L'influenza dei bambini: le tecniche di sopravvivenza per papà

A casa di PapAcrobata c’è un ospite in visita non proprio desiderato: l’influenza dei bambini! Cosa avrà in serbo per lui? Nulla che prometta bene! 🙂

“Ma che ha la Belva Jr?” Mi giro di scatto e lo guardo, per capire a cosa si stia riferendo.

L’influenza dei bambini: come lo vedo io e come lo vede Lei!

IO: Dunque, vediamo… Le braccia si muovono. Cammina. A domanda risponde. Respira. Sta benissimo!

LEI: La velatura di lacrime presente in entrambi gli occhi, dà una lucentezza che potrebbe essere sintomatica di uno stato febbrile del bambino. All’incirca 38,4 – 38,5 °C. Inoltre stanotte, tra le 3:12 e le 3:13 ha tossito una volta e la vibrazione della cassa toracica potrebbe far pensare ad un principio di bronchite.
Risulta inoltre evidente che il flusso di aria che fuoriesce in questo momento dal naso, segue un regime di moto turbolento, a causa, probabilmente, della presenza di ostacoli mucosi che, minuto dopo minuto, stanno incrementando il proprio volume.

6 ore dopo…

38,5″
“Come 38,5?” non ci posso credere
“Sì, 38,5. Anzi, ti dirò: forse addirittura 38,6!”

Guardo la Belvetta. Effettivamente lo sguardo è un po’ spento. Al decimo colpo di tosse gli sottraggo le Marlboro dalla tasca. Dal naso secerne muco come un vulcano con la lava. Ho provato a sacrificarmi, urlando al Virus “PRENDI ME!!! PRENDI ME!!!”, ma è stato tutto inutile.
Silenzio.

Nonne all’attacco!

Lo squillare impietoso di un telefono squarcia la calma del momento.
“Hai già capito chi è, vero?” mi fa lei
“La bimba di The Ring?”
“Rassegnati. È la nonna. E già lo sa”

“Ok… va bene…ciao…” sento dire a Lei alla sua interlocutrice telefonica.
Riattacca il telefono e mi guarda.
“Ha avviato la produzione” mi fa.
La produzione di cosa?
La produzione della Cura per qualunque malattia – raffreddore, influenza, bronchite, lebbra – estate o inverno, non importa.
La Cura è sempre la stessa: “Vi preparo un po’ di Brodo”

influenza dei bambini 02

Mentre sto scrivendo, sicuramente è stato avviato il primo Batch di brodo di una produzione che ridurrà di un terzo le riserve idriche della città. Fino a un paio di anni fa, la consegna avveniva grazie al nonno che, alla guida di un’autocisterna da 12.000 litri, arrivava direttamente sul pianerottolo e ci pompava in casa il fluido bollente.

Per fortuna questa follia è terminata.
Grazie alla realizzazione del Brododotto, opera di alta ingegneria invidiata da tutto il mondo.

Il Brododotto è una condotta di circa 25 cm di diametro e 200 metri di lunghezza che, sfruttando la pendenza tra il quarto piano del palazzo in cui viene originato e il nostro secondo piano, nei periodi di malattia o di basse temperature invernali, alimenta il nostro appartamento, dispensando brodo da un apposito rubinetto installato in cucina. Grazie a una piccola modifica che ho fatto fare, inoltre, c’è anche uno spillamento che alimenta i nostri termosifoni. C’è chi ha il riscaldamento a metano, chi a pavimento… noi abbiamo il riscaldamento a brodo.

Non facciamo in tempo a riattaccare, che il mio cellulare squilla. Leggo il display. L’altra Nonna.
Rispondo.
“Pronto? Sì, sta male” – rispondo mentre nel frattempo guardo in casa se sono presenti telecamere spia o non si spiega come ormai già tutti sappiano – “Come? Anche il figlio del cugino del fratello di un amico in Massachusets ha avuto gli stessi sintomi? Ho capito. No, non penso che sia perché sta mettendo i denti… a 5 anni non sarebbe un figlio, ma uno squalo… ok, ciao!”

