Psicopatologia del post-partum: baby-blues, depressione post-partum e disturbo da parto traumatico - Mammeacrobate

depressione post partum

Il parto è per ogni donna un momento “catastrofico” nel senso strettamente etimologico del termine (in greco la “catastrofè” è una svolta radicale, uno stravolgimento): l’evento di per sé è estremamente intenso, richiede una straordinaria mobilitazione di energie fisiche e psichiche e da quel momento in poi ci sarà una nuova piccola vita di cui occuparsi che cambierà radicalmente l’esistenza della neo-mamma.

Se tutto va bene la donna può ricordarlo come momento di grande “potenza” personale che culmina nella gioia di avere tra le braccia la propria creatura. Per altre mamme invece il parto rappresenta un’esperienza catastrofica nel senso comune del termine, ovvero un evento molto spiacevole che ancora attiva emozioni e ricordi negative, oppure che ha dato l’avvio ad un periodo successivo molto difficile in cui la gestione del neonato e la relazione con lui non sono state del tutto serene e piacevoli.

I disturbi psichici che si possono manifestare nel post-partum sono di diverse tipologie e gravità ed è importante riconoscerle per farvi fronte nel modo più adeguato. Qui di seguito una “panoramica” su questi disturbi per aiutare la neo-mamma e chi le sta vicino a conoscerli, distinguerli e avere un’idea di come eventualmente affrontarli.

IL  “BABY BLUES”

E’ un malessere leggero, benigno e transitorio che solitamente compare 3-4 giorni dopo la nascita (in coincidenza col ritorno a casa, dove ci si ritrova improvvisamente da sole col piccolo) e si risolve nel giro di due settimane circa.

Colpisce il 70% delle puerpere di cui solo il 20% degenera in depressione post-partum. La neo-mamma si sente triste, spossata e ha un’inconsueta facilità al pianto. Ha una buona componente di cause fisiologiche-ormonali combinate alle forti emozioni e allo stress da parto e dell’essere diventata mamma. Di norma si risolve da solo e ricevere aiuto e sostegno nella gestione della casa, del piccolo e per avere qualche momento per sé (dal marito, da una nonna o anche avvalendosi di una collaboratrice domestica o di amiche) contribuisce a non farlo degenerare. Anche la condivisone e lo scambio di esperienze con altre neo-mamme, che spesso avviene anche nei forum on-line, si rivela utile.

Ne riparleremo in maniera più approfondita nelle prossime settimane, cercando di suggerire delle strategie per capire se il problema è risolvibile senza interventi specialistici e per uscirne velocemente e al meglio.

DEPRESSIONE POST-PARTUM

Se ne sente parlare molto, è il disturbo del puerperio più temuto dalle donne incinte. Colpisce il 10-20% delle puerpere (i dati in letteratura sono discordanti). baby bluesPuò variare molto in gravità, da forme più lievi ad altre più preoccupanti. I sintomi durano da qualche settimana fino ad un anno.

E’ caratterizzata da profondi vissuti di tristezza, mancanza di piacere e di voglia di fare le cose e di uscire di casa, pensieri pessimistici, mancanza di interesse/ostilità/ansia eccessiva per il bambino, pianto, angoscia, paura a stare sola col bimbo, stanchezza, disturbi del sonno e dell’appetito. La neo-mamma ha la sensazione di essere inadeguata nel suo nuovo ruolo, si sente colpevole (“sono una cattiva mamma”), non prova gioia per il lieto evento e si vergogna per questi pensieri ed emozioni. Spesso ha il timore di poter fare del male al neonato e di perdere il controllo. E’ determinata da fattori psicologici: l’esperienza del parto, il riemergere di problemi personali spesso legati alle relazioni coi propri genitori, il cambiamento del proprio senso di identità come donna, moglie e professionista, la paura di rimanere isolate rispetto alle precedenti amicizie, l’essere già predisposte ad avere disturbi dell’umore o di ansia, non avere supporto da parte del partner o della famiglia di origine, conflitti di coppia, condizioni socio-economiche precarie,una storia personale difficile etc.

Corsi di preparazione al parto ben condotti o consultazioni psicologiche individuali con donne in gravidanza dovrebbero essere mirati a individuare le persone a rischio e a cercare di fornire a tutte strumenti per prevenire il disturbo. Neo-mamme che presentano depressione post-partum devono farsi aiutare da uno specialista (psicoterapeuta e in casi più gravi anche uno psichiatra) che le aiuterà a trovare il sostegno adeguato e risolvere il problema. E’ importante che questo disturbo venga affrontato e curato, non solo per il benessere della donna ma anche perché la depressione materna ha ricadute sul bambino che non vanno trascurate.

PSICOSI DA PARTO

E’ piuttosto rara e va dall’immediato post-partum a 6 mesi dopo. E’ un quadro psicopatologico molto grave, caratterizzato da ossessioni, manie, allucinazioni, perdita del senso della realtà e della propria identità. E’ una psicosi a tutti gli effetti che richiede un immediato intervento psichiatrico (c’è rischio di suicidio e infanticidio).

DISTURBO POST-TRAUMATICO DA PARTO

Meno conosciuto, ma piuttosto diffuso e importante da riconoscere, si manifesta da 1 a 6 mesi dal parto e può evolvere in grave depressione post-partum. I sintomi sono quelli tipici di chi ha vissuto un’esperienza traumatica: ansia, incubi, flashback (si rivivono le immagini brutte dell’evento), stati di panico, evitamento di luoghi e pensieri associati al parto, senso di solitudine, sensazione di sentirsi perse, senso di inadeguatezza, rabbia. Le esperienze traumatiche che più comunemente lo causano sono: travaglio molto lungo e doloroso, cesareo d’urgenza, aver vissuto il parto con forte senso di impotenza/incapacità/perdita di controllo, non essere state rispettate e considerate adeguatamente dal personale sanitario, aver subito violenza. C’è anche una correlazione con la depressione post-partum e spesso viene scambiato per tale.

Si può trattare con efficacia e rapidità con EMDR, un approccio psicoterapeutico che consente di elaborare velocemente e con sollievo duraturo le esperienze traumatiche. Affrontare e risolvere il trauma da parto è particolarmente importante soprattutto quando si desiderano altri figli e l’esperienza negativa precedente porta a non desiderare più di averne altri.

Sul sito www.emdritalia.it si trova l’elenco degli psicoterapeuti specializzati nel trattamento delle esperienze traumatiche elencati per regione e città.

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