Merendine sì o merendine no? Confronto sulla merenda dei bambini - Mammeacrobate

infografica merenda 2.0Vorrei condividere con voi alcuni spunti molto interessanti emersi in un incontro al quale ho partecipato e che aveva come tema la merenda dei bambini e in particolare le tanto demonizzate merendine.

 

Fanno bene? Fanno male? Mai darle? Oppure, quali preferire?

 

Tutto ha avuto inizio con l’indagine “Merenda 2.0” che il sito www.merendineitaliane.it – un sito istituzionale voluto dall’AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiana) e gestito da un autorevole Comitato Editoriale composto da 18 esperti di discipline che vanno dalla nutrizione alla pediatria, dalla psicologia dell’educazione all’antropologia alimentare e che si propone di offrire informazioni sulle merenda e sul ruolo che possono avere le merendine nell’ambito di  una alimentazione equilibrata e di uno stile di vita attivo – ha effettuato con l’aiuto di The Talking Village su circa 100 mamme, tra blogger e  redattrici di siti web dedicati ai bambini (tra cui anche noi).

 

I dati emersi sono molto interessanti, vi riassumo i principali:

 

– la maggior parte dei bambini fa merenda: ben il 79,6% la fa sempre, il 17,6% la fa, ma non tutti i giorni.  E se il 63% dei bambini fa merenda sia a metà mattina che a metà pomeriggio, 1 su 3 sacrifica invece  quella di metà mattina.

– per la merenda del pomeriggio ecco i cibi scelti: frutta e yogurt al primo posto (36,4%), seguiti da gelato (25,3%), prodotti da forno confezionati (23,2%) e dolci preparati in casa (17%).

3 mamme su 10 esprimono preoccupazione e, in parte, senso di colpa, vivendo con ansia questo momento e avendo dei dubbi sull’adeguatezza della merenda proposta ai propri figli.

la metà delle mamme intervistate sovrastima il contenuto calorico di una merendina; per il 52% infatti  una merendina in media conterrebbe tra le 200 e le 300 kcal e per il 6,3% addirittura oltre 300 kcal. Mentre solo 1 mamma su 3 ha risposto, in maniera corretta, indicando un contenuto calorico medio che si aggira tre le 130 e le 170 kcal (lo sapevate voi?)

– in estrema sintesi ecco cosa ne pensano le mamme intervistate delle merendine industriali: 4 mamme su 10 valuta positivamente le merendine, circa il 40% delle mamme che giudicano le merendine prodotti poco genuini e nutrizionalmente non adeguati all’alimentazione dei bambini, 32% delle intervistate, secondo cui i prodotti da forno sono una scelta “accettabile” ed il problema, se e quando c’è, non è tanto nella singola merendina ma nelle quantità eccessive in cui  eventualmente si consumano.

 

I risultati di questa ricerca sono stati presentati ieri a Roma in un incontro, voluto dalla AIDEPI con circa una ventina di mamme blogger e non e al quale hanno partecipato il dott. Michelangelo Giampietro, nutrizionista e medico dello sport, e la psicologa dell’educazione dott.ssa Anna Maria Ajello, entrambi membri del Comitato Scientifico di merendineitaliane.it

Si sono toccati numerosi concetti a mio parere interessanti e forse a volte un po’ sottovalutati che vorrei condividere con voi, sinteticamente, per magari continuare insieme un costruttivo confronto su questo tema.

 

IL DOVERE DI INFORMARSI

Sicuramente quello che reputo il concetto principale emerso nel dibattito di ieri: noi genitori abbiamo il dovere di informarci correttamente circa gli alimenti che proponiamo ai nostri figli. Questo dovere deve riguardare i pasti principali ma anche i momenti della colazione e della merenda che magari, a volte, passano più facilmente in secondo piano.

 

Ma dove recuperare informazioni attendibili?

 

 

L’IMPORTANZA DI LEGGERE LE ETICHETTE

Non tutti i cibi confezionati sono uguali e quindi neppure tutte le merendine industriali. Abituiamoci a leggere le etichette per valutare quali alimenti riteniamo migliori e più idonei per i nostri figli. Privilegiamo la trasparenza nell’elencazione degli ingredienti, molte marche già lo fanno (nonostante non vi siano per legge obblighi in tal senso).

