Quando lo schiaffo scappa - Mammeacrobate

quando lo schiaffo scappa mamma matrignaConfesso: a me scappano gli schiaffi. Non troppo spesso, però a volte mi escono dalle mani. E finiscono sulle guance della duenne. Sono orribile, lo so. Ma lo voglio raccontare, pur rischiando di perdere stima da parte di qualcuno o simpatia, perché sono certa che a molte donne e mamme, a volte, uno schiaffo sia scappato.

Per dirla con una battuta, è quando la matrigna si impossessa di noi. Appena lo si dà, si vorrebbe metterci sopra le labbra, su quel brutto gesto, e schioccare un bacio. Ma non si può. Lo schiaffo è andato. E resterà lì, stampato sulla faccia dei nostri piccoli. 

Non ricordo schiaffi da parte di mia madre, qualche scappellotto (sulla nuca), sì. Dunque non sempre è vero il principio per cui si picchia se si è stati picchiati.
Io, quando mi parte, mi sento come staccata da me stessa. Nel momento in cui lo assesto, non sono lì. Appena lei scoppia a piangere, mi rendo conto dell’errore e vorrei tornare indietro. Quando mi parte, lo schiaffo, è perché perdo il controllo. Ma è illecito perdere il controllo per un genitore? O è forse la più umana delle debolezze?

In passato mi era capitato anche con il piccolo, che oggi è quattrenne e mezzo. Un’amica, anche psicologa, mi disse: “che non diventi un’abitudine, altrimenti il piccolo penserà che nei rapporti vince sempre il più forte e non farà altro che aumentare le sue provocazioni e la sfiducia verso gli adulti”. Con lui, piano piano, ci siamo sistemati. Gli schiaffi non partono più, ma soprattutto io – con lui – non ho più gli scatti. Forse perché l’intensità di provocazione da parte sua è scesa parecchio. Ora al massimo ride come un’oca imitando una compagna, oppure mostra le chiappe alla sorellina per fare lo sciocco, ma mi limito a sgridarlo a parole (ottenendo, tra l’altro, molto poco!).

Con la piccola, che dice almeno 98 NO al giorno e fa una questione per qualunque cosa (dal bere il latte a colazione, al lavarsi i denti, a vestirsi, a mettersi la giacca rosa o verde, al camminare sì o no, in spalle, in passeggino, in bicicletta, AIUTOOOO) ogni tanto qualcuno mi scappa.

Abbiate pietà di me.

 

photo credit: leoraul via photopin cc

 

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

9 Comments

  1. eh, la debolezza umana…
    il vero e forse unico problema educativo, secondo me, è che il genitore è un essere umano ma il bambino non lo sa!

    In altre parole, non ha e non può avere un’attitudine interpretativa verso il comportamento del genitore. Tutto quello che passa tra bambino e adulto diventa “normale”, anzi diventa “la normalità” per definizione.
    Uno schiaffo ogni tanto non fa certo disastri. E non ci sono paradigmi di traduzione tra quello che si è vissuto da bambini e quello che si farà da genitori.

    E’ bene ricordare, comunque, che ciò che mina veramente i rapporti adulto-bambino sono le ipocrisie e le menzogne. Dire che non si è arrabbiati quando lo si è, dire che va tutto bene quando non va tutto bene…il bambino ha una lettura del linguaggio corporeo spaventosamente fine e percettiva quando si tratta dei genitori e non è un caso: la loro attenzione è assorbita completamente da loro.
    E’ dai genitori che il bambino capisce se una situazione è pericolosa, imbarazzante o tranquilla…senza che questi dicano una parola.
    L’ipocrisia crea quella sensazione di velo, di cose nascoste e inesprimibili che nutrono la paura di non saper gestire il mondo. Una paura che diventa paura dell’ignoto e che spesso ahimè è combattuta attraverso l’aggressività.

    In un contesto di onestà, pur faticosa, uno schiaffo non fa danni. Quando lo schiaffo è in se una risposta o un modo per non rispondere, allora è un disastro.
    un bacio

    • se non ci fossi tu antropologue. grazie dei tanti spunti che ci dai. credo che molti lettori più che cercare i miei post aspettino le tue risposte!

