Metodo Doman Apprendimento Precoce: insegnare a leggere a 3 anni

I bambini di media intelligenza rendono tanto quanto potrebbero?: ecco cosa si chiese Glenn Doman (fondatore e capo degli Institutes for the Achievement of Human Potential), dopo essere riuscito ad insegnare a leggere a centinaia di bambini cerebrolesi. Se bambini che partivano da condizioni “svantaggiate” riuscivano a raggiungere risultati sorprendenti, allora – a maggior ragione – bisognava osservare i bambini “normali” con occhi nuovi e “meravigliati.

Ecco, allora, che Doman creò una serie di libri e materiali che aiutano a moltiplicare l’intelligenza dei propri bambini e a sviluppare il loro amore per la conoscenza, insegnando loro a casa anche a leggere o a contare.

Il metodo Doman suscita molto interesse, ma anche perplessità. Vale, però, la pena, di approfondirlo, perché trovo che offra spunti interessanti.

Su quale principio si basa il metodo Doman?

Doman partiva dal presupposto che solitamente non di dà ai bambini la possibilità di realizzare tutto il loro potenziale. Anche se piccolissimi,i bambini possono, vogliono, debbono leggere”.

Cosa afferma?

Che i bambini di età inferiore a 5 anni assorbono – anche indipendentemente dalla nostra volontà – un’immensa quantità di informazioni e ad una velocità straordinaria. I bambini in età prescolare hanno un’enorme quantità di energia e un enorme desiderio di imparare. Sono tutti geni linguistici e matematici (anche perché, in fondo, anche la matematica è una lingua).

Apprendimento precoce: quando iniziare?

Ad un anno o anche prima, anche perché dopo i 2 anni l’apprendimento diventa ogni anno più difficile:

  “I bambini possono leggere singole parole ad un anno, frasi a due, libri interi a tre, e con gusto

Per i piccolissimi – riconoscere la quantità o il valore reale è molto semplice e immediato.

Come si fa a insegnare a leggere a 3 anni?

Doman ha ideato delle schede con numeri e lettere da sottoporre ai bambini e in vendita ci sono delle valigette con dentro tutto il materiale che occorre per mettere in pratica il suo metodo. Condizione necessaria per l’apprendimento, però, non è tanto il kit, ma è l’atteggiamento dei genitori.

Apprendere è […] il gioco più grande e più stimolante. Il bambino lo crede tale e lo crederà sempre tale sino a che non lo convinceranno del contrario”.

Le “lezioni” devono essere brevi e concludersi prima che il bambino inizi ad annoiarsi e – se un giorno il piccolo allievo non ha voglia – non bisogna forzarlo, ma, anzi, interrompere per qualche giorno.

Critiche all’apprendimento precoce

Doman basava il suo metodo sulla convinzione che “il cervello cresce con l’uso”, ma non ci sono riscontri scientifici per questa teoria. C’è poi chi condanna la stimolazione di bambini tanto piccoli, ritenendo che per loro non sia importante saper leggere o far di conto, ma sviluppare le capacità intellettive, emotive e relazionali, attraverso le normali esperienze di vita quotidiana. Ulteriore lato negativo dell’apprendimento precoce – secondo alcuni – è anche legato al fatto che un bambino che è più avanti dei suoi compagni di scuola, in classe si annoierà e non si sentirà adeguatamente stimolato.

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Cosa ne pensiamo noi?

I bambini hanno diritto all’apprendimento e ad una corretta stimolazione, ma hanno soprattutto diritto ad essere bambini. Molti genitori amano vantarsi dei traguardi dei propri figli e – al parco, come fuori scuola – molte discussioni vertono su quanto il proprio bambino sia stato precoce a togliere il pannolino, a dormire da solo, a togliere il ciuccio, a parlare, a camminare.

Sembra una gara, ma i figli non sono trofei da esibire.

Ogni bambino ha i suoi tempi e non si possono fare paragoni, non è corretto e non è neanche giusto, perché bisogna esserne orgogliosi al di là della volontà di primeggiare.
Detto ciò, però, se un bambino chiede di leggere, di scrivere o di contare… perché no? L’importante è che sia un gioco e che sia lui a dettare modalità e tempi di apprendimento.
Concordo con Doman quando afferma che per impedire ai bambini di leggere, dovremmo anche:

buttar via i televisori e far attenzione a non far leggere ai bambini i titoli dei giornali e i nomi dei prodotti”.

Essendo, dunque, impossibile frenare questo apprendimento, è importante favorirlo nel modo migliore, scegliendo – con un minimo di consapevolezza – quali informazioni vogliamo che assorbano.

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Aggiornato il 16 maggio 2019

photo credit: cover 123rf e foto interna Adam Tuttle via photopin cc

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

4 Comments

  1. Daniela

    Io concordo con coloro che affermano che i bambini vanno stimolati in altro modo piuttosto che forzati alla precocita’. Cari genitori chiedetevi se è un vostro desiderio -abbastanza egoistico- dimostrare che vostro figlio prima degli altri ha imparato o se è una reale esigenza del bambino.

  2. albu aurelia ana

    io vorrei dire tante cose …otre bambini qui in italia piccoli valentino a 7anni e 9 mezzi maria 4 e 10 mezzi e giosue che a21 mezzi…non si puo dire tutto e bene o tutto e sbagliato per che cosi il bambino o bambina in futuro non a il suo guido…..avra sempre paura ….paura che si creea sbagliata comminceando de piccoli sempre prima e colpa di dove si parte come si parte…etc….prima problema siamo noi grandi…loro come 3 angeli dal cielo…non sano ragionare devono essere insegnati…ma tu grande non ragioni bene come puoi fare ragionare i tuoi figli….

  3. Ciao… Mio figlio ha 4 anni appena compiuti ed ha imparato da poco a piagnucolare e lamentarsi sempre x ogni cosa… Come si fa smettere?? Cosa devo fare??

  4. Gianluca

    Buongiorno a tutti, sono nato nel 1980 e mia madre
    ( istruzione dell’obbligo ) mi mandò alla scuola d’infanzia non a 3 ma a 4 anni poichè le piaceva avermi intorno ancora un pò. 🙂
    Comprò il libro “imparare a leggere e scrivere a 3 anni” di Glenn Doman e con molta pazienza sua e divertimento per me andai alla scuola di infanzia l’anno successivo sapendo leggere e scrivere correttamente.
    E’ vero mi sono spesso annoiato durante le lezioni nel vedere i bambini che facevano le aste per imparare le lettere, ma fui da stimolo per gli altri ad apprendere più in fretta. La stessa insegnate fu brava ad occuparmi con cose più interessanti per matenere alta la mia attenzione. Io ricordo quegli anni con tanto piacere, avevo molto tempo per giocare sia a casa che a scuola. Mia madre ha sempre voluto mi esercitassi nella lettura e per me non fu faticoso ma, anzi, molto divertente. Ho sviluppato molto la fantasia.

    Non si tratta di vantarsi con le altre mamme o genitori, (non è questo l’intento dell’autore) si tratta di saper guidare i propri figli verso ciò che si pensa sia giusto per loro.
    Credo che mai come oggi, dare uno strumento in più ai propri figli, sia mai stato più importante
    Io, ancora oggi, ringrazio mia madre.
    Conservo gelosamente quel libro, che consiglio a tutti, nella speranza di riuscire in quello in cui è ruscita mia madre con i miei figli.

    Aprite la mente e non siate prevenuti.