Famiglie allargate: perché parlare (e litigare) con gli ex aiuta

Improvvisamente la famiglia allargata bussa alla porta. Toc toc, sono tornata. Speravi di stare tranquilla, eh?

Invece no. La brace, sotto la cenere, è sempre tiepida. Certi sentimenti non si raffreddano mai…

Per fortuna, penserà qualcuno. Ma tra i sentimenti non c’è solo l’amore di San Valentino. Ci sono anche la rabbia, la presunzione, il senso di inadeguatezza, la gelosia, il risentimento, la paura.

Col passare degli anni ho imparato a non oppormi a certe sensazioni, a lasciarle fluire. Anche quelle negative. Diciamo che lascio che il mare si calmi da solo. Le tempeste prima o poi si placano. Perché intervenire lanciando salvagenti, boe e cime quando non possiamo niente contro di essa?

Ogni tanto, però, anche se per esperienza le tempeste passano e il ritmo si riassesta, definire una nuova rotta può essere d’aiuto.

A me è successo ieri. Non voglio entrare nei dettagli. Perché nelle famiglie allargate si va a toccare il pudore, e la riservatezza. Ed è quello che le rende così complesse.

Parlare, parlare e poi ancora parlare…

Ogni tanto, però, bisogna parlare. Scambiarsi dei pareri, tirare fuori dei vecchi dubbi, delle persistenti angosce, delle immotivate sensazioni, dei bislacchi ragionamenti.

Bisogna parlare, parlare, parlare. Col rischio di litigare. Di fraintendere. Di offendersi. Di fare un passo indietro e due in avanti. E poi ancora ascoltare. Recuperare. Ricucire. Comprendere. Riflettere. E bisogna farlo con tutti gli adulti in gioco. Dunque anche con gli ex mariti e le ex mogli. I nuovi compagni e le nuove compagne.

A stare zitti troppo a lungo, si rischia di immaginare una storia, vedere un film familiare che esiste solo per noi. Solo nella nostra testa. Invece i film, nelle famiglie allargate, sono sempre almeno due.

Dunque, da MammaMatrigna veterana, con figli e quasi figli di 13, 6 e 4 anni, dico: rischiate e parlate. Essere genitori acquisiti non è facile, ma neppure essere genitori single o ri-accoppiati separati lo è. Ogni adulto ha le sue idee. I suoi punti di vista. Ci sono le simpatie. Le antipatie. Ma il fuoco deve essere sempre puntato sui figli.

E allora si trovi un modo di parlare dei figli. Magari davanti a un aperitivo una volta ogni sei mesi. Oppure nella pausa di uno spettacolo di teatro cui assistere tutti assieme. Se siamo ancora un passo indietro, si può anche tentare il territorio neutro di uno psicologo familiare. A ognuno il suo modo, e i suoi tempi.

Nessuna illusione, però: senza parlare non si va da nessuna parta. Si resta incastrati nella propria mente e nelle proprie paure.

photo credit: pixabay

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Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

5 Comments

  1. Ciao sono mamma di una dodicenne e matrigna di due ragazzi di 20 e 16 anni. Poichè la ex del mio compagno è avvelenata dall’ odio nei suoi confronti ci rende la vita impossibile. Non essendo riuscita ad annientarlo come papà e come uomo, cerca di metterci in difficoltà sotto il profilo economico. Poiché io sono economicamente più forte, finisce che sono sempre io a mettere mano al portafoglio per salvare lui da questa situazione..Come faccio a vivere serena senza svenarmi? In pratica i ragazzi sono sempre alle pezze, il padre si commuove e dà fondo alle sue pochissime risorse che (tra separazione/mantenimento/mutuo della casa che ha lasciato alla sua precedente famiglia) sono al lumicino e io pago per tutti finendo in effetti col mantenere due famiglie. E si che lei è professionista e pure con altre entrate….Mi sembra di togliere risorse a mia figlia per mantenere i figli di un’altra donna! Vorrei condividere opinioni su questo argomento
    Grazie