 

NON DEMONIZZIAMO

Inevitabilmente, come su tantissimi altri argomenti, esistono dei preconcetti riguardo al tema delle merendine industriali che dovrebbero, per una corretta valutazione personale, essere un po’ smitizzati. Come emerso dal sondaggio, si ritiene che le merendine siano ipercaloriche quando invece scopriamo che contengono dalle 130 alle 170 kcal a porzione contro ad esempio le 300-500 kcal di un quadrato di pizza di circa 15-20cm.

E ancora, è credenza comune e diffusa che nelle merendine vi siano conservanti, coloranti e grassi idrogenati ma così non è invece già da tempo. Tali sostanze sono vietate per legge e sulle etichette vedrete che è specificato.

 

 

Siamo sicure di conoscere esattamente il valore energetico e il contenuto calorico delle merende preparate in casa?

 

 

MERENDINE PER BAMBINI E NON

Non tutte le merendine che troviamo nei supermercati sono adatte ai bambini. Alcune sono pensate per gli adulti ma questo non viene esplicitato sulle confezioni (penso al caso di una famosissima merendina ricoperta di cioccolato e con aroma di arancia che la pubblicità ci invoglia a consumare quando “non ci vedi più dalla fame”).

Una delle richieste emerse dalle mamme presenti al dibattito è stata infatti quella di esigere per legge l’indicazione dell’età a cui il prodotto è adatto sulle confezioni (alcune marche già lo fanno spontaneamente).

 

L’IMPORTANZA DI VARIARE GLI ALIMENTI

 

In assoluto, sia per le mamme che “le merende sì” che quelle “le merendine giammai”, vale il concetto che una corretta abitudine alimentare prevede in primis la varietà.

Se ai nostri bambini piacciono dolci o cibi ritenuti poco sani, non eliminiamoli del tutto dalla loro dieta, ma cerchiamo di limitarne l’uso e alterniamoli a cibi più equilibrati. Sarebbe una buonissima abitudine quella di non proporre ogni giorno la stessa merenda o la stessa colazione (come del resto non facciamo per il pranzo e la cena).

Qualsiasi cibo, consumato sistemicamente ogni giorno, può alla lunga far male. Quindi, come non daremmo da mangiare ogni giorno solo carne ai nostri figli, non diamogli ogni giorno per merenda solo prodotti da forno confezionati o solo pizza o solo gelato.

Personalmente credo nel buon senso e nelle vie di mezzo, anche nell’alimentazione.

Alterniamo, variamo, invitiamo a scoprire gusti nuovi e ad assaggiare. Magari con un occhio attento anche alla stagione e alla provenienza dei cibi.

 


L’IMPORTANZA DELLE PORZIONI CORRETTE

Una delle cose che spesso sfugge quando si parla di cosa dare da mangiare per merenda a un bambino è la quantità. Ammetto che io per prima non gli ho mai dato l’importanza che merita.

Il “vantaggio” delle merendine confezionate, emerso anche dal sondaggio effettuato, è che sono prodotti già porzionati. Lo “svantaggio” delle merende artigianali invece è che non abbiamo idea di quale sia la corretta quantità/porzione da offrire al bambino. Quindi, va bene la torta fatta in casa dalla nonna ma qual è la giusta porzione per una fetta? Va bene il trancio di pizza, ma di che dimensione?

 

Avevate mai pensato a questo aspetto?

 

L’IMPORTANZA DI FARE MOVIMENTO

Fondamentale, infine, è abituare il bambino a praticare del sano e regolare movimento. Regola che vale anche per noi adulti. Vanno bene gli sport (attenzione che negli sport di squadra il movimento è minore perché si allungano i tempi nei quali il bambino rimane fermo in attesa), le passeggiate, i giochi all’aperto e, udite udite, anche coinvolgerli nei lavoretti domestici (piccola provocazione che ha fatto sorridere le mamme!)

 

 

 

Infine, a dibattito terminato, abbiamo dato voce a quello che vorremmo venisse introdotto per migliorare queste tipologie di prodotti e per rendere le merendine più “affidabili” per le mamme. Ecco alcune delle richieste emerse:

–          Dichiarare la filiera alimentare degli ingredienti utilizzati

–          Esplicitazione dei cosiddetti “oli vegetali”

–          Indicazione della fascia di età al quale si rivolge il prodotto

–          Più farine integrali negli ingredienti per merendine

–          Necessità di fonti attendibili

 

Bene e ora vi chiedo: voi cosa ne pensate? Cosa date a merenda ai vostri figli?

Vi riconoscete nei dati emersi dal sondaggio?

Vi viene in mente altro che vorreste leggere/sapere/capire su questo tema?

