L'associazione La via dei colori contro maltrattamenti e abusi

La via dei colori

Continuiamo il nostro incontro con Ilaria Maggi, mamma e presidente de La via dei Colori, con la quale abbiamo avuto modo di parlare della vicenda dell’asilo nido Cip Ciop di Pistoia frequentato anche da suo figlio.

Nel post di qualche giorno fa Ilaria ci ha parlato di questa tristissima esperienza ma anche di come supportare bambini e genitori e di quali meccanismi mettere in atto per cercare di prevenire fenomeni di abusi sui minori.

Oggi abbiamo chiesto a Ilaria di raccontarci come da una storia così difficile sia nata la motivazione per impegnarsi nella creazione di un’associazione.

La Via dei colori è nata il 2 dicembre 2010, a un anno esatto dalla scoperta delle tristissime vicende dell’asilo Cip Ciop; è una data che racchiude un forte valore simbolico…ci racconti il percorso che ha portato alla nascita dell’associazione?

Abbiamo voluto fortemente che l’Associazione nascesse nello stesso giorno in cui le nostre certezze e le nostre vite sono state spazzate via.

Parliamo sempre di macerie, macerie sparse ovunque, che ad un certo punto abbiamo raccolto per costruire qualcosa d’altro, qualcosa che potesse dar loro un senso, altrimenti inesistente.

Non si può spiegare un dolore così grande, né forse si può metabolizzarlo ed elaborarlo se non trasformandolo in qualcosa di diverso, utilizzando tutta quella rabbia e quella disperazione per creare qualcosa che possa aiutare altre persone.

E’ così che piano piano nel corso del primo anno abbiamo cominciato a pensare all’idea di un’associazione, e dopo aver saputo di maltrattamenti in altri asili, prima Genova, poi Pinerolo, abbiamo sentito il bisogno di concretizzare quei pensieri di rinascita, per mettere a disposizione di queste persone spaesate come eravamo noi un anno prima, tutto quello che avevamo imparato a nostre spese lungo la via, una via che doveva diventare una via colorata e piena di speranza.

Qual è la ragione alla base della scelta di questo nome?

Senza pensarci, ho forse appena risposto a questa domanda.

Abbiamo pensato all’unione di tante forze, a qualcosa che potesse accompagnare l’iniziale disorientamento delle famiglie, fornendogli un percorso, una strada, un supporto morale e tecnico….da lì una strada.

Una strada piena di speranza però, qualcosa che contrastasse il nero di quei giorni, l’arcobaleno dopo la tempesta.

Eravamo una decina di persone sedute attorno ad un tavolo e ognuno diceva un nome, poi unendo le idee è uscito La Via dei Colori, ed è piaciuto subito a tutti.

Quali attività porta avanti l’associazione? Quali sono i suoi obiettivi?

Inizialmente le tantissime idee che avevamo – dobbiamo confessarlo – erano un po’ disorganizzate e idealizzate.

Poi, piano piano, conoscere e confrontarci con tante persone e vivere altre realtà simili e altri casi, ci ha permesso di capire un po’ quello avremmo voluto fare da grandi!

Inizialmente, supportati e in collaborazione con alcuni dei professionisti che ci hanno sostenuto in questo difficile percorso, sono stati organizzati incontri a tema aperti a genitori e familiari in genere, per permettere loro di capire, di fare domande, di confrontarsi.

Col tempo abbiamo però capito che ogni caso è un caso a parte, da gestire in modo personale.

All’inizio, quando tutto accade (e noi ce lo ricordiamo bene), si è spaventati, schivi, pieni di sensi di colpa e tantissime persone, a volte, si approfittano di questo stato per proporre soluzioni improvvisate.

Così abbiamo pensato che le famiglie avessero bisogno di un punto d’appoggio zonale, con professionisti che possano parlare del loro caso, fornendo loro un aiuto concreto e dei consigli organizzativi specifici.

E così ci stiamo muovendo in questo senso.

Inoltre crediamo che l’informazione e la condivisione dei dubbi e dei problemi stia alla base della prevenzione; per questo stiamo tentando di organizzare anche incontri multidisciplinari e divulgativi fra associazioni e famiglie, in modo da poter creare una rete d’accoglienza per coloro che sfortunatamente si troveranno a dover affrontare problemi simili ai nostri.

Mi auguro che sempre di più, La Via dei Colori possa diventare il filtro tra il dubbio della famiglia e le decisioni da prendere.

L’esperienza maturata occupandoci di casi analoghi in questi anni e la competenza e professionalità del nostro Comitato Scientifico spero possano diventare quanto prima un punto di riferimento che attenui in qualche modo l’enorme e inevitabile senso di smarrimento.