    • mammatrigna

      Cara Simona, uno dei ragazzi è maggiorenne. L’altro ha comunque superato la linea d’ombra dei 14 anni, età cui si raggiunge il diritto di scegliere con chi vivere in caso di genitori separati e in cui si acquisiscono alcuni diritti. Io non sono un avvocato, ma solamente una mamma matrigna e quello che mi sento di consigliare sempre è buon senso. Dunque il buon senso mi suggerisce di dirle, perché non prova a parlare onestamente con i suoi due figliastri? Perché non prova a spiegare la situazione?Anche i 20enni hanno diritto, per esempio se studiano, ad essere mantenuti, ma si può anche insegnare loro il valore del denaro. Per quanto riguarda sua figlia, lei scrive “mi sembra di togliere risorse a mia figlia”, ma io credo che i denari (soprattutto se non si hanno problemi di soldi) non siano mai sprecati. Dunque, secondo coscienza, faccia quello che sente e soprattutto ne parli con suo marito. E se proprio non ne venite fuori, provate a parlare con un consulente. Lascerei da parte gli avvocati, prediligendo un consulente familiare o uno psicologo. Un caro abbraccio di felice nuovo anno!

  2. Ciao sono madre di un ragazzo di 16 anni e matrigna di una ragazza di 21. Vivio tutti insieme nella casa del mio compagno. È una lotta tutti i giorni e quando sembra vada tutto bene la ragazza ha comportamenti da menefreghista e sembra quasi le dispiaccia che ci sia armonia. Comportamenti egoisti come se lei vivesse x suo conto. Si compera da mangiare x conto suo e con 1000scuse non pranza o cena con noi . Non condivide nulla se non con il padre ed esclusivamente quando è sicura che non siamo a casa io e mio figlio. Le cose sono peggiorate da quando il padre ha ottenuto il divorzio a gennaio e le visite alla madre sono molto più assidue l ultimo episodio risale a l ultimo week end nel quale è sparita senza dire nulla ed è tornata la domenica notte senza dire nulla al padre. In tutta questa situazione io puntualmente vengo tagliata fuori non che ignorata dalla stessa che fa di tutto x non incrociarsi nemmeno quando siamo in casa visto che ho sta chiusa in mansarda o prendè la macchina e va via. Non chiedo più nulla nemmeno al mio compagno visto che anke solo affrontare l’argomento è fonte di discussione tra di noi. Mi sento afflitta avvilito frustrata. Lo sapevo che era così, ma non così grave la cosa. Mi rasserena sapere che ci sono altre situazioni simili alla mia ma a volte non basta e mi sento sola.

    • Mammatrigna

      Cara Lisa…è la sottile linea rossa tra maleducazione e bisogno di sentirsi grandi (e chiedere, ancora e sempre, attenzioni!!). Io dico sempre: ragioniamo come se fosse nostro figlio naturale. Come e cosa faremmo? Ovviamente il grosso del lavoro, in questo caso, spetterebbe al padre. Trovare il modo di comunicare -senza litigare – a lui che deve mettere dei paletti, sull’educazione di una figlia; e dedicare un po’ di spazio, a questa 21enne che sembra comportarsi come una bambina cresciuta. Senza tralasciare l’altro figlio. Mission impossible? Non per noi matrigne!

