Il rientro a lavoro dopo la maternità: consigli e non solo - Mammeacrobate

mamma torna a lavoroSpesso ci si chiede quale sia il momento giusto, a quale età il distacco è meno traumatico per sé e per il nostro bimbo.
Per alcuni esperti il periodo migliore è dopo il primo anno di vita, quando la dipendenza esclusiva dalla madre si è via via ridimensionata, quando il piccolo inizia a camminare acquisendo quindi una certa autonomia nel movimento e nell’interazione con il mondo esterno e con gli altri.

In molti concordano, qualora non si possa attendere fino al compimento dell’anno, di cercare comunque di evitare il periodo compreso tra gli 8 e 9 mesi, caratterizzato da quella che viene definita “la paura degli estranei” che sommata al distacco dalla madre potrebbe creare maggiori ansie e paure nel piccolo.

Ma esiste davvero un’età giusta per affidare il nostro bimbo alle cure di altre persone?

E quale sarebbe la soluzione migliore: i nonni, la baby sitter o l’asilo nido? Ma soprattutto, alla stabilità psichica ed emotiva della mamma, che oltre a lasciare il proprio piccolo deve per giunta tornare a lavoro (mica va a fare shopping!), chi ci pensa?

Ovviamente non troverete qui risposte “giuste e univoche” a queste domande, sarebbe troppo semplice. Fa parte del gioco, questo è il “duro lavoro del buon genitore“, trovare risposta a qualsiasi dubbio, soluzione a qualsiasi problema.
Sappiate che ogni scelta comporterà sempre dei lati positivi e dei lati negativi, ma sarà pur sempre la vostra scelta, ragionata sulle esigenze della vostra famiglia e su molti altri fattori importanti quali l’età del piccolo al momento del rientro a lavoro, la disponibilità dei nonni a darvi una mano, la vostra situazione economica, la tipologia e gli orari del lavoro che state per riprendere.

 

Vi vogliamo dare qualche piccolo consiglio di ordine pratico; utile, forse, a farvi sopravvivere al fatidico distacco.

  • Cercate, se potete, di rientrare a lavoro con un orario ridotto, approfittate delle ore di riposo giornaliere per un rientro più graduale che gioverà a entrambi (per riposo giornaliero non si intende – ahimè – che potete stare sdraiate sul divano…).
  • Se decidete di affidare il vostro bimbo ainonni non trascurate di dedicare qualche giorno ad una sorta di “inserimento” benché il piccolo li conosca già e li adori. Vostro figlio dovrà infatti abituarsi a trascorrere con loro anche i momenti che prima condivideva solo con voi come nanna, pappa, cambio pannolino, capricci, etc… etc…
  • Se il vostro bimbo ha un oggetto a cui è particolarmente legato, che gli possa far  “compagnia” durante la vostra assenza come un peluche, uno straccetto, una maglietta, o anche il ciuccio, fateglielo portare con sé: sarà per lui consolatorio e importante avere qualcosa che gli garantisca continuità con la propria casa e che rappresenti la mamma anche quando è lontana. Potrete anche lasciargli in pegno una vostra foto o qualcos’altro che vi appartiene (un foulard, una maglia, etc…). In questo modo diventerà più facile per il piccolo l’associazione tra voi e l’oggetto prescelto. Altri giochi invece rimarranno stabilmente dai nonni/baby-sitter/nido per essere ritrovati quotidianamente, dando ulteriore senso di sicurezza e continuità.
  • Se la vostra scelta ricadrà sulla baby sitter, assicuratevi che prima passi un tempo discreto con il bambino e che vostro figlio sia assolutamente a suo agio con questa persona.
  •  Se la scelta ricade invece sull’asilo nido, ricordate che di norma durante il primo anno i bimbi si ammalano spesso (alcuni spessissimo, purtroppo!). Meglio cercare subito una baby sitter da chiamare all’occorrenza facendola preventivamente conoscere al vostro bimbo.
  • Se lo lascerete a nonni o baby sitter, potrà essere utile munirli di un quadernino con annotate le abitudini e gli orari del vostro bimbo, così che possa essere loro di aiuto per meglio interpretare i pianti o i segnali del piccolo, soprattutto se il bimbo è ancora un lattante.
  • Se allattate al seno munitevi di un buon tiralatte e iniziate per tempo a preparare delle scorte di latte per quando rientrerete a lavoro. Sappiate che il latte materno si può conservare in frigorifero fino a 5 gg a temperatura compresa tra 0-4 gradi, se congelato può durare fino a 3 mesi.
  • Se rientrerete a lavoro prima del 6° mese di vostro figlio, non preoccupatevi per lo svezzamento, lo potrete comunque seguire voi iniziando con la sostituzione del latte della cena, anziché con quello del pranzo (non vi perderete in questo modo i lanci in lungo di pappe e pappine in giro per la cucina e sui vostri vestiti).

