Come aprire un asilo nido aziendale: requisiti, costi e consigli pratici - Mammeacrobate

In questo articolo abbiamo analizzato i principali passi da affrontare per aprire un asilo aziendale per chi volesse intraprendere questa attività.

Prima di tutto è necessario dare qualche DEFINIZIONE e descrivere brevemente le varie tipologie di asilo che esistono:

Asilo nido: accoglie bambini dai 3 ai 36 mesi. può essere comunale, privato oppure privato convenzionato con il Comune.

Nido familiare: si tratta di una tipologia di asilo a ristretta base di utenza. Può essere attivato con l’accoglienza da parte di famiglie, presso la propria abitazione (comprensiva almeno di cucina abitabile, 2 camere e servizi) o presso altri spazi idonei, di un numero massimo di 4 bambini nella fascia di età 6 mesi/3 anni (compresi i figli della famiglia ospitante), per un tempo giornaliero non superiore alle 5 ore consecutive.

Micronido: accoglie dagli 8 ai 20 bambini dai 12 ai 36 mesi.

Asilo nido aziendale: l’asilo aziendale è una struttura destinata ai più piccoli di età compresa tra i 3 e i 36 mesi, che viene aperta all’interno di una struttura aziendale. Nel caso all’interno di un’azienda le richieste fossero inferiori al numero minimo è possibile gestire l’asilo aprendo l’accesso anche ai bimbi di dipendenti di altre aziende limitrofe, costituendo così un asilo interaziendale. In base all’art. 70 L. 448/2001, il nido deve garantire 42 settimane di apertura, 5 giorni settimanali ed un orario di 6-11 ore al giorno.

L’ASILO AZIENDALE – STRUTTURA E PROGETTO TECNICO

Realizzare un asilo nido rappresenta per l’azienda sicuramente una forma di attenzione verso i propri dipendenti e i loro bambini, favorisce il miglioramento della qualità della vita (lavorativa e non), il rientro al lavoro delle lavoratrici dopo una maternità e crea una forma di “fidelizzazione” delle risorse umane. Inoltre l’immagine di un’azienda “family friendly” ne risulta sicuramente rafforzata.

Per realizzare un asilo nido aziendale occorre per prima cosa individuare il luogo o lo spazio adatto per la struttura. I locali a disposizione dell’azienda in linea di massima devono rispondere alle seguenti caratteristiche di base:

– per ogni bambino occorre una superficie minima di 6 mq e comunque con un’estensione minima di 180-200 metri quadrati;

– l’asilo deve essere posto al piano terreno e con ambienti separati rispetto ai luoghi di lavoro e con un accesso autonomo;

– i locali devono essere luminosi;

– non devono sussistere barriere architettoniche;

– deve esserci un locale adibito a cucina e uno adeguato al riposo dei bambini (oscurabile, protetto dai rumori e dai passaggi interni al nido);

– deve esserci uno spazio esterno attiguo in una zona verde protetta e sicura ad esclusivo utilizzo del nido;

– sono necessari un bagno per i bambini, un zona per il cambio;

-deve esserci un bagno per gli adulti con annesso spogliatoio;

– un armadietto del primo soccorso;

– devono esserci uno spazio di accoglienza per i bambini e una stanza per i colloqui con i genitori.

È bene sapere inoltre che i requisiti strutturali variano anche in base alle normative comunali e a parametri regionali, pertanto è consigliabile informarsi preventivamente presso gli uffici territoriali competenti.

Il progetto tecnico dovrà quindi comprendere tutta la realizzazione della messa a punto e a norma dei locali adibiti al nido rispettando i requisiti igienico sanitari (aerazione, altezza, dimensioni, ecc.), previsti dal Regolamento Edilizio e di Igiene del Comune nonché il Regolamento di igiene di alimenti e bevande. Per una buona riuscita del progetto è importante anche l’allestimento e la scelta dell’arredamento dei locali.

Occorre quindi rivolgersi ad un tecnico abilitato per l’adeguamento dei locali, l’eventuale cambio di destinazione d’uso e che si occupi anche della presentazione delle pratiche edilizie presso lo Sportello per le Attività Produttive che a sua volta provvederà a richiedere alla ASL di competenza un Parere Igienico Sanitario Preventivo.

