Come Checco detto Finocchio si salvò - Mammeacrobate

 

 

Checco Finocchio

Ho appena finito di leggere il libro Come Checco detto Finocchio si salvo’ di Loredana Frescura e Marco Tomatis, pubblicato da Fanucci Editore per la collana “teens” e quindi dedicato ad un pubblico molto giovane ma che ritengo utile anche per genitori e operatori della Scuola.

 

Ho scritto Scuola con la S maiuscola perchè di questo abbiamo bisogno: di una Scuola che si prenda cura dei ragazzi sia dal punto di vista didattico che dal punto di vista della loro crescita di persone.

Trascrivo un passaggio che mi sembra illuminante (chi “parla” è una ragazzina che frequenta per il secondo anno la terza media):

“La scuola. Il mondo conosciuto, stabile, che nella sua imperfezione ci dava il rifugio. Poteva succedere qualsiasi cosa ma là dentro trovavi un posto dove sederti, qualcuno che ti chiamava per nome, che pretendeva sapessi i congiuntivi, che ti guardava mentre camminavi e mentre prendevi la penna e ti chiedeva se avevi capito. A volte ti rimproverava e altre ti guardava quasi con tenerezza. E questo, ogni giorno, per ogni settimana, per nove mesi l’anno. E poi si ricominciava. E ci si poteva sentire al sicuro, protetti da una serie di regole con l’odore di quasi eterno.”

 

In queste poche righe è racchiuso un appello grandissimo, è scritto cosa pensano i ragazzi della scuola, con tutti i difetti e i pregi di questa istituzione.
Un appello che, appunto in poche righe, propone un’esigenza che non fa sconti.
I ragazzi a scuola vogliono essere sicuri di trovare un posto tutto loro, qualcuno che li conosca, qualcuno che insegni loro a “scrivere e far di conto”, che ti rimprovera ma che anche ascolta.
Non credo siano richieste impossibili da esaudire. Facciamo in modo che i nostri ragazzi non vengano mai delusi dalla scuola pur nella sua imperfezione, sarebbe veramente grave!

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