 


Author

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16 Comments

  1. Ecco non ero lì, perciò mi rifaccio con un commento …
    Merendine … Istintivamente non mi piacciono, ma oggettivamente alle volte sono inevitabili.
    Certo il passaggio necessario precedente all’acquisto è questo che indichi tu, Manuela, è l’informazione e poi la lettura attenta degli ingredienti, evitando gli ingredienti no. E quindi anche agli squilibri dietetici nell’arco della giornata.
    E quindi merende a base di frutta, frutta secca, yogurth non sempre già dolcificato, frullati di frutta fresca, ma anche cioccolato e qualche merendina che arriva dai nonni.
    E poi ultima riflessione che faccio è il dare preferenza al biologico (e magari anche al km zero che talvolta è controllabile), come valori essenziali per l’alimentazione e come ricerca di una qualità alimentare che sia precursore di una salute migliore. Il costo del biologico, lo sappiamo, non è sempre favorevole in una contingenza economica come questa, ma la riduzione del rischio per la nostra salute e quella dei bimbi dovrebbe, sul lungo periodo essere una sorta di “garanzia” su cui sento come genitore importante investire. Come famiglia scegliamo di spendere meno su altre cose, ma investire di più su cibi di buona qualità. Ciao e grazie per queste riflessioni …

    • ManuAcrobata

      Ciao Monica, guarda è stato davvero utile come confronto perchè, almeno personalmente, il momento della merenda spesso si vive un po’ di fretta e passa comunque in secondo piano rispetto ai pasti principali.
      Concordo con te sul discorso biologico e km0, possiamo risparmiare su tutto ma non facciamolo sul cibo.
      Grazie a te per questo commento e per essere passata di qua!
      ti abbraccio
      Manu

  2. Devo ammettere che questo articolo mi lascia perplesso… Chi sono questi della AIDEPI? Vedendo il loro sito web sono un’associazione di categoria e quindi mi sembra logico che portino l’acqua al loro mulino.
    Dovrei fare qualche ricerca per capirci un po’ di più, ma tutta questa storia di “porzioni corrette”, “meglio la merendina della pizzetta” e così via non mi convince. Non ho dati alla mano, ma la faccia che ho fatto leggendo qui (anche se non la potevo vedere:) ) era abbastanza esplicativa.
    Se vogliamo dire quanto siano (più) buone le merendine, facciamo parlare qualcuno di indipendente e non l’associazioine di categoria. Altrimenti è come chiedere alla marca blu quanto è buono il baby food, o al McDonald quanto è buono il BigMac…

    • ManuAcrobata

      Ciao Andrea, grazie per il tuo commento. la perplessità è assolutamente lecita, e ci mancherebbe pure 🙂 Questo post non è certo un inno alla merendina ma solo il resoconto di alcuni concetti emersi in questo incontro. Quello che ci piacerebbe fare, come per la maggior parte degli articoli che pubblichiamo qui, è dare la possibilità a chi legge di cogliere degli spunti, discuterne insieme e spingere alla ricerca di maggiori informazioni (che a volte per pigrizia non tutti cercano). Quindi che ben vengano commenti scettici come il tuo.
      Nessuno sabato ha detto che le merendine sono meglio della pizza o che sono più buone di una torta della nonna, questo mi preme specificarlo. Si sono però evidenziati degli aspetti che forse a volte passano in secondo piano. A me personalmente quello sulle porzioni ha interessato parecchio perchè spesso preparo biscotti di pasta frolla per mia figlia e dato che li faccio buonissimi (eheheh!) lei ne mangia 5 o 6 per merenda. Quindi, il dubbio è: sono troppi? sono pochi? apportano dei valori nutrizionali controllati ed equilibrati? Se riuscirò a trovare lumi su questo punto ne sarò contenta.
      Infine ti chiedo, come ho chiesto nel post: da quali fonti vorresti arrivassero le informazioni per essere certo della loro autenticità e affidabilità?

      grazie ciao
      manuela

  3. Diciamo che affermazioni quali:

    “contengono dalle 130 alle 170 kcal a porzione contro ad esempio le 300-500 kcal di un quadrato di pizza di circa 15-20cm.”

    per non parlare di:

    “Il “vantaggio” delle merendine confezionate, emerso anche dal sondaggio effettuato, è che sono prodotti già porzionati. Lo “svantaggio” delle merende artigianali invece è che non abbiamo idea di quale sia la corretta quantità/porzione da offrire al bambino. Quindi, va bene la torta fatta in casa dalla nonna ma qual è la giusta porzione per una fetta? Va bene il trancio di pizza, ma di che dimensione?”

    non le avrei enfatizzate così tanto in quanto vanno ampiamente giustificate e contestualizzate.

