L'ho lasciato e ora mi perseguita. La storia di Clara - Mammeacrobate

Nella Giornata Contro la Violenza sulle Donne ti raccontiamo la storia di Clara, per dire no alla violenza, per sperare che non accada ancora, perché si deve denunciare qualsiasi forma di abuso verbale, psicologico e fisico.

Mi sembrava di vivere una favola. Finalmente avevo trovato un uomo con cui stavo bene. Mi faceva sentire la donna più desiderata del mondo, la più bella: cene, viaggi, continue sorprese. Un professionista stimato, educato, elegante, cosa volevo di più? 

Sin dall’inizio avevo notato la sua gelosia, ad esempio mi faceva velatamente capire che non apprezzava che uscissi da sola e le sere in cui andavo a casa sua dopo un aperitivo o una cena con un’amica lo trovavo di cattivo umore, con il muso. Ma mi dicevo che era normale, lo faceva perché ci teneva a me, non ci vedevo nulla di così strano. Poi con il tempo però, la sua gelosia ha iniziato ad aumentare e dal velato malumore alle scenate fatte di urla e rabbia il passo è stato breve. Tutte le attenzioni che mi riservava e che all’inizio mi piacevano così tanto, hanno piano piano iniziato a darmi fastidio. Erano opprimenti, sentivo che voleva limitarmi la vita ed era una cosa che non avevo mai permesso a nessuno. Un’altra cosa strana poi era il fatto che, nonostante fosse ormai passato quasi un anno, si fosse sempre rifiutato di conoscere i miei amici e lo stesso valeva per i suoi, mai visti. La nostra vita si riduceva a me e lui, perché? 

I suoi modi hanno iniziato a inquietarmi, così un giorno, esasperata dall’ennesima lite, ho ammesso a me stessa che non era quello che volevo, sono andata a casa sua e l’ho lasciato. Non sapevo che quella mia decisione avrebbe segnato l’inizio di un incubo.

Per qualche giorno non si fece sentire. Poi un messaggio “Mi manchi, sto male. Ho solo bisogno di parlarti”. Mi sentivo in colpa, in fondo l’avevo lasciato, ero io la causa del suo malessere. Lo chiamai e ci incontrammo. Prima calmo, sommesso, implorante mi disse che stava soffrendo troppo, che non ce la faceva a stare senza di me. Ma poi, il mio rifiuto ha scatenato in lui un’ira di cui non lo credevo capace: urla, insulti e infine quella minaccia “Stai attenta a te!”

Scappai via. Ero turbata sì, ma pensai fosse una frase detta così, dettata dalla rabbia. Ancora una volta mi sbagliavo.

Le telefonate e i messaggi iniziarono ad aumentare, più non gli rispondevo, più lui si accaniva. Mi chiedeva di perdonarlo, ma poi subito dopo cercava di spaventarmi con nuove minacce, quella di farmi licenziare o di farmi perdere i miei amici inventandosi chissà cosa… Io ero consapevole che fosse impossibile, ma ne ero comunque terrorizzata. Pensavo che se solo lo avesse voluto avrebbe potuto trovare il modo di rovinarmi la vita, lo vedevo più forte di me.

Volevo denunciarlo, ne avevo parlato anche con le mie amiche, ma avevo paura di sue eventuali ritorsioni e mi dicevo che se lo avessi ignorato forse avrebbe smesso. Ma non lo fece.

Le chiamate, i messaggi e le mail continuavano. Iniziò a presentarsi anche all’uscita dal lavoro. Cercavo di ignorarlo, di salire in macchina e scappare via ma oramai vivevo nel terrore più totale. Non riesco a spiegare a parole la sensazione che provavo, mi sentivo braccata e soprattutto sentivo che nessuno avrebbe potuto capire cosa stavo vivendo, mi sentivo sola.

Poi un giorno ho finalmente capito che non era così… e l’ho denunciato. Il primo passo per riappropriarmi della mia vita.

Clara

***

Riappropriarsi della propria vita. È proprio questo che c’è in gioco, una vita che in presenza di abusi, molestie, violenze, vita non è, perché paralizzata dalla paura, dal senso di impotenza e di solitudine.
Sono tante, troppe le donne che in Italia vivono situazioni di violenza, sia fisica che psicologica, come Clara, che ha voluto condividere con noi la sua storia con uno scopo ben preciso: quello di aiutare altre ragazze, altre donne a capire che uscire dall’incubo è possibile, che non sono sole, che vincendo la paura e chiedendo aiuto, è possibile liberarsene.

Noi oggi in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne, vogliamo unirci all’appello di Clara, affinché questa ricorrenza non sia soltanto l’occasione per richiamare l’attenzione su un fenomeno gravissimo che richiede misure urgenti, ma possa servire anche per far sapere alle tante donne e ragazze che ne sono vittima che non sono sole a combattere la loro battaglia, ma che ci sono molte realtà a cui rivolgersi, pronte ad aiutarle. Che arriva il momento in cui dire basta!

 

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