Mi sono sempre detta, prima di diventare mamma, che io mai avrei litigato con altre mamme per causa dei figli. Davvero ci credevo. Mi ero anche detta che tra coetanei… di qualsiasi età… le cose si risolvono “internamente” tra pari. Ora ho un bambino di 4 anni. Simpatico, vivace, molto vivace. E’ un bambino. Sensibile quando vuole ma anche, come si dice, piuttosto tosto.
A volte assisto a incontri a base di spinte e spintoni tra bimbi. Non esagerati, che a mio avviso non richiederebbero nemmeno l’ intervento di un adulto. Mi piace osservarli (sarò sadica, forse). Mi incuriosisce vedere quali meccanismi scattino nelle loro testoline. Certo intervengo se vedo che la cosa in qualche modo degenera. Peraltro socializzo poco con le altre mamme, tendo ad isolarmi da quelle chiacchierate fiume su pannolini, vestitini, cacche e pappe e osservo. Osservo attentamente l’universo dei bambini. E ultimamente vedo cose che non condivido. Ovviamente da parte degli adulti, non dei bambini.
Succede, a volte, che qualche bambino, dopo una spinta, si lasci andare a pianti irrefrenabili, disperati e ingiustificate alle volte, motivati in altre. Ci sono bambini particolarmente sensibili, che anche solo una frase detta a “muso duro” li fa scoppiare in lacrime, quella è la loro indole, il loro modo di rispondere ad avvenimenti esterni che li infastidiscono o semplicemente che li contrastano. Sono fatti così.
Altri invece preferiscono continuare a “combattere” senza piangere. Meno sensibili forse, più corazzati… non lo so ma non per questo più colpevoli. Anche per loro è questione di indole, anche loro sono fatti in quel modo, senza colpe o senza ragioni.
A questo punto il problema si trasferisce dai bambini agli adulti. E’ chiaro che la mamma/nonna di chi piange disperato pensi tutto il male possibile di chi ha causato il pianto senza però:
1. avere la minima idea di cosa sia successo
2. tener conto a volte che si trattava, fino a un momento prima, di uno spintonaggio alla pari.
E il bambino che non piange viene indicato subito come “quello manesco” anche se magari quello spintone è arrivato dopo frasi o comportamenti provocatori, dopo spinte forse più lievi o semplicemente meglio “incassate”. Chiaro che il più delle volte tutto poi passa in amicizia ma il “marchio” rimane indelebile.
Questo mi dispiace. Davvero non ne faccio un problema di orgoglio. Ne faccio un problema di coerenza. Credo si sia capito “noi” da che parte stiamo ma vi assicuro che, per quante vorranno coglierlo, questo mio sfogo potrebbe diventare un consiglio prezioso anche per chi è dall’altra parte.
O controllate o lasciate correre perché anche insegnare che chi piange più forte ha più ragione non è esattamente la cosa più utile per i vostri bambini…
22 Comments
Ciao, sono mamma di una bambina di 3 anni e mezzo … che, probabilmente, se tu incontrassi metteresti in quella categoria che tu definisci “particolarmente sensibile”. Se M viene spintonata al parco fugge da me, o semplicemente si allontana da chi l’ha spinta … altrettanto spesso piange a dirotto.
Ma non è affatto una bambina “sensibile” … o almeno non come lo intendi tu, è semplicemente una bambina a cui stiamo cercando di insegnare che si comunica parlando e che le mani addosso agli altri non si mettono MAI, perchè tutto quello che può essere ottenuto con una spinta può essere ottenuto meglio semplicemente con 3 parole e che, di fronte a certi atteggiamenti, si trova spiazzata …
Ma è anche una bambina alla quale stiamo cercando di insegnare che lungo il suo cammino incontrerà piccoli e adulti molto diversi da lei, da mamma e da papà … e che sta a lei trovare una misura di ciò che può o non può (o non vuole) tollerare.
Quindi M sta prendendo le sue misure … e sta capendo da sola che quando incontra bambini troppo irruenti per lei è meglio allontanarsi ed io non posso che avallare questa sua *scelta di sopravvivenza*. Come da adulti scegliamo le persone da frequentare in base al feeling che si crea, altrettanto si può fare da piccoli!
Per ciò che concerne il monitoraggio, io per il momento ho solo lei, quindi controllo eccome … e riesco a farlo piuttosto bene anche se chiacchiero con un’altra mamma … e ti garantisco che non mi è mai capitato di assistere a spinte date *per gioco* e ricevute *con piacere*. Giocare insieme in modo fisico è ben altro … secondo me!