    Tra l’altro non dimentichiamo che se facciamo una merenda ipercalorica proabilmente il pasto successivo mangeremo di meno riequilibrando il tutto. I problemi nascono se fai un pasto ipercalorico e, se non hai bruciato l’eccesso di calorie, al pasto successivo provi a mangiare come al solito.

    A chi chiederei? Non a chi ci lavora/guadagna. Presumo che ci siano un sacco di nutrizionisti che fanno indagini in merito sparsi nelle università italiane.
    Provo a chiedere in giro… vediamo un po’ 🙂

    • ManuAcrobata

      Andrea, permettimi di ribattere che nel nostro articolo NON esiste un passaggio nel quale si afferma che le merendine sono meglio di una merenda fatta in casa.
      Il contenuto calorico di una merendina è facilmente leggibile sulla confezione, il valore calorico di un trancio di pizza così come riportato nel post è stato riferimento dal dottore nutrizionista che era presente all’incontro. Vogliamo chiedere a un altro nutrizionista così da fare una prova del 9? Va benissimo.
      Riguardo all’altro passaggio “incriminato” come puoi vedere, e come credo tutte le lettrici abbiano colto, le parole vantaggio e svantaggio sono state appositamente indicate tra virgolette proprio perché opinabili e soggettive.
      Ritengo, nuovamente, che questo post NON sia un inno alle merendine ma solo un modo per cogliere spunti e portare avanti una discussione e un confronto costruttivi. Non a caso il post contiene numerose domande proprio per invitare chi legge a riflettere e a cercare, da soli o ragionando insieme a noi, delle risposte.

      Sempre per totale trasparenza verso chi ci legge, specifico inoltre che questo post non è un post sponsorizzato e che per partecipare all’incontro di cui ho raccontato non siamo state pagate.

      Ne abbiamo scritto perchè riteniamo che sia un tema poco dibattuto e quindi interessante da approfondire.

      Vedo difatti con piacere che l’argomento interessa e quindi sono solo felice se potrà far scaturire un dibattito intelligente e utile per chi ci segue.

      ciao e grazie
      M

  4. Salve,
    apprezzo che vengano pubblicati questi articoli, perchè come è stato detto servono come base di partenza per una ricerca per coloro che da ignoranti decidono di essere informati con ricerche successive… e io di ricerche negli ultimi due anni ne ho fatte… non sono brava a riferire dati, poichè la nozionistica non è mai stata il mio forte, ma sono capace di dare spunti per una ricerca personale e più accurata.
    Un esempio che vorrei proporre: si parla di obesità infantile: perchè i bambini oggi sono mediamente più grassi dei bambini di 15-20 anni fa? alcuni invece sono molto più magri, che fanno impressione?
    come mamma di due gemelle di 6 anni e di una bambina di 15 mesi ho molto da osservare. Le mie amiche che hanno meno soldi mangiano più pasta e riso e risparmiano su frutta e verdura… e guarda caso sono loro, spesso che hanno i figli più grassi… però, guarda caso, avendo i figli che vanno a scuola, non risparmiano sulla merendina! E quale scelgono sempre? Quella più commercializzata! Di recente una merendina è stata sponsorizzata come sana, finchè la conf consumatori non li ha costretti a cambiarla, perchè traeva in inganno i consumatori e sottintendeva che tutte le altre merendine non fossero sane… no comment! Io stessa, vedendo quello spot mi ero indignata tantissimo!
    Poi una cosa che laAIDEPI nondirà mai è che il latte, lo zucchero e tutti gli alimenti che acidificano il sangue sono la causa dell’osteoportosi, del calo del sistema immunitario e di tutte le malattie moderne!
    Come pure l’obesità… nel cibo c’è l’indicazione della percentuale di proteine, carboidrati, grassi e altri elementi , più l’indicazione delle calorie e dei kjoul… il problema è: che cosa fa ingrassare? E’ scontato che i grassi facciano ingrassare! Sbagliato, perchè un po’ di grasso, di origine naturale, è essenziale per la nostra salute… solo che non deve essere grasso saturo, altrimenti fa male…un’altra cosa:
    che cosa fa trasformare i carboidrati in grasso? l’insulina… ma la quantità di insulina che il nostro corpo utilizza per smaltire gli zuccheri non è proporzionale all’indice glicemico: mia sorella è diabetica e questo me lo ha spiegato lei: il cocomero sviluppa 5kcalorie ogni 100g, ma il suo indice glicemico è 55 (il pane e lo zucchero 100), quindi fa comunque alzare la glicemia, che provoca un rilascio di insulina e così via… insomma che cosa crea il grasso nel corpo? Una combinazione di tanti fattori!
    Dire che le merendine non facciano male è come dire che lo zucchero non fa male, come dire che il grasso vegetale, senza specificare quale sia, non faccia male… e qui bisognerebbe aprire un’altra parentesi: perchè non viene specificato quale tipo di grasso vegetale? a parte che la frammentazione degli olii vegetali per trasformarli in grassi li rende cancerogeni( e qui parte un altro studio, un’altra ricerca) ma l’olio di semi di cotone, l’olio di colza e l’olio di palma fanno malissimo. Quello di palma è addirittura più nocivo del burro e dello strutto!(altra ricerca) E allora diranno: ma no, ci sono due tipi di olio di palma, uno fa male, l’altro no: e allora perchè non specificare se è giallo o rosso, sull’etichetta? Insomma, si sa, gli olii vegetali magari di per se non fanno male, ma quelli tropicali fanno male e non c’è niente che possa cambiare le cose.
    Ogni genitore che da alimenti zuccherati ai propri figli dovrebbe scrivere su google: effetti nocivi dello zucchero bianco… e vedere che cosa non esce fuori.
    Poi scrivete: latticini e osteoporosi, oppure latte e acnee, oppure latte e salute… si vedrà che esce fuori una marea di roba…
    usare le informazioni che danno in pubblicità per decidere come alimentarsi è l’errore più grave che un genitore possa fare.
    negli stati uniti la ferrero ha dovuto pagare 300milioni di dollari per aver pubblicizzato la nutella come alimento equilibrato e genuino!
    per non parlare di cosa siano i famosi enzimi che troviamo in tutti i prodotti da forno…
    meglio non continuare e spero di aver dato abbastanza spunti per una buona ricerca.