Un importante supporto al vostro lavoro vi giunge proprio dal vostro “Comitato Scientifico”, composto da varie persone, figure professionali diverse che vi hanno supportato durante l’intera vicenda, di chi si tratta?

Il nostro Comitato Scientifico è qualcosa che fin dall’inizio abbiamo voluto fortemente.

Non posso certo non sottolineare il fatto che, se lungo il nostro percorso non avessimo trovato professionisti estremamente capaci, umani, appassionati e onesti, forse oggi non saremo qui a parlare di progetti per il futuro con tanto ottimismo.

I casi come quello del Cip Ciop, essendo appunto “casi” che comunque vanno avanti “d’ufficio”, spesso vengono sottovalutati pensando che basti seguire sommariamente le indagini affinché si arrivi a una pena “giusta”.

Nella quasi totalità delle volte invece non è così!

I casi sono delicati, e vanno seguiti con estrema professionalità e competenza, valutando tutte le possibilità con rigore e lucidità.

E’ vero, infatti, che non esiste molta giurisprudenza precedente al caso Cip Ciop e quindi, anche questi sono percorsi da creare al fine di sapere in futuro come e cosa è giusto fare.

Noi nella sfortuna siamo stati molto fortunati e abbiamo trovato un gruppo di professionisti molto preparato che ha preso a cuore il nostro caso, impegnandosi spesso ben oltre il loro orario di lavoro e ben oltre lo stretto necessario.

A queste stesse persone, che sono diventate col tempo insostituibili compagni di viaggio, abbiamo chiesto di far parte del nostro Comitato Scientifico, e così è stato.

Contiamo di poter introdurre presto altre figure importanti e di poter avere referenti in altre zone d’Italia per poter dare un supporto più concreto e capillare.

La via dei coloriA ormai un anno dalla nascita de “La via dei colori” quale pensi sia stato il vostro più grande successo e cosa vorresti in futuro per l’associazione?

La Via dei Colori è nata svincolata dal processo Cip Ciop, ma è anche vero che quel processo fa parte della nostra vita.

E se ricordiamo le prime persone che ci dicevano di non provarci neanche, che comunque il processo si sarebbe chiuso in pochi mesi con un nulla di fatto, che eravamo dei poveri illusi a credere nella giustizia, beh allora questo caso è un po’ come se fosse il primo caso della nostra associazione e ne siamo estremamente orgogliosi!

Abbiamo fatto molti passi avanti con l’aiuto del nostro Comitato Scientifico e della magistratura.

Un’altra cosa che ricordiamo con estremo orgoglio è l’inaugurazione dell’Associazione Genitori a Scuola Conselice avvenuta lo scorso 18 febbraio.

Questi genitori hanno passato in un asilo di Ravenna quello che abbiamo passato noi al Cip Ciop, e dopo poco dalla scoperta dei fatti ci hanno chiamato per avere sostegno, più che altro morale e organizzativo.

Piano piano insieme al grido di “Guai a chi molla” si sono rialzati ed hanno aperto la loro associazione.

In conclusione, cosa ti senti di dire, qual è il messaggio che vorresti dare a genitori che, come te, vivono vicende di questo tipo?

Vorrei incitarli a NON MOLLARE.

Quando accade una cosa del genere, purtroppo la voglia di dimenticare velocemente nascondendo tutti i brutti ricordi in un cassetto, è tanta.

I sensi di colpa si ammassano sul cuore e ti soffocano, ma non bisogna mollare.

Il futuro dei nostri figli è una nostra responsabilità, e noi abbiamo il dovere di denunciare e di arrivare in fondo alla verità bella o brutta che sia.

E noi, con la nostra associazione siamo qui per essere un sostegno per questi genitori. Proveremo ad aiutarli a NON MOLLARE, a denunciare e a chiedere ed ottenere giustizia nel modo giusto.

I primi racconti sull’asilo Cip Ciop risalgono al 1998. Mio figlio è nato nel 2007, quante possibilità di salvare altri bimbi ci siamo persi per strada?

Di fronte a questo interrogativo, ma anche a questo coraggio e questa determinazione, credo che altre parole siano superflue; vogliamo solo ringraziare Ilaria per la sua testimonianza e unirci a lei al grido “NON MOLLARE”, perché i bambini sono esseri troppo preziosi e non dobbiamo mai stancarci di impegnarci per loro.

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

2 Comments

  1. LaurAcrobata

    grande esempio di come da un dramma si possa costruire qualcosa di importante!