Ovviamente La Malattia non arriva mai nei giorni feriali.
La Malattia comincia sempre in una sera di un giorno prefestivo, in modo che, in caso di necessità di acquistare qualche farmaco, le uniche farmacie di turno siano quelle collocate nelle zone della Città soggette a coprifuoco. Ma soprattutto quando NON E’ l’orario di lavoro del Pediatra.

La Pediatra

A meno che… a meno che non hai il numero di cellulare. Tormento, dubbio, sofferenza…
Per avere il cellulare della nostra Pediatra, ho dovuto firmare un patto col sangue… “MI RACCOMANDO” ci aveva detto “SOLO IN CASO DI EMERGENZE!!”
Sarà un’emergenza? Non sarà un’emergenza?
Certo, sarei più a mio agio se, per il suo carattere amabile e cordiale, la nostra Pediatra non fosse nota ai più come Burbera Streisand.

Sarebbe più facile se non fosse il tipo di Pediatra che, per una visita a domicilio, richiede preventivamente:

  • dichiarazione Sostitutiva di Atto Notorio, in cui dichiariamo la consapevolezza della responsabilità e delle pene stabilite dalla legge per false attestazioni e dichiarazioni mendaci;
  • foto del bambino malato con a fianco un giornale con la data di oggi e termometro con temperatura non inferiore ai 39,5°C;
  • posizione su google maps della nostra abitazione, da cui si evince una distanza dal suo studio non superiore ai 250 metri.

No, lasciamo perdere, sarà la classica febbriciattola da un giorno e via. Facciamo passare la notte e domani sarà tutto a posto. Non sarà niente di grave.

La Guardia Medica…per non farmi mancare niente!

Domenica mattina. Ore 8.40. Guardia Medica. Il Dottore lo sta visitando.
Uno stetoscopio gelato, 10 respiri profondi, 4 colpi di tosse, una paletta in bocca e un conato di vomito dopo, abbiamo il responso. Gli tocca l’antibiotico.
Lo sconforto ci prende nel profondo.
“Che gusto volete?” ci fa il dottore come se fossi al banco dei gelati con lo scontrino in mano.
Quando eravamo ragazzini noi, i medicinali erano al gusto di:

  • acqua con 100 lire in sospensione, dal tipico sapore metallico;
  • mozzicone di sigaretta
  • acqua con dentro 200 lire, sempre con tipico sapore metallico, ma più gusto bronzo.

Ma dopo 30 anni, Internet, gli Smartphone, la fibra ottica, il GPS, che gusti di antibiotico saranno stati sviluppati, in modo da renderli più piacevoli al palato dei nostri bambini?

La scelta era tra:

  • fegato e cipolle;
  • salsiccia e friarelli;
  • Big Babol alla fragola del 1986.

Io avrei scelto sicuramente salsiccia e friarelli, ma per il bambino optiamo per il gusto fragola.
“No, non fragola. Big Babol alla fragola del 1986” ci tiene a specificare il Dottore.
“Non è lo stesso?”
Nel suo sguardo leggo “AHAHAHAHAHAHAH. SISSI’…LO SCOPRIRETE!!!”

influenza dei bambini 03

Mentre scrive la Ricetta, lo sento mormorare
“1 Sturalol, 1 Sterminax, 1 Spurgalon, 2 Buttafuor”