E comunque le spinte sono solo un esempio, i comportamenti prepotenti sono di vari tipi e di vari livelli … io, con lei, consolo e se posso minimizzo, ma il concetto di base resta!
Ciao
MT
fosse così facile catalogare, distinguere, contestualizzare, “giudicare”.
Sono mamma di una bimba cosiddetta sensibile, di quelle che sì scoppierebbe a piangere a dirotto (e potrei giurare che lo spintone ricevuto non sia conseguenza di provocazioni, ma capisco che sia la mia parola di mamma), e di un bimbo che spintonerebbe.
Uso il condizionale perchè non glielo lascio fare, ma so che se lo lasciassi libero di agire probabilmente gli capiterebbe e forse gli capiterà, chissà. Per me non esiste che risolvano le loro dispute da bambini a spintoni.
Se io vedo (e guardo), intervengo, sui miei figli. Apprezzerei che altrettanto facessero le altre madri, ma evidentemente c’è chi ritiene giusto che voli qualche spintone.
Ne sto già tenendo conto, ma ai miei figli continuo a voler insegnare altro.
eccome se ti capisco…
Io sono la “solita Zia Franny” (qualcuno forse avrà già letto qualche commento), la solita “non-mamma” che per un motivo particolare si trova a relazionarsi con un bimbo non suo, ma che le cresce accanto. Sto con una persona che ha un bimbo di 8 anni. Il bimbo ha una mamma con cui passa la maggior parte del suo tempo e un marito-della-mamma. In pratica siamo in 4. Non ha 4 genitori, certo, ma 4 persone che giornalmente si interrogano per capire come aiutare un bimbo a crescere e a imparare come ci si comporta.
D. non appartiene nè a una categoria nè all’altra.
È un bimbo stra sensibile, che a volte piange a dirotto per delle piccole cose. Si commuove e a volte versa litri di lacrime, soprattutto quando tutti e quattro partecipiamo ad avvenimenti della sua vita. E lui è felice per questo.
Ma è anche un bimbo tosto e competitivo. È anche quello che durante una partita di calcio urla come un dannato se qualcuno gli fa un fallo o anche se il fallo non c’era ma lui pensa di si. E a volte, si, parte anche qualche spintone, da una parte e dall’altra.
E io, lo ammetto, sto a guardare!
E questo non significa assolutamente che mi disinteresso della cosa. Anzi! Vi assicuro che quando si ha la responsabilità, seppur parziale, di un bimbo non tuo, a volte senti ancor più il peso della cosa. D. viene sgridato a dovere sia che abbia torto, sia che abbia ragione, perché, come dite giustamente, le mani non si alzano mai, ma c’è situazione e situazione. C’è la situazione in cui le cose degenererebbero e vanno fermate subito e la situazione in cui i genitori non dovrebbero intervenire secondo me (credo siano gli stessi “incontri non esagerati” di cui parla mamma Cristina). Posso assicurarvi, senza ombra di dubbio, che né Mamma Cristina né io concepiamo, per questo, lo spintone come “mezzo di comunicazione”.
Hai ragione Papilla, “non esiste che risolvano le loro dispute da bambini a spintoni”, ma se lo spintono fosse invece “una spintarella? Ecco, in quel caso, a volte, “esiste” che i bambini risolvano le loro dispute “a modo loro”.
Dato che partecipo poco a questo forum parteciperò sta volta in modo consistente.. Se qualcuno non ha più voglia di leggere non lo farà. 😀
Vorrei ricopiare qui sotto quello che avevo scritto commentando il post della nostra Nonna 2.0 che, secondo me, è perfettamente in linea con quanto scritto qui.
[i]“…. C’è una cosa che ho imparato da qualche tempo a questa parte ed è che i bambini e gli adulti non ragionano allo stesso modo. Voi direte: “ma vah, hai scoperto l’acqua calda!”.
Ma la cosa che ho imparato è quello deriva da questo concetto di base. I bambini litigano, si “menano” (con parsimonia!), urlano e strepitano. A volte si fanno anche male purtroppo. Ma poi dimenticano. Tornano a sorridere e ad essere amici tra loro come niente fosse successo.
Gli adulti no.
Gli adulti non dimenticano facilmente. A volte non dimenticano affatto. Gli adulti ricordano benissimo, soprattutto (purtroppo) quando le cose da ricordare sono negative. E non lo facciamo solo quando abbiamo dei figli. Lo facciamo sempre.
