Qualche giorno fa io e il mio bambino abbiamo preparato i ghiaccioli a casa.
Dovete sapere che io ho un bambino con dei gusti in fatto di cibo molto particolari: a lui piace il pane secco per esempio. Solo per dirne una. E poi non gli piacciono i gelati (a parte il gelato al mango!) ma mangia volentieri i ghiaccioli.
Quindi per lui, farli in casa è stata una piccola festa!
Abbiamo tirato fuori gli stampini che lui ha voluto sciacquare bene e che poi ha preparato uno in fila all’altro sopra il loro sostegno.
Poi mi ha guardato e mi ha detto: Sono pronti?
Gli stampini erano ancora vuoti ma a lui non era chiarissimo il processo di preparazione, che gli ho rispiegato.
Allora abbiamo frullato la frutta (fragole e anguria) aggiunto l’acqua e abbiamo riempito gli stampini.
Poi lui mi ha guardato e mi ha detto: Sono pronti?
No, non sono pronti.
E quando sono pronti?
Questo scambio, con le mie spiegazioni a seguito, è andato avanti per tutta la sera.
I ghiaccioli, per essere pronti, avevano bisogno di almeno tre, quattro ore e lui ogni 10 minuti mi diceva:
Io vado a vedere se sono pronti.
Non era molto contento di questa attesa, anzi.
Arrivato a sera era particolarmente nervoso e ha minacciato di rompermi il frigorifero con una spada laser.
Ma alla fine, mangiare quel ghiacciolino preparato con le sue manine è stata una grandissima soddisfazione!
Tanto che il giorno dopo l’ha raccontato alla maestra e ai compagnetti di classe dell’asilo e la cosa che gli era evidentemente rimasta più impressa è stata appunto questa lunghissima attesa!
La frase top è stata: Io non ce la facevo più! Ho aspettato cinquantanove cento (che credo sia la sua concezione di numero più alto esistente)
Questa preparazione aveva messo a dura prova la sua pazienza, ma alla fine era contento.
Quando sono capitata nella sezione Stili di Vita del sito sull’alimentazione di Coop mi sono letta tutti i consigli dei diversi esperti: l’educazione alimentare, l’approccio all’attività fisica, allo sport, alla musica, alla lettura e alcune buone abitudini da adottare con i bambini.
E onestamente, mi sono sentita anche un po’ in colpa: perché non è facile essere coerenti, fare sempre quello che si vorrebbe… Spesso noi genitori non abbiamo tanto tempo per tenere sotto controllo tutte queste cose.
Facendo questo pensiero, con in mano il mio “alibi” del tempo che manca, mi sono resa conto che forse dietro ai suggerimenti su come “cambiare stile di vita” c’era soprattutto un piccolo ammonimento al nostro “non avere mai tempo di”, alla nostra frenesia, alla nostra necessità di far stare in una giornata mille cose, al nostro voglio tutto e lo devo fare in fretta.
Che non è molto diverso dall’impazienza di mio figlio.
Credo che il vero suggerimento di Coop in quella sezione del sito sia: fermatevi, riappropriatevi del vostro tempo.
Il tempo di giocare al parco, di organizzare una merenda con tutte le altre mamme, di ascoltare la musica e di ballare sfrenati insieme ai nostri bambini.
Il tempo di fare la spesa facendo attenzione a quello che mettiamo nel piatto o il tempo di scegliere una vacanza diversa, il tempo di riscoprire la natura.
Il tempo di cucinare insieme. Di toccare gli ingredienti uno ad uno.
Di scoprire che il pane lievita per ore o di come i ghiaccioli hanno bisogno di cinquantanove cento per essere pronti.
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