Quando parliamo di comunicazione dei brand in rete il dibattito si accende subito: si accende in maniera ancora più focosa quando parliamo del rapporto che c’è tra i brand e i blogger.
Così è successo anche all’evento organizzato da Electrolux nel meraviglioso ristorante The Cube, dove circa una ventina di mamme-blogger sono stata accolte proprio per affrontare insieme il tema del dialogo tra brand e community online.
Ma, fatemelo dire, il connubio tra location altamente ispirante, i piatti divini di Enrico e Roberto Cerea del Ristorante Da Vittorio e la compagnia delle mamme-blogger, tutte più o meno amiche, non poteva scatenare dibattiti così focosi, ma più che altro intime conversazioni stimolanti!
E la parola conversazione è una di quelle che più si è fatta spazio tra i piatti e i bicchieri del The Cube: la rete come luogo di conversazione tra persone e i passi che possono fare le aziende che vogliono inserirsi in queste conversazioni.
Ascolto, è l’altra parola chiave del pranzo di oggi: le mamme-blogger che iniziano a scrivere in rete per la fortissima necessità di comunicare, condividere e d’essere ascoltate, la trasformazione dei blog in piccoli progetti editoriali e l’esigenza sempre più forte di essere ascoltate anche dalle aziende.
Un bisogno che diventa sempre più prepotente nel web!
Abbiamo tutti una forte spinta partecipativa, e noi mamme in rete siamo particolarmente attive in questo senso: dal cambiare le politiche al femminile, al voler abbattere gli stereotipi sul ruolo della mamma nella società, ma anche “solo” dal voler dei prodotti adatti a noi!
Ed è qui che le aziende trovano il loro spazio, quando si mettono in ascolto dei nostri bisogni e quando si impegnano concretamente a soddisfarli con risposte, iniziative, nuovi prodotti.
Certo è una via un po’ complessa, come forse lo sono tutte le relazioni vere!
Ma… avviso ai naviganti, la via più semplice non è sempre la migliore!
Ci sono esempi di conversazioni meno interessanti che hanno spopolato per qualche anno in rete: tu blogger, influencer della tua community, provi il mio prodotto e ne parli in giro (bene possibilmente). Tu blogger, senza offesa, ti sei trasformato in un banner!
E tu brand non credere che questi modelli di conversazione univoca ti avvicinino ai clienti e accrescano la buona reputazione!
Molto diverso quando il blogger non solo testa un prodotto, coinvolgendo la sua rete, ma con il suo feedback influisce sul prodotto stesso che viene perfezionato dal brand, appunto, in ascolto!
Una faticaccia, ma la conversazione tra brand e blogger (o preferirei dire, ormai, community) così acquista di valore.
Sono solo esempi e quando parlo di prodotto potrei parlare di servizi, di iniziative, di eventi ed oggi ne abbiamo sentiti di diversi buttando sul tavolo tutte le esperienze, che abbiamo accumulato in questi anni tra blogger e community, e ci siamo chiesti come questi rapporti cambieranno e in che modo il dialogo tra la rete e le aziende può diventare virtuoso e utile.
Eravamo in poche ed è stato un ottimo punto di partenza, ma ora ci piacerebbe continuare con voi, tra amiche come sempre, magari fingendo di essere ancora in terrazza davanti al Duomo di Milano: raccontateci cosa vorreste dalle aziende. E’ il vostro momento, perché vi stanno ascoltando.
11 Comments
Concordo in pieno.
Il commento univoco va bene ed è più che lecito ma lascia il tempo che trova.
Il dialogo è comunicazione a due sensi ed è quello che interessa ai consumatori.
E le blogger consumano eccome! Anche quelle che fanno autoproduzione consumano perché non tutto si può autoprodurre e almeno le materie prime vanno acquistate e quindi perché non lavorare anche su questi brand? O perché non spiegare il perché di questa scelta agli stessi brand in modo da poter influenzare le loro scelte produttive (visto che non vogliono perdere consumatori!)?
Io nel dialogo ci credo e ci crederò sempre e penso che sia più importante modificare la visuale di un brand che vederlo chiudere.
L’idea del test dei prodotti da parte degli utenti x me e’ chiave… troppe volte quando usi un elettrodomestico, o la tecnologia, ti dici: beh, si vede che lo fanno testare solo ai tecnici!
bs
Domanda provocatoria: ma perché secondo voi molte aziende si ostinano a trattare il blogger/consumatore finale come qualcuno da “comprare” per farlo parlar bene di prodotti o servizi? Perché c’è così tanta reticenza nell’avviare un dialogo attivo con gli utenti? Paura? E’ faticoso? Obbliga alla correttezza e trasparenza e questo spaventa?
[quote name=”Sara”]Domanda provocatoria: ma perché secondo voi molte aziende si ostinano a trattare il blogger/consumatore finale come qualcuno da “comprare” per farlo parlar bene di prodotti o servizi? Perché c’è così tanta reticenza nell’avviare un dialogo attivo con gli utenti? Paura? E’ faticoso? Obbliga alla correttezza e trasparenza e questo spaventa?[/quote]
Bé le relazioni sono sempre faticose no?