Impariamo a lasciar litigare i nostri bambini per loro conto. Tanto, loro… sanno dimenticare… e perdonare! E già che ci siamo… impariamo anche a capire e perdonare.. a volte, troppo spesso, ci dimentichiamo come si fa!
Ok, ho fatto un discorso che non va bene per tutti… chi ha bimbi di 2/3 anni che si menano per un monopattino ha ancora tutti i diritti di mettersi in mezzo.. ma ricordatevi di questo discorso quando di anni ne avranno 7/8… Vi assicuro che le scene saranno le stesse, i bambini discuteranno, urleranno e a volte alzeranno le mani. E anche allora ci saranno delle mamme pronte ad alzarsi dalla banchina, quella là, proprio al bordo del campo da calcio. Ricordatevi di stare calme, di stare a guardare, senza muovervi.
La domenica dopo i bambini giocheranno ancora insieme, col sorriso. Si cercheranno pure! Voi e quell’altra mamma, invece, non vi salutereste nemmeno più!….”[/i]
Chiedo ancora scusa per la lunghezza… ma siete un grandissimo spunto di riflessione per me che ancora ho molto da imparare e devo farlo “per forza”!
Care mamme,
immaginavo che avrei sollevato un vespaio con quello che ho scrito, ma ci sono cose che mi sembra abbiate frainteso e questo mi dispiace. Forse mi sono spiegata male o forse proprio non siamo della stessa idea. Vedo di rispiegarmi così capiamo quale delle due cose è.
Non volevo certo offendere nessun bimbo “sensibile” definendolo tale, anzi, ma è indubbio che certi bimbi siano più facili alla lacrima e altri meno. E a volte si tende a difendere sempre quello che piange solo perché piange. E non mi sembra giusto nemmeno questo.
Mi stupisce che qualcuna abbia potuto pensare che io ritenga giusto insegnare “l’arte dello spintone” ai bimbi. Ci mancherebbe! Dico solo di valutare bene le situazioni. Anche di fermare il combattimento se sta per finire male, ma di sgridare entrambi i bimbi se entrambi hanno preso parte alla “battaglia” e di non condannare sempre quello che piange meno perché può capitare che non pianga solo perché è più “rude” e non perché non abbia preso bottarelle… A volte uno spintone si vede molto più di due o tre pizzicotti o di una parola non proprio bella, grave a mio modo di vedere quanto lo spintone. A volte tutto è nato per gioco trasformandosi poi in qualcosa che gioco non è più magari più per uno che per l’altro… non so forse quando si ha a che fare con i maschi queste cose sono molto più all’ordine del giorno…
Tutto qui. Vorrei solo che tutte le mamme ragionassero come me in questo. A me dispiace moltissimo quando vedo il mio bimbo che “aggredisce” un altro bimbo, ma capita che non lo faccia per primo e capita anche che non lo faccia per niente nemmeno se attaccato a sua volta.. ma in un caso o nell’altro, o nell’altro ancora… non do ragione a mio figlio di default… guardo, vedo, valuto. Non tutte le mamme fanno così!
Care mamme, io credo che l’esortazione di mamma cristina sia ragionevole. spessimo i bambini che si mettono a piangere impetuosamente lo fanno perchè hanno imparato che la loro mamma accorrerà e li difenderà anche se hanno torto e se avevano cominciato loro. E’ chiaro che non è sempre così ma io che ho 2 femmine vi posso assicurare che sono molto più intelligenti e anche più furbe di quanto la favola dell’innocenza ci voglia far credere. non sono tutti uguali ma x esempio la mia piccola di 2 anni e 1 mese strappa di mano un gioco ad un altro bambino l’altro di quasi 3 anni ma che ancora non sa parlare bene e riesce a dire “quella bambina mi ha preso il gioco!” le dà uno spintone per comunicarle che non è d’accordo ed e arrabbiato per l’ingiustizia subita. chi ha ragione? Beh è chiaro che bisognerebbe dire nessuno dei due o forse tutti e due perchè anche la bimba non sa ancora dire”per favore mi presti il tuo gioco?”, però vi garantisco che non si tratta di violenza ma solo di comunicazione “fisica”, è capitato che la mia abbia risposto allo spintone restituendo il gioco e altre volte invece ululando in lacrime nella speranza di commuovermi e tirarmi dalla sua parte… ma la “discussione” tra bimbi 9 volte su 10 si risolve come se si fosse trattato di uno scambio di pensieri e tra loro si capiscono. Solo che capiscono anche che se c’è la mamma vicino e piangono forte potrebbero riuscire ad averla vinta loro sull’altro bambino… e qui una mamma disattenta produce danni specie se si tratta di conflitti tra fratelli, è va punito chi ha torto che non chi piange più forte.