    • ” la quantità di insulina che il nostro corpo utilizza per smaltire gli zuccheri non è proporzionale all’indice glicemico: mia sorella è diabetica e questo me lo ha spiegato lei: il cocomero sviluppa 5kcalorie ogni 100g, ma il suo indice glicemico è 55 (il pane e lo zucchero 100)”

      ho sbagliato a scrivere, volevo scrivere
      l’insulina utilizzata per smaltire gli zuccheri non è proporzionale alle chilocalorie, non all’indice glicemico

    • ManuAcrobata

      Ciao Sara, io ti ringrazio per gli spunti che ci hai dato con il tuo commento. Condivido in toto quello sull’esplicitazione della dicitura “oli vegetali” che leggiamo sempre sulle confezioni delle merendine. E difatti è stata una delle richieste che, nel nostro piccolo, abbiamo fatto alla AIDEPI. Abbiamo il diritto di sapere esattamente quali oli vengono utilizzati e in che percentuali.
      Una mia curiosità: su quali siti o fonti hai recuperato queste informazioni? perché una delle cose che abbiamo lamentato è la mancanza di una informazione accessibile e trasparente. Diciamo pure che non tutte le persone hanno gli strumenti per leggersi fior fiore di ricerche scientifiche, quindi dove e come potremmo recuperare queste informazioni? secondo te?
      grazie di nuovo, ciao
      M

  5. Buongiorno a tutti,
    anche io ero presente all’incontro Merenda 2.0 e vorrei chiarire alcuni aspetti, che dai commenti che leggo mi sembra di capire non siano passati in pieno.

    Premetto che trovo interessantissime le ricerche sugli alimenti dannosi e che io per prima sabato ho sollevato insistentemente il problema dell’olio di palma.

    Detto ciò, nessuno vuole far passare il concetto secondo cui la merendina sia il non-plus-ultra delle merende, né tanto meno che sia meglio della torta fatta in casa o della frutta.

    Quello che intendo dalle parole di Manuela è che una merendina ogni tanto non fa male – e soprattutto che dobbiamo essere informati sul contenuto degli alimenti.

    Informazione chiara e trasparente. Ma perché prendiamo per vera qualsiasi affermazione postata su qualsiasi blog e vediamo come il diavolo le informazioni trasmesse dalle aziende? La domanda è rivolta anche a me stessa.

