È pericoloso vaccinare i bambini? - Mammeacrobate

Sapevate che il 20% dei genitori italiani è indeciso o contrario sulla scelta di vaccinare o meno i propri bambini?

I motivi di questa diffidenza? Tra i contrari il 39% crede che i bambini vaccinati siano più cagionevoli e più esposti alle allergie, il 41% che si tratti solo di un business a vantaggio delle cause farmaceutiche, mentre il 56% teme gli effetti collaterali.

La conseguenza di questi dubbi è che nel nostro Paese si è verificato un calo del 25% delle vaccinazioni contro malattie come il morbillo e la rosolia, in forte aumento non solo da noi, ma anche nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti, tanto da far parlare nel corso della scorsa estate di un vero e proprio “allarme morbillo”.

Sin dalla loro scoperta, i vaccini sono stati  visti come l’unico strumento in grado di controllare le infezioni, anche mortali, con effetti positivi sulla qualità e sulla speranza di vita. Ancora oggi sono in molti a sostenerne l’efficacia, nella comunità scientifica così come tra l’opinione pubblica.

Di contro, sono molte anche le voci a sfavore, così come i genitori  che decidono di non vaccinare i propri  figli, preoccupati soprattutto dei possibili legami con una patologia su cui ancora ci sono molte ombre, l’autismo.

Da dove nasce questa paura? Perché si pensa che una delle possibili cause di questo disturbo siano proprio i vaccini?

Lo scorso 9 settembre, siamo state alla Fondazione Veronesi all’incontro “Vaccini: strumenti di prevenzione per una scelta consapevole”, dove tra i vari temi, si è discusso anche di questo.

I movimenti antivaccini sono sempre esistiti, denunciando nel corso dei secoli la loro correlazione con varie patologie cerebrali, neurologiche ultima delle quali l’autismo. Con l’avvento di internet poi, questi movimenti si sono diffusi su larga scala, generando un dibattito globale.

Questo allarme – falso secondo la comunità scientifica – è stato alimentato da un articolo pubblicato  nel 1998 dal medico britannico Andrew Wakefield sulla rivista Lancet, che metteva in relazione l’autismo con il vaccino trivalente contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MPR), consigliando alle famiglie di non vaccinare.

Dopo la pubblicazione, il Medical Research Council Panel nominato dal governo, inizia a effettuare delle ricerche, non trovando però  basi empiriche alle affermazioni di Wakefield e dando origine a vari gli studi che smentiscono un legame causa-effetto tra vaccini e autismo.

Un’inchiesta giornalistica del 2004 poi, porta alla luce alcuni dati che danno da pensare. Si scoprì infatti che Wakefield aveva ricevuto per la sua ricerca oltre 55.000 sterline da un genitore di un bambino autistico, avvocato, che voleva far causa alle case farmaceutiche a titolo di risarcimento.  Inoltre Wakefiled, l’anno prima della sua pubblicazione, aveva depositato un brevetto per la produzione dei singoli vaccini monovalenti, lo stesso tipo consigliato alle famiglie.

Quando poi venne alla luce che gli esami erano stati fatti in laboratori non a norma, senza controlli e senza approvazione del comitato etico, Wakefiel venne radiato dall’albo dei medici e anche il Lancet, nel 2010, ritirò ufficialmente l’articolo.

Secondo molti studiosi “correlation is not causation”, vale a dire che non c’è nessuna prova scientifica della correlazione tra autismo e vaccinazioni. Varie ricerche sostengono l’idea che l’autismo con tutta probabilità si origina nel grembo materno durante lo sviluppo del sistema nervoso centrale, per cause ormonali, genetiche o epigenetiche e che i sintomi si manifestano solo intorno ai 2-3 anni, lo stesso periodo in cui avviene la somministrazione del vaccino. Da qui la paura  e – il comprensibile – bisogno di identificare un “colpevole esterno” per far fronte a una situazione dolorosa e davvero difficile da gestire.

Un caso? Questo noi non abbiamo gli strumenti né  le competenze per giudicarlo. Quello che pensiamo però  è che per fare scelte consapevole, è necessario  informarsi in maniera approfondita, verificando l’attendibilità dei dati, confrontandosi sempre con chi è competente in materia, basandosi su fonti autorevoli.

Ma soprattutto, è necessario creare un ponte tra la comunità scientifica e le famiglie, mettersi a disposizione dei genitori, informarli sull’impatto reale di alcune malattie e sui rischi che comportano, sul funzionamento dei vaccini, sui possibili effetti collaterali, se occorre vaccinare sempre o solo in alcuni casi.

Mettere in atto un processo partecipativo che sia trasparente, che preveda un coinvolgimento diretto delle famiglie nelle decisioni di sanità pubblica, per renderli davvero protagonisti  di una questione che riguarda loro per primi e davvero liberi di scegliere.

Voi cosa ne pensate?