D’altro canto io sto spiegando a mia figlia di 6 anni che se riceve uno spintone non deve rispondere uguale (lei lo farebbe senza esitazione, se è sicura di essere nel giusto) ma non deve neanche scappare a nascondersi, deve rivolgersi “all’autorità” del momento, se è a scuola la maestra, se è a casa la mamma, deve spiegarsi e chiedere giustizia, da adulta chiamerà la polizia! Questo perchè i problemi di oggi tra bambini dai 6 anni in su non sono sempre risolvibili tra pari come una volta. ci sono i bulli e ci sono mille altri problemi per cui è fondamentale secondo me che i bambini sappiano che non devono risovere le prepotenze da sè ma devono con fiducia rivolgersi agli adulti evitando sia di subire in silenzio sia di restituire le offese, di qualunque tipo siano.tra i 3 e i 5 anni credo ci debba essere comprensione e controllo in questa fase di passaggio dalla comunicazione non verbale a quella verbale. che ne dite ? Ho parlato troppo?
sono la mamma di uno di quei bambini che tu definisci “sensibili”.
Mio figlio ha 3 anni, è molto “agitato”, di quella agitazione che si traduce in corse sfrenate, salti, gare in bicicletta ed esplorazioni di ogni tipo.
Sono una di quelle mamme che “ciarla” con le altre, con la piccola adesso di 8 mesi più o meno in braccio, ma grazie al cielo non ciarlo di pannolini e pappe, forse ho avuto la fortuna di relazionarmi con mamme ugualmente complete.
Le mie antenne sono sempre all’erta, mai mio figlio si è fatto male o ha fatto male a qualcuno.
Mio figlio è sensibile da sempre, come dici tu, è uno di quelli che cerca l’incontro e non lo scontro, è uno di quelli che condivide e non strappa, è uno di quelli che si fa strappare, si fa picchiare, si fa strattonare, spintonare, urlare in faccia.
ERA così, perchè ho preso provvedimenti.
A un anno e mezzo l’ho mandato al nido senza che ce ne fosse la necessità (io lavoro 4 ore e ho una baby sitter) proprio per iniziare a lavorare sui lati del carattere che lo rendono “sensibile”.
Adesso mio figlio non si fa strappare più nulla, non si fa spintonare e non si fa urlare in faccia da quei bambini che gli urlavano, lo spintonavano e gli strappavano i giochi di mano allora come ora.
Noto con soddisfazione che gira alla larga oppure li stordisce di parole e sono quei bambini a girare alla larga completamente disorientati.
Anche io osservo i bambini e tendo a non intervenire ma trovo assolutamente fuori luogo il non intervenire da parte di madri con figli “tosti”, troppo facile, troppo comodo, legge della giungla a mio parere.
I figli si contengono, si instradano, si indirizzano e non gli si insegna a ragionare per categorie: tosti contro sensibili, così si ragionava nelle caverne.
Saluti.
Ciao,
forse sì, un pochino sadica lo sei, come dici tu!
Ho un figlio vivace, ma non nel senso di tuo figlio.
E’ vivace mentalmente, è attivo, ma non è mai stato un bimbo aggressivo che spintona e fa valere le sue ragioni “fisicamente”. Piuttosto cerca il dialogo anche quando dall’altra parte non c’è, e parlo di un bimbo di 3 anni!
Mi sono sempre preoccupata di educare mio figlio alla civile convivenza con gli altri bimbi, nel limite delle possibilità di un bimbo di tre anni, dandogli delle regole, insegnandogli come si puo’ star bene con gli altri bambini senza bisogno di alzar le mani e distruggere un attimo di gioco comune.
Mio figlio le ha prese, ma non le dà, e il bello è che comunque, anche quando resta vittima di un’ingiustizia, non piange a squarciagola per attirare la mia attenzione, fatta eccezione di quando gli fanno male fisicamente.
Un bimbo “tosto” che non viene redarguito nel momento in cui è aggressivo, prima o poi verrà allontanato dagli altri coetanei, e tutto questo, forse, perchè una madre resta a guardare e non lo riprende al momento giusto.
