Femminicidio: questa volta aveva 16 anni - Mammeacrobate

Siamo sconvolte, inutile negarlo o pensare oggi di scrivere e parlare di altro. Siamo sconvolte come credo chiunque… Siamo sconvolte di nuovo, di fronte all’ennesimo caso di violenza inaudita ci vien da dire [tra]persone indifese…

Abbiamo dei figli piccoli, oggi, che cresceranno e domani saranno adolescenti e adulti, avranno 16 anni e poi 18 e poi 25 e poi 32 e poi 47… Perché non c’è un’età per morire uccisi da chi pensavi ti amasse… purtroppo non c’è un’età…

E allora le domande che affollano la mente sono tante e meriterebbero tutte una risposta ma questa risposta esiste? E chi ce la può dare?

Perché l’amore si trasforma in morte?

Perché dopo i primi lividi la storia continua?

Perché tutti sanno e nessuno dice nulla?

Perché le famiglie non intervengono?

Perché gli amici parlano sempre a tragedia avvenuta?

Perché dopo la prima denuncia tutto torna come prima?

Perché deve morire bruciata viva una ragazzina di 16 anni?

Perché?

E noi, noi cosa possiamo fare? Noi cosa dobbiamo fare? Noi che abbiamo figli piccoli, maschi e femmine, che un domani avranno 16 anni e poi 18 e poi 25 e poi 32 e poi 47, noi cosa possiamo fare? Cosa possiamo dire loro oggi che li aiuti a non trasformare un giorno l’amore in morte?

Nella nostra mente rimbomba anche il commento di questo compagno “Era una brava ragazza e non meritava di fare la fine terribile che ha fatto”. Se fosse stata una “cattiva ragazza” l’avrebbe meritato?

Perché ogni volta che succede qualcosa di drammatico che coinvolge i minori…in cui “tragici protagonisti” sono giovani, che siano vittime o presunti carnefici, il nostro pensiero è che la responsabilità, in fondo, è prima di tutto di noi genitori…

E poi fateci dire due parole sul “dovere di cronaca“… Ma possibile che si debba perdere tempo a ricamare sulla disperata difesa di questa ragazza e non rendersi conto che scrivere cose tipo “Il ragazzo venerdì non era andato a scuola… Il giorno prima aveva litigato con Fabiana. Ha trascorso tutta la notte a rimuginare e riflettere su come riallacciare quel rapporto. Poi ha atteso la sedicenne all’uscita dalla scuola”…con un coltello?? Ma perchè invece non ci facciamo qualche domanda sulle nostre responsabilità? Di tutti noi…genitori, educatori, comunità…

Troppe domande non avrenno una risposta ma noi vi chiediamo di aiutarci a capire se sia davvero così?

Noi cosa possiamo e dobbiamo fare? Davvero l’unica soluzione è scappare?

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