 

Per la sfera emotiva, per sopravvivere a quel turbinio di emozioni, malinconie, preoccupazioni che probabilmente vivrete, non ci sono grandi e saggi consigli, a parte ricaricare il cellulare per poter chiamare almeno una ventina di volte a casa chiedendo come sta il vostro bimbo.
Siete mamme, siete lavoratrici, siete acrobate, armatevi di forza e coraggio e gioite dei lati positivi.

 

  • Potrete finalmente riprendere a interagire con persone la cui età non si calcola più in mesi ma in anni…
  • Potrete di nuovo indossare abiti femminili abbandonando la vecchia e logora tuta che vi ha accompagnate finora (confessatelo, non abbiate paura, ci siamo passate tutte!).
  • Potrete parlare di argomenti diversi da poppate, pannolini, coliche, pianti isterici, capricci, gattonamenti, e chi più ne ha…
  • Potrete pranzare senza dover imboccare nessuno eccetto voi stesse.

 

In poche parole, avrete di nuovo del tempo per voi! Sapete quante cose si riescono a fare nel tragitto casa-lavoro/lavoro-casa? Si può spettegolare al telefono con le amiche, leggere, truccarsi (attenzione a farlo su un autobus in curva!), pensare in assoluto silenzio (quasi un miraggio, vero?) solo a voi stesse. Mica male, no?

 

E voi? Avete qualche altro consiglio da dare? 

 

Author

Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com

6 Comments

  1. Non si può essere una mamma acrobata serena senza avere vicino una nonna acrobata…questa è l’unica certezza che ho da quando sono diventata mamma quasi 3 anni fa.

    Questo non significa che i nostri figli non possano esserlo anche se seguiti da baby sitter o asili vari…ma noi di certo non lo saremo…almeno per un po’ di mesi

    Ho iniziato a lavorare che mio figlio aveva solo 2 mesi e credo, anzi sono certa, che non avrei potuto vivere il distacco con la stessa serenità che solo la presenza di mia mamma ha reso possibile.

    Il tiralatte, gli interminabili abbracci che davo a mio figlio quando eravamo insieme e che mi portavo nel cuore quando eravamo lontani, il suo odore e mia mamma sono state i pilastri dei miei primi mesi da mamma. Mesi emozionanti, ricchi ma anche tanto difficili, materialmente e psicologicamente. Ritagli di sonno, corse in motorino, coccole e poppate, un marito prezioso che è sempre stato ed ancora è un padre più che presente…tanti dubbi…farò bene? Ma lui ne risentirà? Sarà un bambino sereno? I dubbi che abbiamo tutte ma che la lontana fisica non fa che accentuare…

    Adesso li guardo. Più uniti che mai. Più innamorati che mai. Sereni, amici. Mio figlio ovviamente sa esattamente, e lo sa da quando ha iniziato a parlare, dove siano la mamma e il papà, a che ora tornano, che si lavora per guadagnare i soldi… e, per quanto legato alla sua nonna,…è me che vuole sposare!!!

    Ora l’abbiamo comunque iscritto all’ultimo anno di nido certi che per lui non potesse che essere un toccasana. E così è…lui è felice… e io sono felice di questa possibilità che ho avuto di vivermi i suoi primi mesi di vita con la certezza della figura che aveva accanto!