Sei sicura di fare bene? Sei sicura che avresti ancora un bimbo tanto “tosto” se tu non fossi intervenuta al momento giusto? Credi di essere coerente nel non correggere un bimbo di 4 anni? Coerente rispetto a chi, e a quale principio???
Ciao
Kikkina
Quanto è difficile fare la MAMMA!!!
Ho 3 bimbi anch’io e spesso al parco assisto alle scene descritte da mamma cristina dove i miei figli sono a volte anche protagonisti dei fatti (o malfatti?).
Una cosa che noto quando sono i miei a prendersele è che viene spontaneo chiedere? – Chi è stato? – oppure – La sua mamma (o la maestra) dov’era?-
Quando invece a prenderle sono gli altri è più facile giustificarsi -ma quel bimbo mi ha detto o mi ha fatto…-
Siamo umane e i nostri figli sono nostri pezzi di cuore…
Sarebbe sicuramente più corretto insegnare sempre ai nostri figli a non usare mai le mani, a porgere l’altra guancia, a non risultare “il solito piagnucolone”…
alle volte però, soprattutto all’inizio che frequentano parchi o asili, è quasi normale (PERDONATEMI L’AGGETTIVO) trovarsi in queste situazioni.
Con la prima bimba non ho mai avuto di questi problemi, ma la seconda alle volte sembra se le vada a cercare, ha un temperamento diverso ed un modo di comunicare altrettanto diverso… quindi mio marito ed io stiamo lavorando sodo per insegnarle che PICCHIANDO – URLANDO – PIANGENDO (nel senso di capriccI) non si ottiente nulla anzi si crea un effetto DOMINO.
Quindi cerchiamo di lavorare e costruire con lei [b]a casa [/b]e non al parco, essendo obiettivi perchè conosciamo i nostri figli anche se forse gli altri genitori ci possono giudicare negativamente o possono pensare che al parco pensiamo solo a chiacchierare (che è anche un confrontarsi per imparare e fare esperienze) con le altre mamme…
Grazie, Patty
I
Quando il mio nipotino si trova coinvolto in minipestaggi io guardo se i contendenti riescono a raggiungere un accordo da soli, in caso contrario lo prendo, lo faccio sedere vicino a me e gli spiego che quel modo di fare non è giocare!! e quindi può stare seduto un po’ fino a quando avrà voglia di giocare veramente.
Care mamme, leggendo i commenti mi compiaccio e mi complimento con tutte le mamme e con tutti i bambini, è bello sapere che quasi tutte hanno bimbi pacifici, ragionevoli, altruisti e che non fanno mai ricorso alle mani…
Poi mi reco all’asilo di mio figlio, che ha due anni e mezzo e osservo per qulche minuto i bambini durante i loro giochi e scopro che le cose non stanno proprio così…i bambini sono tutti diversi ma così simili tra loro per certe cose…scopro che anche il bimbo o la bimba “modello” elargisce morsi, spinte e graffi, ma non lo fa certo per cattiveria, questo è spesso il primo modo che i bambini usano per comunicare…sicuramente ci sono i bambini più tranquilli e altri più vivaci e irruenti ma non è detto che siano sempre questi ultimi ad essere i carnefici…
Questo per dire che condivido appieno mamma Cristina, in particolar modo quando parla della facilità con la quale si “etichettano” i bambini, prima di farlo bisognerebbe sapere quanto male faccia questo sia al bambino etichettato che al bambino “difeso” dalla mamma.
C’è un vecchio detto che dice “Ripeti a tuo figlio che è monello e quasi sicuramente crescerà monello”.
Inoltre vorrei rafforzare il concetto che non è sempre vero che quando un bambino di due o tre anni usa le mani è perchè lo vede fare o gli venga insegnato a casa!!!! E’ logico che se vedo mio figlio spintonare un altro lo sgrido e gli spiego che non và fatto ma questo non vuol dire che lui istantaneamente smetta di farlo…almeno, a casa mia dove non esistono robot, ma solo un bimbo umano e con una forte personalità, questo non sempre accade… Come in tutte le cose, ci và costanza, esempio e pazienza ma serve anche in chi si trova dall’altra parte, troppe volte vedo mamme iper apprensive che intervengono subito durante le piccole liti dei bambini attribuendo colpe o meriti, a mio parere è sbagliato e sono decisamente del partito del non-immediato intervento in modo che i bambini imparino a comunicare e gestire le proprie emozioni e le proprie frustrazioni da soli…
Mia figlia di un anno e mezzo quando incrocia un bambino (più grande , come lei, più piccolo) lancia il grido di battaglia (A-ga-ta) alza l’indice della mano destra e parte all’attacco! Morsica, tira i capelli, toglie i berretti, pizzica, insomma fa male, ma male davvero. Poi capisce che c’è qualche cosa che non va, che il bambino piange scappa e ha paura e lei rimane mortificata. Glielo spiego, cerco di contenere il suo entusiasmo e la sua voglia fisica di condividere ma è ancora un fiume in piena…sua figlia è aggressiva, quante volte me lo sono sentita dire…non credo che mia figlia sia aggressiva, cambierà, con altri bambini fisici come lei non succede che si facciano male. Ogni bambino è a se e ci sono temperamenti differenti ed equilibri da testare, mamme included!