    Un punto che mi preme sottolineare: sabato siamo state chiamate per dire all’associazione di categoria che cosa vorremmo dalle merendine e dall’informazione su di esse.
    Io penso che questo sia un ottimo punto di partenza, che da qui dovremmo partire per far sapere ciò che può essere migliorato.

  6. Discutendo in giro di questo articolo mi è stato fatto presente un punto importante: le merendine sono sì porzionate (brutta parola, ma vabbé), ma sono porzionate per chi? Per il bambino che fa sport o quello che guarda la TV? Per il grosso o per il piccolino?
    Tra l’altro, il confronto con un quadrato di pizza da 15, se non 20 (!!) cm mi sembra fuorviante. Un pezzo di pizza così se lo può mangiare per cena un adulto, figuriamoci un ragazzino a merenda.
    Tra l’altro le merendine saranno pure porzionate, ma sono di piccole dimensioni. Trovo difficile che una merendina mi basterebbe per …, appunto, merenda e di sicuro cercherei altro.

    Per chi diceva che queto incontro “è un ottimo punto di partenza”, mi domando quanto sia vero… dopo tutto loro pagheranno fior di soldi a esperti di marketing per sapere in che modo incrementare le vendite.
    Che questo non sia altro che l’ennesimo
    incontro “conoscitivo” teso a produrre pubblicità gratis o quasi per chi l’ha organizzato per non parlare di tutta una serie di commenti postitivi in rete che complessivamente ne faranno migliorare il modo in cui Google li vede? Dopo tutto, quanti ce ne sono stati di questi incontri di recente?

    Insomma, più ci penso e più mi perplimo 🙂

    • ManuAcrobata

      Andrea mi lusinga che si parli in giro (?) del nostro articolo 🙂

      Ora le faccio io a te alcune domande:
      – cosa dai per merenda ai tuoi figli?
      – come riesci a calibrare le merende in base all’età, alla costituzione e al tipo di movimento che fanno?
      – cosa esattamente non condividi di incontri di questo tipo?

      Giusto per sapere, curiosità femminile 🙂

      ps: dato che nessuno qui vuol convincere nessun altro su niente, va benissimo che tu ti perplima 🙂

      • Rispondo con piacere
        [quote name=”ManuAcrobata”]Andrea mi lusinga che si parli in giro (?) del nostro articolo :)[/quote]
        Beh, devo confessare che ho fatto un po’ di domande in giro per capirci qualcosa.
        [quote name=”ManuAcrobata”]
        Ora le faccio io a te alcune domande:
        – cosa dai per merenda ai tuoi figli?
        [/quote]
        Non faccio testo perché:
        1) le mie figlie sono ancora piccole, per cui non sono esposte a pressioni esterne dato che la più grande non ha 3,5 anni.
        Comunque qui si va di frutta, yogurt, weetabix o frutta.
        Io poi non homai mangiato merendine (tranne un’eccezione al sapore liquoroso e con l’arancia… ) per cui non sono portato ad acquistarle neanche per sbaglio.
        [quote name=”ManuAcrobata”]
        – come riesci a calibrare le merende in base all’età, alla costituzione e al tipo di movimento che fanno?
        [/quote]
        Non mi pongo il problema. Se ne vogliono di più (di solito) c’è. Come saprai sono un gran sostenitore dell’autoregolazione dell’appetito.
        [quote name=”ManuAcrobata”]
        – cosa esattamente non condividi di incontri di questo tipo?
        [/quote]
        Questa è la domanda più interessante… È da qualche giorno che ci penso, anche perché ho ricollegato questo evento ad altri due che mi sono capitati di vedere in rete molto di recente.
        Se fossi in te mi porrei la seguente domanda: “perché l’azienda tal de tali è interessata a quello che penso?”. Mamme Acrobate è un sito piuttosto piccolo e altri siti che hanno partecipato all’evento sono 10 se non 50 volte più piccoli di Mamme Acrobate. Per cui che interesse ha l’azienda Tal de Tali a parlare con chi gestisce questi siti?
        Sapere la loro opinione? Non credo… dopo tutto le mamme blogger non sono rappresentative della popolazione e i siti coinvolto sono così piccoli da non potersi considerare degli “influencer”. Per sapere come incrementare le vendite fanno prima a organizzare un sondaggio, che non credo costi cifre irraggiungibili.
        A mio avviso (e queste sono solo ed esclusivamente illazioni e non ho alcuna prova per suffragarle) lo fanno per scopi legati al SEO, ovvero loro hanno determinati concetti che vogliono far circolare e far sì che raggiungano una certa autorevolezza (agli occhi di Google). Per cui quale modo migliore di avere, che so, 100 mamme blogger che scriveranno 20-30-50 articoli sul soggetto facendolo così salire sui motori di ricerca?
        Di recente mi sono imbattuto in una campagna (assolutamente scandalosa e senza pudore) simile organizzata da una multinazionale. Che scopo potevano avere nell’invitare una ventina di mamme blogger nei loro uffici? Che gliene può importare a un’azienda quello che pensa la Maria che gestisce il blog SuperMamma e che ha 1000 visite al mese quando loro hanno un fatturato di milioni di euro al mese con milioni di clienti in tutto il mondo?
        L’ipotesi che venga fatto per il SEO è l’unica logica che mi viene in mente, ma se ci sono suggerimenti sono qui 🙂