  2. Ciao.
    Quando con la mia bimba sento che sto perdendo il controllo… sai quando i trottolini sono stanchissimi, e procedono come dervisci rotanti? Intendo dire quando si vogliono due cose diverse: loro la permanenza al parco giochi sotto la luna oppure il cartone animato più lungo della storia e sono già le 20; mentre tu vorresti rientrare a casa o che dormissero finalemente per rilassarti facendo una banalissima cosa per te, per non perdere il senso del tempo. A un certo punto si raggiunge il massimo di insofferenza. Succede che vorremmo finire l’atto in corso. Allora allungare le mani per racchiuderlo nella sua interezza e calare il sipario sembra la cosa più naturale. Ma sigillare il conflitto tramite “la potenza che produce un effetto dato” è una falsa fine. La ricerca di una soluzione di sposta nella soddisfazione di avere sortito un effetto prevedibile. Peccato che ci sia anche un effetto collaterale: si piange in due, a muso duro magari, con il fuoco dentro e senza ragione.
    Ora, con uno sforzo assurdo ho porvato a fare al contrario. Le cado addosso in un abbraccio appiccicoso, facendo venire fuori l’adorazione che ho per lei. Lei risponde con una iniziale opposizione, poi risponde all’abbraccio. E allora la rabbia, quella cosa che scotta e che ti fa esplodere, si raffredda.
    Ma oltre alla protesta in grande, quella con i fuochi d’artificio, ci sono i piccoli comportamenti a catena, come petardi scoppiettanti buttati a ogni passo. Snervanti. In questo caso mi è successo di fare l'”interruttore”: un piccolo pizzicottino, come se volessi spegnere il comportamento assurdo, che se non finisce fa partire count down. Il pulsante non funziona e il count down la fa impazzire. In realtà non se ne esce. Quello è il momento dell’assumersi tutta l’auterevolezza possibile. Lei mi sta dicendo che non può gestire l’emozione che sta vivendo, perlopiù conflittuale. Lei è persa e semina capricci per recuperarsi. Io non ho idea di come sanare la situazine. Così ho deciso di evitarle proprio le situazioni in cui la tensione diventa incontrollabile: rimandare il più possibile incontri con bambini con cui diventa una belva; allentare la pressione sulle attività che la infastidiscono; darle un po’ più di spago sulle cose che fa volentieri e senza innervosirsi. E’ una contrattazione continua, e pensare che ne ho una sola di pupa.

    • quando si piange in due è sempre così doloroso…meglio evitare se si può!
      con la più piccola sperimento la tattica della distrazione da qualche giorno. fantasia, fantasia, cambio di punto di vista, inventiva, storie, racconti, spunti di seduzione. distoglierla dal refrain che improvvisamente la catapulta in un pianto inconsolabile. mi pare che stia funzionando, ma meglio non dirlo troppo forte…

  3. La mamma matrigna si impossessa di me soprattutto quando il suo essere unenne la mete nei guai. L’altro giorno ha infilato le mani nel water e ha mangiato l’anitra wc…Panico!!! L’ho sgridata ma subito dopo era con le mani nel mobile dei detersivi e tentava di avvelenarsi nuovamente! Non ci ho visto più e sono partiti due schiaffetti sul pannolino, lei è rimasta scioccata perchè non era mai accaduto. Ma l’ho lasciata piangere perchè non si può tornare indietro…questo no! Il problema sono i papà che li coccolano subito dopo che la mamma matrigna li sgrida! Questo crea tanta confusione nei bimbi e tanta frustrazione nelle mamme matrigne! E comunque, tutte le mamme, prima o poi, si trasformano in mamme matrigne!

    • MammeAcrobate

      Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza Valeria. Le mamme e i papà non sono esseri perfetti e a volte reagiamo alle situazioni in modi che non ci piacciono, che non troviamo giusti e di cui spesso ci vergogniamo…pensiamo che la cosa che non va mai dimenticata è che siamo esseri umani, con le nostre difficoltà e le nostre debolezze e che spesso raccontarle agli altri ci è di aiuto!
      un caro saluto 🙂

    • valeria, grazie di questa tua “confessione” pubblica. l’idea del mio articolo era di alleggerire dal senso di colpa quelle mamme o mammematrigne che a volte, per debolezza, mancanza di autorevolezza, panico, o qualcunque cosa sia, passano alle maniere fisiche.
      Alleggerire il senso di colpa non significa minimizzare l’atto, lo schiaffo in sé.
      Su ogni nostro errore, di genitori, è sempre bene riflettere. Senza fermarsi alla superficie.
      Io da quando ho scritto l’articolo mi vedo da fuori e quando mi sale il sangue alla testa con la piccola ripenso a quello che ho scritto, alle risposte che mi sono arrivate, e allora mi distraggo e la distraggo.
      Educare è un’arte, c’è a chi riesce meglio e a chi peggio, ma i nostri figli amano solo noi.

  4. Tarta mannara

    Credo che se non ho preso a sberle il figliastro adolescente durante le sue provocazioni aperte non lo farò nemmeno col piccolo in arrivo, ma sta di fatto che io mi arrabbio e urlo… Tanto, in un modo che non mi piace e so che non dovrei. Adesso ho trovato un compromesso, avviso per tempo che sono al limite e chiedo di venirmi in contro ai bambini, finora funziona, ma la cosa è stata testata dai 5 anni in su, prima non so… Sono in ansia, ma a sapere che non sono l’unica e che sono solo umana mi conforta.

  5. Mammamatrigna

    Tarta mannara, non è che siamo sorelle e non lo sappiamo?! Io ho imparato da poco che aiuta molto respirare. Urla e sbraiti erompono anche perché andiamo in apnea….provare per credere!