Care mamme….mi sento in minoranza e d’accordo con Cristina. Il mio bimbo ha 2 anni e mezzo, è socievole, sino a un po’ di tempo fa non attaccava mai e nemmeno si difendeva e francamente questo mi dispiaceva. Io credo di avere ancora troppo pronunciato l’istinto di intervenire nelle liti al parco e lo ritengo non sempre corretto e cerco di frenarmi. Non si tratta di legge della giungla. I bambini sono cuccioli di uomo, non di animali e anche nei gruppi di bambini si possono affermare delle regole che organizzano la vita del gruppo per arrivare a degli equilibri. Un bimbo può trovare la sua strada solo se ha la possibilità di esprimere se stesso, con il pianto, con la rudezza, anche con la fisicità. Ovvio che noi genitori vigiliamo perchè nessuno si faccia male e interveniamo quando le regole non si riescono a stabilire, ma quante volte interveniamo troppo presto, privando i nostri figli del tempo necessario per trovare una loro via d’uscita? Sarà che ero una bambina troppo “contenuta” e frenata dai miei ma sono convinta che per affermarsi anche da grandi sia i bambini sensibili sino al pianto, sia quelli apparentemente rudi abbiano bisogno di confrontarsi con gli altri e con le conseguenze di ciò che fanno…..
Quindi, se ho capito bene, bisogna lasciare che se la sbrighino da soli?
Mia figlia è una “sensibile”, ma io preferisco definirla “non violenta” e già mi torna a casa piena di lividi dall’asilo, figuriamoci se non la consolo al parchetto!!!
L’unica volta che una nonna si è permessa di dire a mia figlia (dopo che suo nipote gliele aveva suonate): “la prossima volta dagli un calcio anche tu”, l’ho apostrofata dicendole che se il nipote picchia, spintona e schiaffeggia significa che lo vede fare a casa … e non dite che non è vero!!!
Ho visto bimbi e bimbe cercare di “picchiare” la mamma quando erano arrabbiati e alla mia domanda: “ma ti capita di dargli delle sculacciate?”, la risposta è sempre e solo si!!!
Noi siamo il loro esempio!!!
Un conto è essere vivace, un altro è divertirsi con calci e pugni …
Scrivo a distanza di mesi perchè solo ora mi è capitato di imbattermi in questo blog…Di solito, sono mediatrice per natura, ma leggendo le maggioranza delle risposte a mamma Cristina rimango perplessa…non capisco perchè le mamme dei cosiddetti figli “sensibili” si sentano quasi offese per l’aggettivo usato. Condivido l’osservazione di mamma Cristina. E’ vero: I bambini hanno temperamenti diversi e si relazionano in maniera diversa di fronte alle piccole difficoltà che si trovano ad affrontare e quindi, ogni bambino, deve trovare la sua strada personale per riuscire a risolvere i problemi dello stare in una collettività con un giusto equilibrio tra il fare da soli e l’avere l’aiuto dei genitori…Così come è altrettanto vero che ci sono genitori che poco controllano i loro figli ai giardinetti (di solito perchè sono più gandicelli) ed io le invidio da morire perchè mio figlio ha solo un anno e mezzo e lo devo ancora marcare ad uomo (e la cosa è sfiancante, soprattutto d’estate sotto il sole cocente) e ci sono mamme ch intervengono ad ogni sillaba pronunciata dal proprio pupo… Per quanto riguarda i morsi ed i pizzicotti, posso testimoniare che il colore della pelle del mio corpo ormai è violaceo e non mi rende affatto felice quando mio figlio mi dona in questa maniera “il suo affetto”. Lo sgrido, gli dico seria che non va bene, a volte lo seggo sul seggiolone per punizione nella speranza che a lungo andare capisca di far male. Ma sono anche consapevole che tale comportamento fa parte di una fase evolutiva. O forse qualcuno ritiene credibile che abbia imparato da me oservandomi in mezzo alla gente che mi relaziono mordendo e pizzicando? Certo, non tutti i bimbi mordono (e anche in questo caso invidio le loro mamme), ma allo stesso modo, ad esempio, non tutti i bimbi hanno imparato a camminare dopo aver gattonato. O mi volete dire che chi ha saltato questo passaggio è per colpa dei genitori che non camminano in giro per la strada a quattro zampe? :-)))
Mi sono imbattuta adesso in questo tema perchè la mia bambina di 3 anni comincia ad avere i primi problemi alla materna. Che la mia sia una bambina sensibile non c’è dubbio. Che io sia un pò dispiaciuta per questa sua caratteristica non c’è dubbio. Che lei debba imparare a gestire anche i suoi compagnucci più forti non c’è dubbio. Che però gli aggressivi debbano imparare ad essere meno maneschi e meno prepotenti non c’è dubbio alcuno!!!