  2. lia_damico

    sono tra le poche fortunate che ha potuto godersi tutti i congedi possibili e quindi sono rientrata al lavoro che il mio Federico aveva quasi 11 mesi, ma non sono tra le fortunate che hanno nonni disponibili…
    con mio marito eravamo d’accordo nell’aspettare che avesse almeno 1 anno prima di iscriverlo al nido, quindi per un paio di mesi è stato accudito da una mia vicina di casa, che essendo casalinga, si è messa a disposizione delle mamme del condomionio (x ora io e un’altra).
    esperienza positiva, non ha mai fatto storie quando lo lasciavo, e gli allungava le braccia per farsi prendere. sarà anche che Federico ha un buon carattere ed è molto socievole.
    all’inizio di quest’anno abbiamo fatto l’inserimento al nido perchè volevamo che Federico stesse in compagnia degli altri bimbi, cosa che adora, e anche qui è andato tutto liscio. al mattino quando lo lascio mi saluta con la manina e mi manda un bacino, e così io vado via con il cuore colmo di gioia nel vedere i suoi sorrisi.
    Con il mio lavoro purtroppo non è andata così bene, premetto che sono rientrata nuovamente incinta.
    Prima di sapere che sarei di nuovo rimasta a casa in maternità, mi hanno detto che mi avrebbero dato tutto l’appoggio possibile per agevolare il mio rientro (conferma del telelavoro – che già facevo da 2 anni, part-time ecc…) quando ho comunicato che ero incinta è cambiato tutto. mi hanno tolto i clienti che gestivo, non mi hanno concesso il part-time e ho consumato tutti i permessi e ferie possibili…
    ora sono a casa in maternità anticipata (ho avuto qualche piccolo problema, ma per fortuna rientrato) e rientrerò al lavoro tra più di un anno, ma già mi viene male…

  3. lia_damico

    sono tra le poche fortunate che ha potuto godersi tutti i congedi possibili e quindi sono rientrata al lavoro che il mio Federico aveva quasi 11 mesi, ma non sono tra le fortunate che hanno nonni disponibili…
    con mio marito eravamo d’accordo nell’aspettare che avesse almeno 1 anno prima di iscriverlo al nido, quindi per un paio di mesi è stato accudito da una mia vicina di casa, che essendo casalinga, si è messa a disposizione delle mamme del condomionio (x ora io e un’altra).
    esperienza positiva, non ha mai fatto storie quando lo lasciavo, e gli allungava le braccia per farsi prendere. sarà anche che Federico ha un buon carattere ed è molto socievole.
    all’inizio di quest’anno abbiamo fatto l’inserimento al nido perchè volevamo che Federico stesse in compagnia degli altri bimbi, cosa che adora, e anche qui è andato tutto liscio. al mattino quando lo lascio mi saluta con la manina e mi manda un bacino, e così io vado via con il cuore colmo di gioia nel vedere i suoi sorrisi.
    Con il mio lavoro purtroppo non è andata così bene, premetto che sono rientrata nuovamente incinta.
    Prima di sapere che sarei di nuovo rimasta a casa in maternità, mi hanno detto che mi avrebbero dato tutto l’appoggio possibile per agevolare il mio rientro (conferma del telelavoro – che già facevo da 2 anni, part-time ecc…) quando ho comunicato che ero incinta è cambiato tutto. mi hanno tolto i clienti che gestivo, non mi hanno concesso il part-time e ho consumato tutti i permessi e ferie possibili…
    ora sono a casa in maternità anticipata (ho avuto qualche piccolo problema, ma per fortuna rientrato) e rientrerò al lavoro tra più di un anno, ma già mi viene male…

