Pediatra di base: come sceglierlo - Mammeacrobate

Quando si parla di medici ognuno di noi ha un differente approccio. C’è chi, come me (ipocondriaco) ha bisogno di avere un medico di fiducia e riferimento e al minimo problema si reca dallo specialista e chi, al contrario, non si fa mai visitare lasciando che i disturbi passino da sé. Che apparteniate alla prima o alla seconda categoria, la vostra prospettiva è destinata a cambiare  radicalmente quando si parla della salute dei vostri figli.

Quando lasciate il reparto maternità con il vostro fagottino in braccio, senza nemmeno uno straccio di libretto delle istruzioni, l’unica indicazione che vi viene data è quella di rivolgervi, per qualunque  problema, al vostro “pediatra di base“. Già, quella figura che dovrebbe prendere in carico vostro figlio e condurlo in salute fino all’adolescenza. Che dovrebbe conoscerlo (e conoscervi), interpretare le sue esigenze (e rincuorarvi) e dare dei buoni consigli su temi fondamentali come la salute, il benessere, la crescita e l’alimentazione del nuovo nato.

Appare chiaro che la scelta del pediatra di base è delicata. Purtroppo i pediatri di base non vengono esposti elegantemente sugli scaffali di un apposito supermercato. Né tanto meno è possibile accedere a dei video promozionali nei quali ciascun dottore si presenta e vanta le sue doti (un po’ come accade in certi programmi per teenagers in onda sui canali musicali).

Pediatra di base: si sceglie all’ASL

I poveri neogenitori devono recarsi presso l’ASL di competenza e un impiegato, dopo avervi fatto compilare un apposito modulo, vi chiede di scegliere tra due o più nomi (se siete fortunati) o vi impone un nominativo se (come me) non siete fortunati. In pratica, nella migliore delle ipotesi, avete 30 secondi per scegliere chi si occuperà della salute di vostro figlio per i prossimi 14 anni.
La superficialità di questo sistema è sconvolgente. Eppure non ci sono alternative. Non è possibile ricevere nemmeno un piccolo profilo, delle referenze, riguardo al medico in questione.
I metodi di scelta si limitano al passaparola (nella migliore delle ipotesi) o alla comodità degli orari o alla vicinanza a casa. Va da sé che non si tratta di criteri di scelta propriamente “scientifici”. Il rischio di fare una scelta infelice è purtroppo estremamente elevato.

Vademecum per mamme: come scegliere il pediatra di base

1) Informarsi presso le mamme del proprio paese (o quartiere) sul pediatra o i pediatri di base disponibili sul territorio. Chiedere se sono disponibili telefonicamente, se ricevono tutti i giorni, se prendono appuntamento e se ricevono bambini sani per i controlli e bambini malati in momenti diversi, se effettuano visite domiciliari.

Un pediatra che ha sempre il telefono spento, che risponde mezz’ora al giorno, che riceve insieme bambini sani e malati è tendenzialmente da evitare.

2) Nel fare le domande suggerite al punto 1 esiste una discriminante fondamentale: chiedete sempre se il bambino della mamma in questione si ammala spesso o se invece vede il pediatra solo ogni 6 mesi per il controllo. L’opinione di una mamma “controllista” sarà quasi sempre buona e purtroppo spesso inattendibile. L’affidabilità di un pediatra si giudica – ahi noi – nel momento del bisogno. A pesare e a misurare sono tutti bravi!

3) Altra domanda da fare è “quando il bambino è malato vi rivolgete al pediatra di base?” . Se la risposta è SI, allora potrete segnare una crocetta a favore del candidato in questione, se la risposta è NO e le mamme “interrogate” si rivolgono a pediatri privati, beh, allora cancellate il candidato dalla vostra lista.

4) Informatevi sempre sulla disponibilità del pediatra a visitare vostro figlio. Spesso i pediatri di base tendono ad evitare le visite. Rispondono solo telefonicamente e per pochi minuti al giorno e devono essere letteralmente pregati per concedervi un incontro. Ora, è naturale che un primo contatto telefonico è assolutamente un ottimo metodo di discernimento e che non è logico pensare di inondare il medico di richieste di visita ingiustificate, ma non è nemmeno pensabile che un bambino debba avere la febbre a 40 per 5 giorni prima di ”meritare” una visita.

Se sarete brave ad ottenere le informazioni che vi ho illustrato avrete modo di fare una saggia scelta e di evitare il rischio di incappare in brutte sorprese.

Se siete tra le sfortunate che come me abitano in un paesino e hanno a disposizione un solo pediatra e pessimo, allora non avrete altra scelta che trovare un professionista privato che risponda alle stesse caratteristiche che vi ho sopra elencato.

Alternativamente potrete compilare moduli di protesta e accapigliarvi con gli impiegati dell’ASL ma, ahimè, non otterrete altro che risposte vaghe e di circostanza. La possibilità di ottenere un cambio fuori circoscrizione è poca, a meno che non troviate un medico che è disponibile e ha la possibilità di accettare il vostro bambino.

Suggerisco tuttavia a tutte le mamme che come me hanno avuto e tuttora hanno questo problema di non mollare la presa.
Ci sono ottimi pediatri di base e pessimi pediatri di base.
Uniamoci e sporgiamo lamentele, raccogliamo firme, muoviamo le acque, perché se è vero che per la salute dei propri figli si è disposti a spendere, a costo anche di fare dei sacrifici, è anche vero che quello al pediatra di base è un diritto inalienabile e riconosciuto dalla legge, per il quale ciascuno di noi deve battersi come genitore e come cittadino.

Diritto d’autore : Katarzyna Białasiewicz

Author

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2 Comments

  1. cristella

    Condivido totalmente l’articolo.

    Fortunatamente anche se con poca consapevolezza, ho seguito il vademecum descritto per la scelta della pediatra di mia figlia e devo dire che sono molto contenta.

    Sono passata da essere la mamma di una bambina che si ammalava spesso (all’inizio della frequentazione del nido) ad una mamma “controllista”. In entrambi i casi mi sono trovata bene.

    Inoltre ho apprezzato molto l’iniziativa dell’asilo del mio paese che coinvolgendo i pediatri di base (tra cui quella di mia figlia) ha proposto due incontri: uno sulle malattie frequenti della prima infanzia e il secondo sull’alimentazione del bambino (penso sia importante consultare il pediatra anche per questo e non solo per le emergenze).

    L’apprezzamento deriva dal fatto che in questi incontri hanno dato una sorta di “libretto delle istruzioni” molto utile alle neo-mamme per non andare in panico alla prima malattia.
    In secondo luogo ho apprezzato il contributo della “mia” pediatra (che ho scoperto poi essere stato gratuito) che si è dimostrata molto disponibile all’ascolto e ad essere distrubata anche solo con lo scopo di tranquillizzare mamme dubbiose.

    La pediatra di mia figlia fa capo all’ASL dell’ambito territoriale su cui insiste il paese dove risiedo, tuttavia l’ambulatorio non è in paese; perciò ho dovuto richiederla esplicitamente e non mi è stata proposta dall’ASL, ma non ho avuto problemi a vedermela assegnata.

    Alla prossima 😀

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