“Ok, lo Sturalol , lo Sterminax e lo Spurgalon li conosco” faccio io “Ma il Buottafuor?”
“Non Buttafuor. 2 Buttafuori. Ti serviranno per fargli prendere lo Sterminax
“Ho capito”
“Allora, ascolta bene. Lo Sturalol e lo Spurgalon li usi per l’aerosol”
“Ok”
“Prendi una pinta di Sturalol e 3 once di Spurgalon”
“Chiaro”
“Il tutto lo allunghi con mezzo gallone di soluzione fisiologica”
“Facilissimo. Ma usare lo stesso Sistema Metrico, no?”
“Silenzio. Glielo fai fare per 40-45 minuti, 7 volte al giorno, durante i pasti”
“Ma lui fa 5 pasti”
“Aggiungetegli 2 pasti durante la notte”
“Bene”
“Per lo Sterminax invece, gli dai 147 gocce due volte al giorno il primo giorno di plenilunio, 174 gocce 3 volte al giorno il secondo giorno col resto di due, 113 gocce e 1/3 durante ogni ora di sonno il terzo giorno pari delle settimane dispari, chiaro?”
“Chiarissimo”
“Quattro non li abbandonare, credono in te. Il quinto giorno fai come il secondo sottratto del terzo. Al sesto rimanete fermi un turno in prigione e al settimo fate 7 gocce per 3,14. Mi segue?”
“Limpido”
“MA MI RACCOMANDO!!!! SE SFALLATE SOLO DI UN MINUTO, DOVRETE RIPARTIRE DAL VIA, SENZA RITIRARE LE 20.000 LIRE E PERDERETE TUTTI GLI ALBERGHI, ANCHE PARCO DELLA VITTORIA, E LA MALEDIZIONE DI MONTEZUMA SARA’ SU DI VOI”
“Ora mi sento più tranquillo”
“Comunque non vi preoccupate. Vi ho scritto tutto su questo foglietto”
“Grazie, lei è molto umano”

Intanto su Internet vedo quali sono le farmacie di turno in zona: vediamo…Baghdad, Gaza, Caracas…
Durante il tragitto di ritorno, compio un raid e mi procuro la roba.

9.30 di domenica mattina. Casa.

Partiamo subito con l’antibiotico. Solo che gli antibiotici di oggi non li vendono in Farmacia, ma in FarmIKEA: te li devi montare da solo. Lei si affaccia alla porta della cucina.
“Sbrigati che tra poco comincia il plenilunio”
“Sisì, faccio subito”

Apro la scatola e tiro fuori innanzitutto il Bugiardino: 1cm x 3 cm x 1 mm. Lo apro. 10 metri quadrati di foglio. Per leggerlo lo spillo direttamente alla parete della cucina.

“Hai fatto?” mi dice lei
“Ci sono, ci sono”

Comincio a leggere. Il bugiardino è scritto in carattere Arial Narrow 1.
In alto a sinistra è riportata la versione in miniatura della Divina Commedia…vediamo, più in basso “Scemo chi legge”. Più a destra “il medicinale potrebbe far guarire oppure potrebbe uccidere”.

Bene, sono sempre più tranquillo! Qui dice che tra gli effetti collaterali c’è la supervista, la capacità di arrampicarti sui muri e le puzzette bioluminescenti…eccole! Istruzioni per la composizione!
Le seguo pedissequamente. Come prima cosa devo sostenere lo scritto di chimica. Segue orale di chimica applicata e due tesine di impianti biochimici.

Mentre sono alle prese con un’ossidoriduzione, di nuovo Lei si affaccia alla cucina
“A che punto sei?”
“Guarda, ho appena finito gli esami del biennio”
“Dai che abbiamo poco tempo”
“Ok, allora il 18 non lo rifiuto”
Con una beuta da 500 ml e un fornelletto ho quasi completato la composizione. Sono pronto. Ripiego solo un attimo il Bugiardino, così da rimetterlo nella scatola.

Tecniche per la somministrazioni dell’antibiotico

“Allora, hai fatto?” mi dice lei
“Quasi fatto”. Ma la parte più tosta di una settimana di malattia è far tornare il lenzuolo di bugiardino che ho appena finito di consultare, in un francobollo che deve rientrare nella scatola. Dopo aver tentato gli origami, con la forza e con il fuoco, decido di riscriverlo in Word, ché faccio prima.