 

Fonti:
Fondazione Veronesi, Vaccini e Vaccinazioni. Perché sì. Le risposte della scienza
Chiara Segré, Chi ha paura dei vaccini? Presentazione incontro Vaccini: strumenti di prevenzione per una scelta consapevole, 9 settembre 2014.

photo credit: sanofi-pasteur via photopin cc

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

2 Comments

  1. federica

    ciao,
    sono la mamma di un bimbo di quasi due anni felicemente NON vaccinato. E’stata una decisione non facile in tutti i sensi e per prenderla io e mio marito ci siamo ben documentati leggendo una serie di libri, tra cui segnalo del dr. Roberto Gava, Le vaccinazioni pediatriche, un libro fondamentale anche per tutti i genitori decisi a vaccinare. Questa scelta deve essere tassativamente fatta in modo consapevole, così come quella di non vaccinare.Bisogna dimostrare alle autorità sanitarie che si è genitori informati e se si decide di non procedere si sostiene un colloquio con la ASL per spiegare le proprie ragioni e si evitano coinvolgimenti di eventuali servizi sociali proprio mandando una raccomandata fatta seguire da un colloquio in sede, questo almeno in Emilia Romagna, la nostra regione.Tengo a sottolineare che anche i genitori che sono i più convinti siostenitori della vaccinazione dovrebbero documentarsi un po’ di più: sapete quali farmac inietteranno a vostro figlio? avete mai visto il foglio illustrativo di uno di questi? non avete la curiosità di sapere cosa gli verrà somministrato? il ministero della sanità non ci formìnisce queste informazioni, ma ci manda a casa un foglio con la convocazione al primo appuntamento quando vostro figlio ha a mala pena tre mesi di vita, spiegando unicamente i pro della vaccinazine e null’altro, però, guarda caso, prima di vaccinare il bambino i genitori devono firmare un foglio in cui sollevano le autorità da qualsiasi eventuale responsabilità qualora dovesse succedere qualcosa al bimbo dopo la vaccinazione, non avete la curiosità di sapere perchè?
    Non sono tanto i vaccini ad essere pericolosi ma le sostanza attivanti presenti nel composto, quali (ora non più pare, mercurio – agente che può scatenare, laddove ci siano bambini già predisposti, l’autismo) la formaldeide, alluminio etc…
    Queste sostanze sono dannose, ma soprattutto senza arrivare all’autismo sono spesso responsabili di allergie e patologie a carico dell’apparato respiratorio che si svilupperanno nel bambino in età più avanzata. Io vaccinerò mio figlio quest’anno per la polio, la pertosse e il tetano, poichè abbiamo aprreso che la cosa molto importante è effettuare le vaccinazioni quando il sistema immunitario del bimbo è completo, ovvero almeno dopo l’anno e non intervenire drasticamente sul suo sviluppo quando si sta costruendo cioè a partire dai tre mesi di vita…. è folle, cosi come è folle vaccinare a mio avviso contro le malattie esantematiche che tutti noi genitori, o quasi, abbiamo fatto e siamo sopravvisuti, sono fondamenmtali per lo sviluppo del sistema immunitario del bambino, il nostro pediatra dice che sono la manna dal cielo e vengono in età infantile proprio per “allenare” l’organismo del bimbo a sconfiggere il batterio o il virus che sia e rafforzarsi.
    cari genitori, informatevi e scegliete liberamente per il bene di vostro figlio.
    Spero di poter essere stata utile a fare un po’ di chiarezza e non dimenticate GAVA !
    saluti
    federica

  2. Elisa Capuano

    Ciao Federica, grazie per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza. Sono assolutamente d’accordo con te sul fatto che qualunque sia la scelta – di vaccinare i propri bambini o meno – debba essere fatta consapevolmente, dopo essersi adeguatamente informati da fonti autorevoli e soprattutto competenti, in piena trasparenza. Come sottolineavo nell’articolo, quando parlavo di processo partecipativo intendevo proprio la necessità di coinvolgere i genitori nel dibattito e farli diventare veri protagonisti delle decisioni che prendono, perché un genitore ha il diritto – ma anche il dovere – di conoscere tutti i dettagli, come dici tu: cosa c’è dentro, quali sono le possibili conseguenze, gli effetti collaterali, ma anche di valutare bene rischi-benefici legati a determinate malattie che a volte sottovalutiamo ma che invece portano con sé minacce anche gravi, come il morbillo per esempio, che nel mondo resta una delle 6 malattie killer dell’infanzia. Come in tutte le cose credo sia importante valutare ogni aspetto, i pro e i contro e sopratutto che ci sia un dibattito costruttivo, in cui scambiare le proprie idee senza però avere la pretesa che siano verità assolute, proprio come stai facendo tu, portando le tue conoscenze, quanto hai avuto modo di apprendere e mettendolo a disposizione degli altri. A volte ho la sensazione che ci sono temi che scatenano polemiche sterili che, anziché fare chiarezza e aiutare i genitori, creano ancora più confusione e schieramenti, secondo me, inutili. Grazie ancora!