Acquisito il parere favorevole da parte della ASL di competenza e decorsi i tempi regolamentari per l’inizio dei lavori, si può procedere con i lavori di adeguamento dei locali. Sarà necessario adeguare o realizzare ex novo gli impianti termici ed elettrici, per i quali si richiede obbligatoriamente il progetto di un tecnico impiantista e la dichiarazione di conformità degli impianti alla regola dell’arte rilasciata dagli installatori. A chiusura dei lavori si può presentare la richiesta di agibilità dei locali, con tutti i documenti necessari e, contestualmente, avviare la procedura di autorizzazione per l’apertura del nido di infanzia.

Per presentare la domanda di autorizzazione è necessario rivolgersi al Comune, Sportello attività produttive (SUAP). In linea generale, fatte salve le variazioni da comune a comune, i documenti da presentare sono i seguenti:

  • modulo di domanda
  • due copie del progetto educativo
  • due copie del regolamento di gestione
  • tre copie delle planimetrie in scala 1/100 dei locali con indicazione dell’arredamento
  • due copie dello schema del sistema delle acque di scarico, con indicazione precisa delle fosse biologiche o di altri impianti di depurazione dei reflui
  • tre copie Dichiarazione che l’attività non è soggetta a CPI rilasciato dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco ai sensi del D.M. 16/2/1992
  • tre copie relazione ottemperanza norme abbattimento barriere architettoniche (Legge n. 13/89; D.M. 236/89; Legge n.104/92)
  • carta di identità del firmatario
  • nel caso di cittadini non appartenenti all’Unione Europea occorre copia del permesso di soggiorno
  • tre copie della relazione tecnica descrittiva dell’attività esercitata
  • tre copie della documentazione di previsione di impatto acustico art. 8 comma 4 L. 447/95
  • tre copie dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37/2008 o certificato di collaudo degli impianti tecnici.

Ai sensi del punto 104 dell’Allegato A al Decreto Legislativo 222/2016 (Madia 2), in caso di nido d’infanzia con oltre 30 persone la Segnalazione Certificata Inizio Attività di prevenzione incendi deve essere presentata contestualmente all’istanza ed è trasmessa a cura del SUAP ai Vigili del Fuoco.

L’autorizzazione, una volta ottenuta, ha una durata di 3 anni e va rinnovata volta per volta.

Il titolare della struttura deve assumere personale (pedagogico, educativo, ausiliario) che non abbia riportato condanna definitiva per delitti non colposi – contro la moralità pubblica e il buon costume, contro la famiglia,  contro la persona- come previsti dal codice penale, ovvero per la quale sia intervenuta riabilitazione.

PERSONALE, EDUCATORI E SICUREZZA: QUALI REQUISITI RISPETTARE?

Gli  educatori inoltre devono possedere idonea qualifica o devono aver conseguito uno dei titoli di studio previsti per questo tipo di lavoro:

– Diploma di Laurea in Scienze dell’Educazione, Scienze della Formazione Primaria e Lauree con contenuti formativi analoghi

– Master per la formazione della prima infanzia

– Diploma di puericultrice (fino ad esaurimento del titolo)

– Diploma di maestra di scuola d’infanzia (fino ad esaurimento del titolo)

– Diploma di maturità magistrale (fino ad esaurimento del titolo)

– Diploma di liceo psico-pedagogico

– Diploma di assistente di comunità infantile

– Diploma di operatore dei servizi sociali

– Diploma di vigilatrice d’infanzia

– Diploma di dirigente di comunità infantile (fino ad esaurimento del titolo);

– Diploma di tecnico dei servizi sociali

– Altri diplomi di scuola media superiore, dai cui provvedimenti istitutivi si riconosca un profilo professionale rivolto all’organizzazione e alla gestione degli asili nido.

È necessaria la formazione obbligatoria HACCP e relativo aggiornamento periodico per coloro che somministrano i cibi ai bambini.

La prevenzione e la vigilanza igienico-sanitaria dei nidi sono assicurate dalla Azienda ASL territorialmente competente.

Il nido, in quanto luogo di lavoro, ricade nella normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori e, pertanto, è soggetto al D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche per cui il datore di lavoro che è tenuto a:

    • predisporre il documento della sicurezza, individuando e stimando i rischi;
    • redigere il documento di valutazione dei rischi;
    • predisporre le misure di prevenzione;
    • nominare gli addetti alle emergenze e al pronto soccorso;
    • provvedere alla formazione del personale;
    • nominare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP);
    • consultare il Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori (RSL) sul documento di valutazione di rischi e sulle misure di sicurezza;
    • nominare il medico competente e attuare la sorveglianza sanitaria;
  • formare i lavoratori in materia di sicurezza e salute, con riferimento al posto di lavoro e alle mansioni svolte.

