Il Doposcuola: non aprite quella porta!

Cosa si nasconde dietro la nota pubblicità dell’ovetto di cioccolato, quella in cui i Papà aspettavano, beatamente appoggiati alla macchina, l’arrivo carico di entusiasmo dei propri bambini?

Ecco tutta la verità…

Il Doposcuola

Il Doposcuola è un po’ la Terra di Mezzo degli scolaretti: l’Istituzione è quella scolastica, ma l’apparato governativo è quello delle Barbados.

Arrivo davanti alla porta dell’aula del Doposcuola. E’ chiusa. La cosa mi insospettisce. Provo ad aprire, ma è proprio chiusa a chiave. Busso.

Sento una voce fanciullesca provenire dall’altro lato dello strato ligneo che ci separa.
“Parola d’ordine!”
“Giovanotto, se non apri la porta mi vendo la tua Playstation su ebay”
“Parola d’ordine corretta!”

La porta si apre e un ragazzino di quinta elementare mi fa entrare, mentre un’ondata di fumo mi inonda la faccia e non mi fa vedere più niente. Sento chiudere la porta dietro di me. Mentre cerco di far abituare gli occhi alla luce soffusa del locale, mi sento chiedere:
“Perché sei qui?”
Gli rispondo che sono il padre della Belva Sr.
“Ah. Il Contabile. Vieni con me”

Lo seguo all’interno della stanza, mentre vedo in un angolo una delle due maestre del doposcuola legata e imbavagliata, mentre l’altra è oggetto di una trattativa di scambio per liberare un Game Boy sequestrato e imprigionato nei locali della scuola. Ci siamo. Sono al tavolo.
Seduti intorno ad esso, 8 bambini tutti intenti e concentrati a far circolare dei documenti… non vedo bene con tutto quel fumo… quei disgraziati si stanno fumando il Nesquik!

Uno di loro, forse il capobanda, riceve una telefonata su un IPhone 6+ extra gold platinum placcato oro.
“Sì. Ho capito” lo sento dire. “Va bene. Ora informerò gli altri”
Riattacca. Con calma puccia una Macina nella Nutella e si fa uno shot di latte caldo.
“Signori. L’ho appena saputo. Ora che Tevez è capocannoniere, la sua figurina è quotata 1 a 5.”

Al lato del tavolo, vedo la Belva Sr, con un cappellino da Contabile, che gestisce il traffico delle squadre della Serie B.
Ad un tratto, dal fondo della sala, vedo arrivare un bambino con gli iniettati di sangue e avventarsi su alcune figurine in mano ad un altro bambino seduto al tavolo.
“ODDIODDIODDIODDIO!!! IL PORTIERE DEL SASSUOLO!!! ME LO DEVI DARE! ME LO DEVI DARE! ODDIO! TI PREGO! TI PREGO! TI PREGO! TIPREGOTIPREGOTIPREGO TIPREGO!!! SOLO UNA! SOLO UNA! ODDIODDIO…”
Un tossico delle figurine. Avevo già visto qualche caso, ma non a questo livello.
Vedo il capobanda fare un cenno a due tipi di Quinta.
“Prendetelo e portatelo alla Comunità di Recupero di San Policano”
“NO, NO!!! STO BENE!!! POSSO SMETTERE QUANDO VOGLIO!! VI PREGO!!! SOLO IL PORTIERE DEL SASSUOLO E HO FINITO LA PAGINA!!!! VI PREGO…”
“Portatelo via” sento dire impassibile al capobanda.

Maschi calciodipendenti. Penso invece se avessimo avuto una femmina…che tranquillità.
E come ad avallare questo mio pensiero, mi giro verso il tavolo al centro della sala, e vedo un tavolo di femminucce con la foto di Violetta in mano che dicono “Sai, mio padre mi ha detto che mi porta al concerto di Violetta a Milano con dodici ore di anticipo in modo da prendere i posti in prima fila! Non vedo l’ora di urlare incessantemente per tutta la durata del concerto dentro il suo orecchio!”
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene e, inconsapevolmente cerco qualche banconota per saccheggiare la prima edicola che mi capiterà a portata di mano una volta usciti da qui.

Cerco di attirare l’attenzione della Belva Sr. Lui mi vede, mi fa un cenno e saluta i suoi compari.
“Ragazzi. Devo andare. Mi raccomando. Se volete lo Scudetto della Lazio, domani voglio qui sul tavolo almeno due difensori della Fiorentina.”
E usciamo dalla classe.
“Allora, com’è andata?” gli chiedo. Nessuna risposta.
“Pronto? Com’è andata oggi a scuola?” Nulla. Nemmeno mi guarda.
“Halooo? C’è nessuno?” Niente. Però pare che si sia accorto di una presenza nelle sue vicinanze. Ecco! Mi ha notato!
“Allora?” gli chiedo.
“Ma il numero 10 è importante nella squadra?”
Ancora???? “Prontoooo! Hai capito che ti ho chiesto?” In questo momento mi sembra che mi riconosca come padre, e mi risponde “Eh?”
“Ma mi stai ascoltando? Che ti ho chiesto?” gli chiedo. “Mmmh… se devo fare la pipì?”
Mi si scioglie il sangue nelle vene come a San Gennaro, mentre i bidelli si gettano ai miei piedi al grido di “Miracolo! Miracolo!”

Ma grazie alle potenti tecnologie di cui disponiamo, e ad una sofisticata apparecchiatura che riesce a interpretare il pensiero, possiamo ricostruire quello che è appena successo nel suo cervello.

Cervello: “LALLARALLALLA’ LALLARALLALLA’ BUFFON BUFFON BONUCCI PIRLO VIDAL LALLARALLLALLA'”
Mia Voce, lontanissima fuori campo: “Allora, com’è andata?”
Cervello: “LALLALLERO LALLALLA’ SE MI DANNO LO SCUDETTO DEL CATANIA FINISCO TUTTI GLI SCUDETTI LALLALLERO LALLALLA'”
Mia Voce, lontana fuori campo: “Halooo? C’è nessuno?”
Cervello: “LARALLALLA’ LARALLALLERO, QUESTO AMBIENTE MI E’ NOTO…DOVE SONO? LALLALLA’…LALLALLERO… MI SEMBRA DI SCORGERE UN’OMBRA… BUFFON BUFFON MARCHISIO STORARI OH! MA C’E’ QUALCUNO QUI!”
Mia Voce fuori campo: “Allora?”
Cervello: “Questa faccia non mi è nuova…i capelli scuri… la barba… verso i quaranta… ma è Pirlo! Grande! Andrea Pirlo è venuto a prendermi a scuola! Devo fare una domanda tecnica, per colpirlo…Ma il numero 10 è importante nella squadra?”
Voce fuori campo percepita: “Hohohoo! Piripito Cartapesto?”
Cervello: “Costui ha indubbiamente una faccia nota. Ma non si capisce niente di quello che dice…Un momento! Un momento! Questo è quello che mi ha accompagnato stamattina!!!! Ma che sta dicendo? Vediamo se mi puo’ ripetere…Eh?”
Io: “Ma mi stai ascoltando? Che ti ho chiesto?”
Cervello: “Dunque vediamo. Che mi puo’ aver chiesto? Riflettiamo…da quando sono nato, quei due a 2 cose sono interessati: se ho mangiato o se ho fatto i bisogni. 50 e 50. Ne butto una a caso, vediamo se mi va bene!…Mmmh… se devo fare la pipì?”

Moooolto bene!

photo credit: zurijeta / 123RF Archivio Fotografico

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