Un bambino troppo sensibile sarà sempre vittima di un bambino forte e sarebbe utile che i genitori del bambino forte si rendessero conto di quanto può essere spiacevole per un bambino tranquillo (e non provocatore per vedersi poi aggredito… pensate che mente distorta dovrebbe avere un bambino di soli 2 o 3 anni per fare questo ragionamento….) vedersi spintonato, sberleffato, umiliato da un suo coetaneo! Insomma mamme dei bambini forti di carattere non crogiolatevi nella “transitoria fortuna” che avete (quante mamme tranquille che non prestano la minima attenzione ai propri figli mentre giocano, “tanto mio figlio non le prende… se mai le dà!!!”)!! Educate i vostri figli al rispetto degli altri cercando di seguirli e di capire perchè si comportano così. Sono bambini certo, hanno il loro carattere e non è giusto punirli. Bisognerebbe solo trovare il modo giusto per convogliare la forza che hanno verso altre cose e non verso gli altri bambini. Non credo ci sia una ricetta unica. Forse servirebbe solo un pò di buon senso da parte di mamme, papà, nonni, educatori? Quanto alla “transitoria fortuna” di chi ha bimbi belli forti…. io starei attenta: la troppa aggressività verso il prossimo, se non si impara a gestirla sin dalla tenerissima età, potrebbe portare a risvolti meno fortunati in età adulta.
Ciao a tutte
Mi trovo proprio stasera in una situazione analoga… Mio figlio ha spintonato un altro bimbo facendolo cadere, e non è la prima volta. Le ho provate tutte, noi stiamo spesso insieme tra famiglie, e mi rendo conto che loro proprio non si sopportano!!!
Solo con lui reagisce male, molto male, forse perché comunicano poco (l’altro parla poco e male ancora).
Non so più che fare, ma credo che al momento l’unica soluzione sia tenerli divisi.
Parlo di un bimbo di tre anni (il mio) e l’altro di 4 mesi più piccolo.
Comunque condivido ciò che ha scritto cristina.
A tutti da fastidio che il proprio figlio venga “catalogato” tra i maneschi o altro… Ma è vero che
Ci sono quelli più lagnosi e quelli meno!
Mio figlio le da e le prende, abbraccia e allontana… Non riesco a trovargli una collocazione… So solo che bisogna capire che Anche loro hanno le proprie simpatie ed antipatie.
Dovremmo ascoltarli, spiegare li cosa non è giusto fare, ma non cercare di farli diventare soldatini perfetti solo perché agli occhi degli altri facciano bella figura. Analizziamo cosa succede.
Ciao a tutte e grazie x lo sfogo.