        Questo è probabilmente quello che condivido di meno in questi incontri (al di là dei contenuti)… le invitate vengono strumentalizzate a loro insaputa per far passare un messaggio ben orchestrato dell’azienda invitante (in questo caso “le merendine non sono così malvage”) così il messaggio circola, acquista autorevolezza e la gente, che cerca in rete le informazioni, è più pronta ad accettarlo.

        Ti allego il link a un articolo sull’argomento che ho trovato molto interessante (mi è stato passato da un’amica)
        http://ildiariodiondaluna.blogspot.it/2012/10/merenda2punto0-amenita-di-ondaluna.html
        il sito è talmente piccolo che non può essere considerato un competitor, quindi spero mi passerete il link. Tuttavia quell’articolo prova che anche da questi incontri può venire fuori qualcosa di coinvolgente (e che esula dal tema “merendine”).

        Scusate il commento fiume.

        Spero che ho messo le tag bene… :D:D

        • ManuAcrobata

          Innanzittutto nessun problema a citare link specie poi questo di una blogger che stimo molto e che ho avuto il piacere di incontrare sabato all’incontro.

          Sul discorso SEO onestamente non mi trovi d’accordo. Specie le grandi aziende (questa ad onor del vero però non era un’azienda produttrice ma l’associazione di categoria, comunque due cose diverse) hanno fior fior di budget da investire in azioni di link building e post sponsorizzati che non penso assolutamente si metterebbero a invitare una ventina di blogger “aggratis” nella speranza che scrivano altrettanti 20 post – tra l’altro senza nemmeno avere le certezza che li scrivano “remando nella giusta direzione” – solo per immaginare dei vantaggi nel loro posizionamento sui motori di ricerca. Il gioco non vale la candela!

          Tu te le immagini le mamme blogger che erano presenti all’incontro di cui stiamo parlando?? Prova a pensare a 20 donne agguerritissime, scettiche, tecnologicamente acculturate e molte anche molto attive per quanto riguarda la lettura di ricerche scientifiche, studi e compagnia bella. Prova ad immaginarti queste 20 donne – per le quali la salute dei propri figli è la COSA PRINCIPALE AL MONDO – che tartassano di domande gli esperti presenti in sala, che controbattono a quello che viene loro detto, che espongono dubbi, che incalzano, che pretendono (educatamente ovvio) risposte e trasparenza.
          Tu, sinceramente, pensi che un’azienda sarebbe così tanto invogliata ad affrontare un manipolo di mammeblogger giusto per avere, forse, un qualche ritorno in termini di seo?? non sarebbe più facile PAGARE e trovare siti informativi o contenitori di news che pubblichino i post che vogliono loro con dentro i link che vogliono loro??

          Ecco, io credo sinceramente (chissà se un giorno qualcuno mi convincerà del contrario) che nonostante i nostri siano siti piccoli (dipende poi dai punti di vista…) il fenomeno dell’influenza in rete delle mammeblogger spinga davvero, come peraltro ormai si fa da anni in altri paesi (basta pensare al sito inglese mumsnet che detta legge in Inghilterra), le aziende a relazionarsi con queste donne per cogliere [i]sentiment[/i] e opinioni utili al fine di offrire sul mercato dei prodotti più corrispondenti a quelli che sono i desiderata.

          Io non lo trovo affatto stupido come ragionamento, anzi. Se posso vendere 100.000 merendine in più (faccio un esempio dato che stiamo parlando di questo) se tolgo dagli ingredienti l’olio di palma dato che ho capito che è una delle motivazioni per cui molti genitori non le acquistano, perchè non farlo??

