri ragazzi, non li riconosciamo, perdiamo la pazienza. Siamo inadeguati? Assolutamente no. Siamo solo davanti all’ennesimo ostacolo che i nostri figli ci faranno incontrare.

Cosa possiamo fare? Non credo esista un manuale, almeno io non l’ho mai trovato. Credo che ci si debba inventare un approccio nuovo. Credo dobbiamo evitare di trattarli come bambini capricciosi ma riconoscere che stanno crescendo e si stanno facendo un sacco di domande fondamentali sul loro presente e il loro futuro.

Credo che dobbiamo lasciare loro tutta la privacy che richiedono, chiarendo che la nostra presenza al loro fianco non verrà mai a mancare. Il messaggio che deve arrivare agli adolescenti non è un messaggio di critica e insofferenza ma un messaggio di amore, condivisione e presenza.

È difficile? Altroché se lo è. È difficilissimo.

Loro dipendono ancora dagli adulti ma non lo vogliono riconoscere. Sta a noi fargli capire che non si tratta di dipendenza ma di condivisione.

Buona adolescenza mamme acrobate!

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