Sì, conoscevo una madre che stava a guardare finché il figlio non ricevette uno spinta innocente, in risposta alla sua, che lo fece andare a sbattere sul taglio della bordura di un’aiuola. Quel bambino rischiò grosso per mano di un coetaneo sensibile, stanco di farsi consolare dalla mamma. Però le conseguenze di gesti violenti non sono mai messe in conto. Mi pare un po’ ipocrita segnalare l’eccessiva razionalità degli altri rispetto alla propria incapacità di contenere i figli. Insomma, come spiegate che spingere in un prato è diverso da spingere su uno scivolo, oppure che mordere un braccio non è come mordere tra lo zigomo ed il sopracciglio? Davvero riuscite a far capire che esiste una violenza di serie A lecita e tacitamente riconosciuta perché “Son bimbi, che vuoi farci…” ed una di serie B da condannare comunque? E, di grazia, quale metro usate per tracciare questo sottilissimo confine, voi che siete giammai capaci di riconoscere ciò che non si fa a prescindere? Mi spiace per la veemenza, ma, sul serio, tollerare botte, spintoni e angherie fisiche è incivile oltre che umanamente pericoloso. Normale sarebbe qualche dispetto, qualche urla di troppo semmai, on la prepotenza naturalmente. Ancora, che vuol dire “particolarmente sensibile? Se piango per una spinta, un calcio, uno schiaffo è perché sono di carne, mi faccio male: si chiama dolore non ipersensibilità. E quale sarebbe lo spintonaggio alla pari? C’è sempre qualcuno che comincia, che sia il nostro o il loro poco importa: va ripreso subito. Insegnamo piuttosto a tenderle ‘ste mani invece che a menarle per aria.
Condivido al 100% il tuo pensiero…potrebbe essere scritto da me…mamma anche io di un bimbo di 3 anni vivace, curioso e manesco.
Io credo che dividere i bambini tra maneschi e non, sia inutile, come noi adulti i bambini provano emozioni di volta in volta diverse e reagiscono di conseguenza in maniera diversa! Dalla mia esperienza di educatrice condivido l’idea che non sempre chi piange più forte sia la vittima, perché un sacco di volte mi è capitato di osservarli mentre giocano e vedere bambini reagire con la violenza dopo continui “attacchi” di altri, anche solo verbali. Non esiste violenza di serie A o di serie B secondo me, anche quella verbale (verso cui io sono particolarmente severa perché la si sottovaluta) è sempre violenza. La rabbia è un sentimento come gli altri e deve essere espressa, ma è necessario trovare il giusto modo per incanalarla. E’ facile? Ci sono ricette ad hoc? No, perché ogni bambino è diverso da un altro. Io personalmente quando vedo due bambini litigare cerco per quanto possibile di non intervenire, ma dopo provo a trovare il giusto momento per parlarne con loro, insieme e singolarmente partendo da quello che sentono. Cosa è successo? Come ti sei sentito tu? Come pensi che sia sentito il tuo amico/compagno? Verbalizzare le proprie emozioni, secondo me aiuta a comprendere e a gestire i propri sentimenti e i propri comportamenti. Sicuramente con i bimbi più piccoli è più complesso e i veri alleati sono il tempo e le esperienze che aiutano a prendere le misure con il mondo che ci circonda e ad autoregolarci. Spesso però – e questa cosa mi dà da pensare – sono molto meno violente le liti che nascono tra i bambini, che non quelle che si creano poi tra i genitori, che a volte mi sembrano più impegnati a trovare colpevoli che non soluzioni, avete anche voi questa sensazione? Allora mi chiedo, come possiamo insegnare ai bambini la non violenza quando siamo noi adulti spesso a non saperci confrontare con educazione e civiltà? So bene che non è vero che i bambini che tendono a usare le mani sono necessariamente bambini che vivono e vedono atti di violenza, ma forse dovremmo pensare di più ai modelli che offriamo loro, che credetemi, contano eccome!
Io ho un bimbo di 20 mesi..ben piazzato,vivace,irruento e per niente remissivo..tant’è che spesso e volentieri,specialmente con altri maschi, si azzuffa e se gli viene fatto un torto reagisce sempre e spesso con le mani.
Non so come arginare questo problema,ma sono come evitare gli sguardi accusatori di mamme/nonne al parchetto..non lo porto più!
Frequenta l’asilo e già quello gli permette di avere contatto con i bambini,all’asilo è socievole e tranquillo quindi quando siamo a casa trovo qualcosa di diverso da fargli fare,tipo la piscina o un bel giardino senza giochi in cui si può scatenare col pallone!
Non tollero che delle menti chiuse etichettino mio figlio come manesco e maleducato solo perché capita nell’arco di 1 ora che bisticci con un bimbo.
Questo per dire che nelle dinamiche dei bambini si inseriscono troppo spesso i genitori/nonni a sparare sentenze inappropriate solo perché ritengono di avere un piccolo Lord fra le mani (magari quando non ci sono le combina pure di peggio).
Io so di avere un maschiaccio,agitato,irruento,a volte manesco da gestire ma è anche estremamente dolce,simpatico e di compagnia e non voglio dimenticarmelo solo per qualche sguardo fuori luogo.