Magari giriamo la tua domanda anche all’azienda, potrebbe essere interessante…. Io non credo che l’azienda “compri” il blogger (certo capita anche quello ma non è di quello che stiamo parlando). Per la nostra esperienza credo che alcune aziende abbiano capito che per dialogare con un certo tipo di pubblico ci voglia il linguaggio giusto che non è quello della pubblicità e non è quello del venditore. E per questo ricorra a questo tipo di interlocutore che, oltre a raccontare delle cose è, per prima cosa, fruitore lui stesso. Cosa intendi per dialogo attivo? Aprire un blog aziendale? E perchè dici che il dialogo attivo obblighi alla correttezza? noi crediamo che alla correttezza e alla trasparenza si sia obbligati molto più in questo modo che attraverso un “blog aziendale” dove, alla fine, si può scrivere qualsiasi cosa. Ovvio devi fidarti di noi e noi dobbiamo continuare a meritarci la tua fiducia!
Sempre più spesso prima di acquistare non necessariamente un elettrodomestico o qualcosa con un costo elevato, cerco le opinioni di chi possiede il prodotto per farmi un’idea di cosa aspettarmi. L’obiettivo potrebbe essere quello di non dovere sentire le opinioni magari negative di coloro che già possiedono il prodotto, piuttosto evitare che un prodotto inadeguato venga addirittura messo sul mercato. Prevenire è meglio che curare.
In bene o in male [forse più in male] esiste il rischio che vengano date sull’onda di un’emozione del momento! Per questo abbiamo accolto l’idea del “provato per noi” e abbiamo affidato a terzi il test di alcuni elettrodomestici [anche se credimi io quella lavasciuga l’avrei tanto voluta]
[quote name=”Lauracrobata”]In bene o in male [forse più in male] esiste il rischio che vengano date sull’onda di un’emozione del momento! Per questo abbiamo accolto l’idea del “provato per noi” e abbiamo affidato a terzi il test di alcuni elettrodomestici [anche se credimi io quella lavasciuga l’avrei tanto voluta][/quote]
non conosco i prodotti di questa azienda ma devo dire che mi ha incuriosito e in ogni caso sono d’accordo. Spesso in rete si trovano commenti negativi (che per carità sono utili) e molti meno commenti positivi su prodotti che sono invece molto più utili. Il problema è che siamo un popolo di scettici questo è il vero problema.
sui prodotti a volte sono fine a se stesse, anche perché un prodotto utile per me non è detto che lo sia per te! 🙂
E’ anche vero che, soprattutto in rete, si è manifestata una certa propensione a condividere le proprie esperienze, anche con i prodotti, spinte da uno spirito di condivisione, da una voglia di aiutare gli altri. Questo è molto bello.
Ma è bello per noi, ma le aziende a mio avviso dovrebbero andare un po’ oltre questo perché il “consumatore” è cambiato…
penso che il dibattito sulla comunicazione dei brand abbia avuto la conseguenza di cercare un nuovo modo di comunicare, che di per sè è una bella cosa, ma che, personalmente, trovo ancora un po’ forzato.. ogni volta che partecipo ad alcuni eventi per mamme o leggo alcuni post sponsorizzati ho sempre la sensazione che ci sia qualcosa di forzato.. perchè l’azienda cerca comunque (e giustamente) di “tirare l’acqua al suo mulino”, mentre il/la blogger (ma anche le semplici imprenditrici come me) cercano di trovare un giusto compromesso tra il contenuto libero e quello commerciale, per riuscire a trovare un contenuto che sia di valore, ma “vendibile” e che alla fine è sempre pubblicità, ma “mascherata”. Forse, ma è solo una mia opinione personale, alla fine sarebbe il caso di fare un passo indietro e lasciare che i contenuti tornino liberi e che il brand abbia il suo spazio pubblicitario, perchè è di questo che si tratta. ..o forse siamo solo in una fase di transizione per una comunicazione nuova, in cui è lecito che una blogger venga sponsorizzata per quello di cui vuole parlare, liberamente, senza per questo doversi sentire in obbligo di coinvolgere o far condividere alle altre amiche mamme il suo “post brandizzato”. Per quanto riguarda l’evento mammealcubo è stato di sicuro l’evento più chic a cui ho partecipato. Chapeau ad electrolux e alle mamme acrobate 🙂
Elena sai cosa…penso ci siano due punti:
1. cosa significhi portare acqua al suo mulino… vendere di più?? tramite mammeacrobate…non so…sottolineare argomenti distintivi che la caratterizzano rispetto alla concorrenza…può essere (se uno ce li ha), creare maggior consapevolezza nel consumatore che non ha più l’alibi di non sapere cosa si mette in casa? magari…
2. saremo delle illuse ma noi intendiamo questo genere di comunicazione come quel compromesso tra il contenuto libero e quello commerciale, una comunicazione diretta non ad un consumatore passivo, che non ha possibilità di replica ma un consumatore attivo che se vuole può avere chiarimenti ed esprimere opinioni.
ciao!!
p.s. anche la tua gonna era di certo tra le cose più chic!