La Menzogna

“Tieni figliolo, assaggia questo: è buooonissimo!”
“Che cos’è?”
“Uno sciroppo!”
“Non mi piace”
“Ma non l’hai ancora assaggiato”
“Ma so già che non mi piace”
“Ma come fai a dirlo se non lo assaggi?”
“Perché lo so”
“Ma è al tuo gusto preferito!”
“Pesto?”
“No, dolce!”
“Cioccolato?”
“No, frutta!”
“Cocomero!”
“No, dannazione! FRAGOLA!!! FRAGOLA!!! A te piacciono le fragole, giusto?”
“Sì”
“E allora prendi questo!”
“Ma questo non è una fragola!”
“E’ un frullato di fragole!”
A questo punto arriva la Belva Senior
“E perché se è frullato, il frullatore non è sporco?”
“E perché tu non ti fai un po’ i fatti tuoi?”
“Non mi piacciono i frullati!” fa la Belva Jr
“BEVI QUESTO CUCCHIAINO E VEDRAI CHE TI PIACERA’!”
Finalmente lo ingurgita.
“Allora?”
“Non mi piace. Non lo prenderò mai più”

L’Esorcismo

Il palazzo è circondato. Tutte le uscite sono state bloccate.
“Sshhht! Fai piano! Ti potrebbe sentire!”
“Scusa, lo sai che queste ciabatte…”
“Sshht! Andiamo! Ce l’hai la dose?”
“Sì”
“Tranquillante?”
“Ok”
“Corpetto in Kevlar? Manette? Storditore elettrico?”
“Sì sì, ho tutto. Andiamo!”
“Ok, passiamo per l’ingresso!”
“No! Fermo! Passiamo per la sala! L’ingresso è sopravento! Potrebbe sentire il nostro odore!”
“Facciamo così: dividiamoci. Io arrivo da davanti e lo faccio scappare verso di te, così lo puoi sedare”
Mi muovo silenzioso come un ninja verso la sala, con la mia siringhetta di antibiotico in mano.
Incrocio la Belva Sr.
“Papàaaa…dove vai con quella siringhetta di antibiotico in mano?”
“Ma tu non ce l’hai un lavoro, un hobby, qualcosa????”

La Belva Jr mi ha individuato, con uno scatto felino, schizza via dalla sala, direzione sala giochi, ma non sa che lì troverà Lei ad aspettarlo. L’effetto sorpresa è andato. Lo blocchiamo. Con un colpo di tai chi chuan si libera dalla madre. Le passo la siringhetta, salgo sullo schienale del divano e mi lancio su di lui tipo Uomo Tigre e lo blocco con una mossa di Wrestling. Lei trova un pertugio nella bocca, dal quale far entrare la siringhetta….
“Vai! Spara! Non so quanto tempo riuscirò a tenerlo!!!!”

Risultato:
50% del prodotto ingurgitato.
30% del prodotto spalmato sulla faccia, nella speranza che venga assorbito per osmosi.
15% del prodotto sulle mani della madre.
5% in giro sulle suppellettili di casa.
Noi 2 sudati, devastati e malconci, mentre lui si allontana trotterellando…

La trattativa

Lo guardo. Lui guarda me. In mezzo a noi un tavolo. Sul tavolo, la boccettina di antibiotico
“Allora, se prendi un cucchiaio di sciroppo, ti do un cucchiaino di zucchero”
“Te lo scordi”
“Due cucchiaini di zucchero”
“Vedo i tuoi cucchiaini e rilancio con un cioccolatino”
“Figliolo, purtroppo non abbiamo più cioccolatini in casa”

In quel momento passa la Belva Sr.
Ma no papà, ci sono i cioccolatini che ci hanno regalato a Pasqua! Stanno dentro l’armadietto!”
“Senti, tieni 50 euro vai alla Slot Machine del bar qua sotto!”
Mi giro poi verso la Belva Jr
“Due cucchiaini di zucchero. Stop”
“Ok, 2 cucchiaini, Viale dei Giardini e Stazione Nord, l’Istria e l’Immunità Diplomatica”
“Andata!”

Epilogo

Bene. È stata dura, ma la settimana è passata.  Qualche strascico di tosse, ma ho fiducia che tra qualche giorno sarà veramente tutto finito.
Guardo Lei, per cercare quella complicità da compagni di trincea. Eccoli, gli occhi di una madre amorevole che guarda il suo figlioletto appena uscito dal tunnel della malatt… no… gli occhi di una madre amorevole…no gli occhi di una madre che diagnostica, ma chi?

“Ma che ha la Belva Sr? Secondo me ha qualcosa…”

 

photo credit: efraimstochter – pixabay; stevebp – pixabay1/2

 

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