NIDO AZIENDALE: PIANO DI FATTIBILITÀ E PRINCIPALI COSTI DA SOSTENERE

È evidente che l’apertura di un asilo nido è un vero e proprio progetto imprenditoriale e come tale necessita di risorse finanziarie e di un piano di fattibilità (business plan).

Andranno in primo luogo individuati gi investimenti iniziali per la realizzazione e messa a punto del progetto e successivamente anche i costi correnti a cui si dovrà far fronte una volta avviata l’attività. Di seguito elenchiamo alcuni esempi per entrambi:

Investimenti iniziali:

– costi di ristrutturazione e adeguamento locali

– costi per l’allestimento, gli arredi e le attrezzature

– costi per presentazione autorizzazioni locali ed amministrative

Spese correnti:

– spese per personale addetto (educatori e personale di servizio e ausiliario)

– spese per utenze varie (luce, gas, acqua, riscaldamento, ecc.)

– spese per acquisto alimenti e bevande

– canoni di affitto (se i locali non sono di proprietà)

– spese per acquisto materiali di consumo (materiale vario, cancelleria, materiale per pulizie, ecc.)

– quota annua polizza assicurativa (è necessario stipulare una polizza per responsabilità civile e una polizza contro danni a persone e cose)

– spese annuali per gestione amministrativa e del personale

– costi periodici manutenzione ordinaria degli arredi, attrezzature, servizi igienici, cucine, manutenzione dell’area verde ecc…

Ogni anno vi è la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici statali o regionali (ad es. imprenditoria femminile e microcredito per le piccole e medie imprese).

LE MODALITA’ DI GESTIONE DEL NIDO AZIENDALE

L’azienda una volta posta in essere la decisione di aprire un asilo dovrà anche da subito scegliere la tipologia di gestione che intende assumere, ovvero una:

  • gestione diretta: l’apertura dell’asilo avviene nell’ambito della propria struttura sfruttando spazi dell’azienda e personale assunto dall’azienda, gestendo in proprio il servizio.
  • gestione indiretta: il servizio viene esternalizzato affidandolo a un terzo o dando vita a un soggetto giuridico terzo cui affidare il servizio stesso (es. società, fondazione, ecc.)

Le statistiche rilevano che la forma più praticata di gestione di un asilo nido risulta essere l’affidamento del servizio a un gestore esterno, per ovvi motivi di praticità.

LA SCELTA DEL FRANCHISING

Condizione fondamentale per affiliarsi a ad un gestore esterno è la condivisione dei principi educativi e delle metodologie che lo stesso propone.

I vantaggi del franchising sono soprattutto l’affidamento totale della gestione dell’asilo a cui si aggiungono anche tutta una serie di sevizi collaterali in fase di start up quali la ricerca e lo studio della fattibilità del progetto, l’affiancamento dell’affiliato nella realizzazione della struttura fino ad un servizio completo “chiavi in mano”,l’utilizzo del marchio del franchisor, il supporto ed assistenza nell’attività di promozione e marketing del progetto.

Ai costi già individuati ai punti precedenti andrà aggiunta anche la fee d’ingresso e le royalties annuali secondo quanto stabilito nel contratto sottoscritto.

ALCUNI CONSIGLI PRATICI

Visti i numerosi aspetti normativi e di gestione da considerare per poter avviare un asilo aziendale, è consigliabile affidarsi sempre a personale qualificato e competente.

Per quanto riguarda la fattibilità tecnica è meglio affidarsi a ditte specializzate nel settore, mentre per la verifica di fattibilità economica e finanziaria potrebbe essere di aiuto o una società di consulenza finanziaria che possa occuparsi anche dell’eventuale reperimento di fondi oppure nel caso si opti per la scelta del franchising sarà la stessa società ad orientare l’imprenditore.

Infine, è utile ricordare che come tutte le attività imprenditoriali  l’investimento iniziale verrà ammortizzato non prima di due/tre anni, è chiaro che maggiore sarà l’attrattiva della struttura e la qualità della gestione, maggiore sarà il ritorno in termini di guadagno e di successo per l’azienda.

Pubblicato a marzo 2012 – Aggiornato a febbraio 2019 dall’Avv. Claudia Cimato

Photo credits: 123rf

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