Mangiando s’impara

Oggi vi voglio parlare di un libro che ho letto di recente e che parla di cibo, di cucina e di bambini: MANGIANDO S’IMPARA. Cucinare con i bambini al nido e a casa, di G. Polattini. L’autrice nella sua introduzione definisce questo libro “un suggerimento di percorsi disponibili intorno e a partire dal cibo per i nidi, ma anche una proposta per le famiglie, allo scopo di rendere il pranzo o la cena familiare un momento di condivisione e gioia”.
E proprio di questo si tratta:  una serie di consigli pratici che sottolineano l’importanza del coinvolgimento dei bambini (in età da nido, ma non solo, nei nidi e non solo) nella preparazione dei cibi, a partire dalla spesa al supermercato, per non vivere certi momenti come uno stress, ma come un momento di condivisione, perché passare del tempo a fare la spesa e cucinare non sia tempo tolto alla famiglia ma tempo in più dedicato alla famiglia.

Rendere partecipi i bambini per far crescere in loro l’autostima e per insegnargli nozioni che serviranno loro in ogni ambito, come il concetto di quantità, il piacere di fare per gli altri e con gli altri, questo è quello che l’autrice ci trasmette attraverso le sue pagine.
Educare i bambini a conoscere e riconoscere i cibi selezionando gli alimenti in base alla qualità e alla stagionalità, conoscere la provenienza del cibo attraverso il progetto di un piccolo orto anche un piccolo vaso, seguendo  poche, ma chiare istruzioni.
Inoltre una buona parte del libro è dedicata alle ricette, semplici e facilmente realizzabili anche e soprattutto con i bambini, perché in ogni ricetta è specificato che cosa può fare il bambino e che cosa può fare l’adulto.
Personalmente la ritengo una chiara ed efficace guida per chi crede che il bambino e la sua educazione alimentare, intesa anche come comportamento a tavola e come relazione con il cibo, siano di fondamentale importanza e anche per chi non ha mai dato tanta importanza alla preparazione dei cibi per capire quanto possa essere prezioso per un bambino partecipare alla vita dei “grandi”.