Quando e perché dare la paghetta ai figli - Mammeacrobate

È molto importante che i ragazzi abbiano una paghetta, mensile o settimanale. 

La paghetta deve essere una somma stabilita in modo certo e senza esagerazioni, e deve essere erogata puntualmente, senza dimenticanze e soprattutto senza anticipi.

Essenziale è che si stabilisca e sia comunicato chiaramente ai figli, cosa “copre” questa paghetta e quali altre spese restano a carico del genitore.
Valutate preventivamente anche che parte delle mance date da nonni o parenti può essere gestita direttamente dai vostri figli, specialmente se sono particolarmente laute.

Altrettanto importante è che i ragazzi possano decidere come spendere i soldi che hanno a disposizione o se vogliono risparmiarli, ferme restando le regole di buon senso e protezione: se vostro figlio ha risparmiato i soldi necessari, potrà comprarsi un videogioco per la playstation, ma non potrà certo acquistare un gioco vietato ai minori di 18 anni.

Avere una paghetta a disposizione, educa all’autonomia, ad essere responsabile del denaro, a risparmiare per un obiettivo e a rende chiaro, più di tanti discorsi, quale è il valore dei soldi.

Altrettanto importante per l’autonomia dei nostri ragazzi è assegnare dei lavori domestici.

La famiglia è una squadra in cui ognuno ha il suo ruolo e ci si supporta vicendevolmente, ognuno secondo le proprie risorse, competenze e, perché no, inclinazioni: se uno preferisce cucinare piuttosto che lavare i piatti, valorizziamolo!

Assegnate compiti che riguardano la gestione delle proprie cose e i propri ambienti nonché mansioni utili per tutti come apparecchiare e sparecchiare.

Le cose non saranno fatte esattamente come le fareste voi, ma non criticate. Anzi incoraggiate e ringraziate. Magari con l’esempio si impara anche a ringraziarsi reciprocamente. Inserite altre mansioni importanti per la famiglia e diversificatele: non sarà solo un contributo per tutta la casa, ma aiuterà il ragazzo (sì quello che adesso borbotta e si lamenta) ad avere fiducia in sé, a sentirsi utile.

In quest’ottica i lavori domestici aumentano autostima, autonomia e responsabilità. Se ci impegniamo e aggiungiamo un po’ di creatività, possono diventare anche un modo per rendere divertenti le routine famigliari, facendo qualcosa tutti insieme.

Tuttavia è importantissimo non correlare lavori domestici alla paghetta. Correlando paghetta a lavori domestici si inviano due messaggi:

  1. I lavori domestici sono una cosa noiosa, faticosa, che non si ha voglia mai di fare. Per farlo devo essere pagato! E’ vero che forse non è la mia massima aspirazione rifarmi il letto e riordinare, ma c’è anche un’attenzione nell’imparare a prendersi cura delle cose che ci circondano, senza che ci sia insegnato che è una punizione oppure una cosa sgradevole, sopportabile a patto che ci sia un premio. E’ lo stesso motivo per cui non vanno correlati i risultati scolastici a voti o premi.
  2. La paghetta introduce una dimensione causale nella relazione: se faccio questo lavoro domestico, allora avrò i soldi. Di conseguenza se venisse a mancare la ricompensa, nessun ragazzo sarebbe disponibile ad apparecchiare oppure a portare fuori il sacco della raccolta differenziata.

Correlare paghetta a lavori domestici trasforma la collaborazione familiare in una transazione commerciale.

Tenerle separate, favorisce invece l’autonomia e la cooperazione e aiuta a differenziare principi e denaro.

Per approfondire: Daniel Pink, Drive. La sorprendente verità su ciò che ci motiva nel lavoro e nella vita, Etas.

 

photo credit: iStock.com/tuk69tuk

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Author

Sono Barbara Laura Alaimo, pedagogista per passione e professione, specializzata in relazioni educative e diplomata in counseling familiare e dell’età evolutiva. Moglie per scelta (coraggiosa di mio marito!) e mamma “per caso”, ma orgogliosa e sempre in crescita di tre creature di 11, 9 e 4 anni. Ho da sempre un sincero interesse per la famiglia, tanto che oltre alla mia, amo occuparmi di quella degli altri. Conduco gruppi per genitori, oppure lavoro individualmente con loro o con le famiglie; realizzo progetti presso scuole, enti e associazioni sui temi dell’educazione alle emozioni, la prevenzione delle prepotenze e del bullismo, l’educazione ad un uso responsabile delle nuove tecnologie e la prevenzione del cyberbullismo, l’educazione all’affettività e alla sessualità. Osservando i bambini, imparo quotidianamente l’importanza del gioco e della creatività, della curiosità. Mi sento soddisfatta di me e del mio lavoro quando riesco ad ascoltare davvero le persone che si rivolgono a me, quando aiuto qualcuno a ritrovare le sue risorse, quando accompagno i genitori a capire meglio i loro figli, piccoli o grandi che siano. In due parole sono… straordinariamente normale.

2 Comments

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  2. claudia

    Concordo con quanto detto nell’articolo. A mia figlia io ho aperto un conto con carta prepagata, sul quale verso la paghetta mensile e che posso controllare con una app dedicata, dal mio cellulare. Si chiama Soldo (https://www.soldo.com). Ho notato che da quando lo ha è molto più responsabile e ogni tanto le chiedo di comprare delle cose di cui abbiamo bisogno in casa usando I suoi soldi. Questo aiuta a farla sentire parte della “squadra” e dell’economia familiare.