Si può ancora morire di parto? Dall'ISS una Linea Guida per le neomamme

Sappiamo quanto il periodo che segue il parto sia delicato e richieda attenzioni specifiche per assicurare alle neo mamme il miglior livello di salute e benessere possibile.

Proprio in quest’ottica, è notizia di questi giorni la realizzazione della prima Linea Guida italiana evidence based sulla prevenzione dell’emorragia post partum (EPP), presentata lo scorso 24 ottobre dall’Istituto Superiore di Sanità.

Si tratta di una Linea Guida che raccoglie le migliori evidenze cliniche a supporto di quella che, purtroppo, resta la prima causa di mortalità e grave morbosità materna a livello mondiale e che ha l’obbiettivo di promuovere le buone pratiche cliniche nella gestione dell’EPP.

Un lavoro, frutto di un gruppo multidisciplinare di esperti,  che individua alcuni importanti focus, tra cui:

  • l’identificazione precoce del rischio della donna,  come ad esempio precedenti emorragie del post partum o tagli cesarei, una gravidanza gemellare o un bambino di peso superiore a 4 kg alla nascita;
  • una migliore comunicazione tra professionisti, la neomamma e i suoi familiari sin dall’esordio del quadro clinico;
  • l’appropriatezza all’indicazione del cesareo;
  • il monitoraggio della neomamma durante il post partum.

La versione divulgativa della Linea Guida sarà diffusa nei servizi sanitari frequentati dalle donne in età riproduttiva per permettere loro di affrontare un’eventuale emergenza con maggiore competenza e consapevolezza.

Morire di parto: la situazione in Italia

Nell’ambito delle stesse attività di ricerca da cui è nata l’idea di questa Linea Guida, è stato anche possibile stimare, grazie al sistema di sorveglianza della mortalità materna coordinato dall’ISS in 8 regioni che coprono il 73% dei nati in Italia, non solo un rapporto di mortalità materna pari a 9 decessi ogni 100.000 nati vivi, ma anche la proporzione di morti materne dovute a emorragia ostetrica.

Le regioni coinvolte nella sorveglianza sono: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Tra il 2006 e il 2012 su 100 donne morte a seguito di complicazioni ostetriche della gravidanza e del parto, 43 sono decedute per emergenze emorragiche.

Il rapporto di mortalità materna stimato nel nostro Paese (9/100.000 nati vivi) si colloca nei valori medio-bassi europei, in analogia a quanto stimato in Francia e nel Regno Unito. Al contrario, la proporzione di decessi materni ascrivibili a complicazioni emorragiche è superiore rispetto a quella rilevata in altri paesi economicamente avanzati.

“Quella presentata è una linea guida di estrema importanza –  ha dichiarato Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – nonostante l’Italia sia tra i Paesi europei con i minori tassi di mortalità materna si può fare di più. Grazie ai progetti finanziati dal Ministero della Salute stiamo, infatti, cercando di rendere sempre più capillare la sorveglianza di questo fenomeno perché ci siano sempre meno morti evitabili. Anche questa linea guida, frutto della sorveglianza coordinata dall’ISS, va in questa direzione”.

Un passo importante per la salute materna che ci auguriamo possa dare un incisivo contributo e fare la differenza.

Fonti: ISS

photo credit: Vitamin – pixabay

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