          Io credo che alla base ci sia solo un discorso molto semplice di business: se capisco cosa vogliono davvero, aumenterò le mie vendite.

          Sicuramente le mammeblogger, per l’evoluzione che il fenomeno sta avendo negli ultimi anni, sono un buon campione al quale porre domande.

          E noi, di controdomande, ne facciamo sempre tante :))

  7. Penso che Andrea faccia bene a porsi queste domande: meglio esprimerle e parlarne insieme, che tenersele per sè pensando che ci sia dietro chissà cosa.
    Avendo invitato le blogger alla survey e all’incontro, e lavorando spesso con questo tipo di iniziative per/con la Rete (non solo con le mamme!), posso fornirgli delle informazioni aggiuntive, spero utili.

    – prima dell’incontro è stata svolta una survey online a cui hanno risposto circa 100 tra blogger e non, con l’obiettivo di fotografare le loro abitudini ed opinioni su questi prodotti.
    – poi una ventina tra le partecipanti alla survey, disponibili a dedicare un giorno anche alla conversazione “offline”, sono state invitate a Roma a commentare insieme i risultati della survey. come saprete, numeri e percentuali indicano alcuni fatti, ma non colgono anche i loro “perché”.
    Questi incontri servono quindi a capire i perché e a far sentire ai produttori, attraverso il confronto con una rappresentanza di consumatrici particolarmente attenta, critica e consapevole, e anche creativa (le blogger appunto), “il polso” del mercato, dove stanno andando i gusti e le richieste del consumatore. ben difficilmente servono ad influenzare o manipolare qualcuno a sua insaputa, perché per il tipo di persone che partecipano sarebbe un autogol gravissimo anche solo pensare di farlo.
    Ora se il messaggio che si desume dai post di commento in seguito all’evento è quello che le merendine non sono in assoluto il male ma che contano anche altri fattori nell’alimentazione e che bisogna fare buona informazione sui loro contenuti nutritivi, questo non è stato certo accettato acriticamente e passivamente, come dimostrano infatti alcuni spunti critici delle blogger, ma è stato discusso a lungo come solo di persona si può fare ed è stato l’inizio di un contatto che si speri porti ad altre iniziative e forme di collaborazione. Insomma non è una logica quantitativa e pubblicitaria che guida (quanti post, quanti lettori…stiamo parlando di un mercato dai volumi enormi, niente di tutto questo può spostarlo) ma di una logica qualitativa tesa ad anticipare e soddisfare la domanda che sta emergendo e di cui le blogger sono una rappresentanza molto qualificata, a prescindere dalle loro “dimensioni”, per qualità di contenuti e approfondimenti che producono. E’ come coinvolgere nei propri piani dei consulenti esperti. Spero di aver fornito qualche altra delucidazione 🙂

  8. Andrea,
    hai mai sentito parlare di marketing relazionale? di comunicazione one-to-one? io in una multinazionale ci lavoro, e posso dirti che se, con tutte le risorse in termini economici e di agenzie, le grandi aziende fossero costrette a organizzare eventi del genere solo in onore del seo, sarebbero messe veramente male. il fatto è che molte aziende hanno deciso (finalmente) di ascoltare e incontrare le mamme, le fantomatiche responsabili d’acquisto che fino a poco tempo fa avevano sempre visto solo nei risultati delle ricerche e mai dal vivo (fra l’altro molto poco anche DENTRO gli uffici, a dire il vero).
    Tutto qua. Certo, si aspettano, sperano che le mamme blogger parlino bene. Ma si espongono anche ai giudizi negativi.
    Non entro nel discorso dell’alimentazione dei bambini perché non sono un’esperta. Ti dico solo che io ho sempre mangiato una merendina al giorno ma ho fatto tanto di quello sport che non ho mai avuto un grammo di più del dovuto. Perché vedi, concentrando tutta l’attenzione sull’alimentazione si rischia poi di crescere un figlio vegano che però poi si adagia mollemente davanti alla tv per 6 ore al giorno… Fra l’altro parli di yogurt: sei informato sulle polemiche riguardanti i latticini e il rischio di sviluppare fastidiose malattie? sai che secondo alcune ricerche pare che quasi il 30% della popolazione occidentale sia intollerante ai latticini?
    il punto è che niente fa male in sé. contano quantità e stile di vita. oltre che una familiarità.
    Per favore, smettiamola di pensare che le multinazionali siano un grande essere cattivo che ci vuole solo male. Anche perché se ci facessero morire tutti non avrebbero più consumatori 🙂