  4. manuacrobata

    ciao Lia
    purtroppo mancano dei veri supporti alle aziende e alle madri che agevolino la maternità e il successivo rientro a lavoro.
    Non si può certo negare che per un’azienda (magari con pochi dipendenti) l’assenza di una dipendente per mesi arreca grave disagio e se il rientro della lavoratrice è accompagnato dall’annuncio di una nuova gravidanza, purtroppo lo sconforto può prendere il sopravvento.
    Con questo non voglio dire che azioni di mobbing o demansionamento siano giustificate. Voglio invece dire che bisogna attuare azioni più concrete a sostegno sia delle madri che delle aziende perchè forse se i vantaggi per i datori di lavoro fossero maggiori o semplicemente meglio comunicati, magari almeno un pochino si riuscirebbe a scalfire questa ottusa mentalità che vuole la lavoratrice che decide di procreare diventare automaticamente una lavoratrice di serie B, quasi un peso per l’azienda.
    Nelle prossime settimane approfondiremo molto l’argomento e pubblicheremo anche degli esempi di best practices perchè le aziende “illuminate” esistono, ne ho la prova!
    ciao!
    manuela

  5. cristella

    La mia esperienza dal punto di vista sia familiare che lavorativo è stata ed è positiva.

    Sono rientrata in ufficio quando la mia bambina aveva 10 mesi e 10 giorni , poichè ho lavorato l’8° mese di gravidanza e ho potuto godere di tutto il congedo maternità compresa la facoltativa.

    La nostra scelta (mia e di mio marito) è caduta sul nido per lasciare i miei genitori più liberi dal momento che da pensionati si sono lanciati, con nostra (di mia sorella e mia) grande approvazione), in molte iniziative di volontariato.

    Fino al compimento del 1 anno mi sono resa conto che il nido è stata più una scelta buona per noi genitori che non per la nostra bambina, anche se Lucia è sempre andata volentieri senza particolari problemi.
    Dopo l’anno è diventata un’esisgenza di Lucia: ci raccontava , ovviamente a modo suo, di suoi compagni e delle sue maestre e , anche a casa giocando faceva finta di andare all’asilo e riproneva con noi i giochi e le canzoni cantate all’asilo.

    I miei genitori sono ovviamete stati e sono tuttora molto presenti: per la gestione malattie e per gli imprevisti (sono pendolare e i ritardi del treno possono essere davvero importanti, e poi se mi dimentico di comprare il latte, mio papà me lo fa trovare nel frigorifero…basta una telefonata).

    Lavorativamente non ho avuto nessun problema: mi hanno concesso 2 giorni di telelavoro, ho ripreso le mie mansioni, anzi con qualche responsabilità in più.

    Ora la mia bambina a 2 anni e io sono in attesa del secondo/a da 5 mesi. So che potrò godere dell’intero congedo di maternità e non avrò porblemi al mio rientro.

    L’unico vero problema di questi 2 anni di cui purtroppo non vedo soluzione è la situazione lavorativa di mio marito.

    Per la società in cui lavora non è concepibile che un papà si occupi della famiglia…per quello ci sono le mamme e le nonne. Per cui, nonostante il preziosissimo aiuto dei miei, sia io che mia figlia ci ritroviamo a sentire la mancanza del nostro uomo di casa (12/13 ore al giorno + il sabato mattina lavorativi sono davvero troppe).

    Ora per questo seocndo/a figlio/a mio marito vorrebbe prendere 1 o 2 mesi di paternità (non perchè ci sia realmente bisogno, ma per poter stare con i suoi figli a tempo pieno almeno per un breve periodo), sappiamo già che al suo ritorno si ritroverebbe a fare fotocopie!!!!

    p.s. Per il secondo/a figlio/a il nido non sarà più una scelta fatta per necessità, ma perchè pensiamo che sia davvero l’opportunità migliore fra tutte (babysitter e nonni). Magari in un altro momento vi racconterò perchè.

  6. fiorellinofelice

    Segnalo il servizio Tagesmutter dell’Associazione Piccoli Mondi di Reggio Emilia dove i bambini sono accolti in casa da mamme adeguatamente formate e seguite da una rete di esperti. Un servizio flessibile ed economico, ottimo per chi lavora part-time o a turni.
    Per info: http://www.piccolimondi.org