  3. Veronica

    Ciao a tutti, sto con mio marito da 5 anni e siamo sposati da un anno..
    Lui è divorziato ed è papà di una bambina di 7 anni.
    È chiaro che quando ci siamo conosciuti la bambina aveva 2 anni.
    si stava lasciando con la sua ex.
    Io mi sono presa degli insulti gratuiti per tanto tempo perché la ex presumeva che io fossi la causa della fine del loro matrimonio, ma non era così, lui si confidava con me e mi raccontava che era da tempo che non andavano più d’accordo.
    Posso dire che all’inizio era bello passare del tempo con la figlia di mio marito, era piccolina e io all’ora avevo 24 anni, mi piaceva fare un po’ la mamma Anke se non ho mai pensato di prendere il posto della sua vera mamma, ma mi piaceva lavarla pettinarla, portarla al parco,era molto tenera ed affettuosa..
    Mentre la ricordo così mi viene da sorridere perché ora ha 7 anni e non è più affatto così..
    Il papà lavora molto quindi mi dedico più io a lei, la vado a prendere a scuola la porto al parco, e in tutto ciò fatica persino a dirmi ciao, le compro il ghiacciolo che mi chiede e non ricevo nemmeno un grazie. Andando avanti cerco sempre di accontentarla in tutto, cucinare quello che le piace, asciugare i capelli come piacciono a lei, ma niente.. Potrei portarle la luna ma è evidente che non mi accetta.
    Magari perché io non accetto lei, quello che faccio, lo faccio perché devo, perché voglio apparire “giusta”
    Ma la verità è che non provo affetto per questa bambina e non capisco se è una conseguenza al comportamento che ha lei nei miei confronti o sono io che porto lei a comportarsi così con me.
    Per me è solo gelosa del suo papà, una volta gli ho parlato perché quando c’era sua figlia io diventavo trasparente,allora glielo fatto notare.
    Da lì è diventato più affettuoso con me Anke quando c’è lei però se da un bacio a me subito dopo deve darlo Anke a lei per non farla ingelosire dice lui e a me vengono i nervi.
    Ma lei non mi sopporta, si vede lontano un miglio, d’altronde per lei sono quella che le ha portato via il suo papà.
    Una volta si è messa a piangere dicendo a suo padre:ma perché tu e mamma non state insieme? Siete belli tutti e due e io vi voglio bene!
    Certo, I bambini si dice sempre sono quelli che ci soffrono di più.. Mah direi che Anke noi matrigne abbiamo degli ostacoli grandi, quando cominci una relazione pensi all’amore e sua figlia era così piccola e tenera che non immaginavo tutto questo.
    Stasera ho discusso con mio marito, forse ho sbagliato a sfogarmi con lui perché rimane sempre sua figlia, ma gli ho detto che mi indispone la sua predenza che mi irrita perché non è riconoscente, perché non mi dimostra mai nulla, mai un grazie, non mi saluta neanke quando arriva o quando va via, proprio non mi considera.
    Comunque mio marito mi ha detto che sono immatura e non posso pretendere da una bambina di 7 anni un atteggiamento di una di 30 anni, sono io che mi devo abbassare a lei, lei è piccola e non capisce, ma io non pretendo chissà che gesti eclatanti.. Vorrei un grazie o un ciao, l’essere considerata qualche volta.. Poi quando siamo noi 3 lei è sempre in mezzo, sul divano,se siamo a tavola deve stare in braccio a sua papà.. Io penso spesso che vorrei un bimbo mio e di mio marito così potrò concentrarmi sull’amore per mio figlio e non badare più così tanto a questa situazione, ma leggendo non è la soluzione!
    La cosa che mi ha fatto più male nella nostra discussione è stata una frase:ricordati che tra te e mia figlia sceglierò sempre mia figlia, quindi cerca di integrarti.
    Si magari si sa…. Però sentirselo dire fa male. Fa male perché l’amore che provo per lui è grande e vorrei essere l’unica persona più importante della sua vita ma nella realtà non è così.
    Mi ha fatto bene leggere le vostre storie perché mi sono resa conto che sono normale.. Mi sentivo veramente immatura ad essere gelosa di una bambina di 7 anni e non riuscire ad accettarla anche perché lei non è per niente affettuosa con me quindi mi risulta veramente difficile affezionarmi anche se la seguo da quando aveva 2 anni.
    Ma leggendo ho visto che non sono l’unica.. Non so cosa fare.. Anke perché quando è con noi io sono una corda di violino sempre tesa..
    E ora al pensiero di trascorrere le 2 settimane estive insieme mi viene l’ansia e la gastrite. Aiutooo