Una storia di lavoro, famiglia e organizzazione: Anna, mamma e manager - Mammeacrobate

Intervista ad Anna

Quello della conciliazione tra impegno lavorativo e familiare è, come sappiamo, un tema quanto mai attuale e spinoso. Oggi vogliamo raccontarvi la storia di una donna che con questa questione si confronta ogni giorno, barcamenandosi tra casa, famiglia e un lavoro molto impegnativo. E’ la storia di Anna, mamma e manager.

 

 

Raccontaci di te: chi e’ Anna?


Anna e’ una mamma che lavora molto, col titolo di “National & Sharing Agreement Manager”, per una multinazionale dinamica e competitiva sul mercato delle telecomunicazioni.

Trascorre le 10-11 ore in ufficio risucchiata da mille attivita’ professionali per poi tornare a casa la sera, “spremuta come un limone”, cercando di trovare ancora risorse per la famiglia: ovvero  la sua bambina che l’aspetta a casa,  il marito che lavora a Roma e fa il pendolare ogni week-end sulla tratta RM-MI e mamma e fratelli che si trovano sparsi tra la Sicilia e il Piemonte.

Tipicamente cosi’, i 50 min. di macchina al rientro da lavoro sono il prezioso slot per riprendere il contatto, almeno telefonico, con il mondo degli affetti….

 


Come e’ composta la tua famiglia?


La mia famiglia e’ composta da me, mio marito e la mia cucciola, che a luglio compie otto anni. A Milano ci sono solo i suoceri, mentre la mia famiglia e’ un po’ sparsa fra la Sicilia e l’interland torinese.

 

 

Riesci a conciliare lavoro e famiglia? Come?


Conciliare lavoro e famiglia e’ oramai la sfida piu’ difficile per tutte le donne che lavorano ed io non penso, in tal senso, di rappresentare un’eccezione.

 

Devo dire che, oltre alla buona e famigerata “organizzazione”, di cui a volte finiamo per abusare ( il massimo del lusso per me sarebbe quello dell’improvvisazione), mi sono di grandissimo aiuto la mia tata tuttofare, che e’ praticamente anche lei una di famiglia, e l’intraprendenza e maturita’ di mia figlia (penserete che “ogni scarrafone e’ bello a mamma sua”) che e’ in grado di gestire con assoluta padronanza situazioni complesse per altri bambini della sua eta’ : si organizza con i genitori delle sue amiche per incontrarsi dopo scuola a giocare, trova mille stimoli alla sua creativita’ e poi mi fa trovare al rientro tutti i  lavoretti che ha realizzato con l’aiuto della tata, mangia praticamente tutto “senza troppe storie” (questa e’ una delle mie frasi ricorrenti…), non fa troppe richieste, e, ringraziando il cielo, gode di ottima salute, il che non e’ poco, da mamma apprensiva quale sono.

 

In tutto questo io faccio una discreta regia da remoto, sentendo le altre mamme (che mi sembrano tutte piu’ presenti e libere di me! ), allineandomi con il papa’ su quanto necessita anche del suo diretto intervento, comprando il necessario per i vari  lavoretti e riempiendola di coccole la sera sul divano prima che crolli nel sonno.

 

Oltre ovviamente alle presenze irrinunciabili ai vari saggi o appuntamenti scolastici che sembrano tutti pensati, visti gli orari, per mamme che non lavorano o che hanno la fortuna di fare le “signore bon ton”… ma ce la facciamo comunque, barcamenandoci fra permessi, riunioni fatte al telefono mentre corri a scuola e lavoro che poi recuperi a casa la sera dopo che si e’ addormentata.

Il weekend riusciamo a goderci  la reciproca presenza con meno fatica, anche se diventano le 48 ore piu’ dense di impegni dell’intera settimana, visto che sono gli unici giorni in cui puoi portarla in macchina al corso di pattinaggio o in piscina o al cinema o al mc donalds, questi ultimi due riservati al papa’, cinefilo ed estimatore del cibo malsano, o alle feste di compleanno, sempre dopo essere riuscita ad organizzarmi anticipatamente per procurare il regalino “giusto”.

 

A volte riesco anche ad avere un paio d’ore tutte per me (come in questo momento) perche’ gli altri due sono dai suoceri a farsi coccolare… Che lusso! E che invidia … lo farei anch’io se avessi qua i miei cari!

 

 

Com’è vista in azienda una mamma manager?


La mia azienda non fa distinzioni di sesso per la carriera dei suoi dipendenti.

Piuttosto sono l’impegno e la dedizione che devi riservare al lavoro che diventano discriminanti.

Nel senso che “tradizionalmente” e’ piu’ probabile che una mamma abbia qualche incombenza  familiare (e qualche senso di colpa) in piu’ dei papa’ e che quindi, a parita’ di merito e di ruolo, viva la responsabilita’ lavorativa con anche qualche mal di pancia e qualche sacrificio in piu’.

 

Per contro, non so se sia fino in fondo valorizzato il fatto che una mamma manager, proprio per la compresenza dei due ruoli altrettanto impegnativi, ha una marcia in piu’. Il che e’ assolutamente utile anche in ufficio per trovare mille soluzioni, conciliare fra situazioni conflittuali ed organizzare attivita’ disparate…tutte cose che qualunque mamma si trova abitualmente a fare. Certo, li’ si tratta di bambini…ma in fondo forse non c’e troppa differenza.

 

Intervista ad AnnaSei diventata manager prima o dopo avere avuto i tuoi figli? Come hanno vissuto le tue gravidanze al lavoro?


Sono diventata manager dopo la mia gravidanza, nonostante al mio rientro le mie precedenti attivita’ fossero state ricollocate ad altri che non avevano alcuna intenzione di rendermele, innanzitutto grazie alla mia intraprendenza che mi ha fatto ricominciare  da capo su altre sfide ed altri ambiti.

 

E poi grazie ad un capo illuminato, una vera rarita’, che ha creduto in me e mi ha aiutata, come un vero coach dovrebbe fare (ed oggi I corsi sul coaching si sprecano) a tirare fuori il meglio di me, rendendo il lavoro cosi’ stimolante e gratificante che il fatto che fossi appena rientrata dalla maternita’ non e’ stato per nessuno un elemento condizionante.

 

Per me semmai  lo e’ stato in positivo! Per il resto, grazie anche al fatto che sono stata aiutata in casa e che la mia cucciola non e’ stata per nulla difficile da gestire (pochi malanni e di quelli “necessari”), per la mia azienda e’ stato del tutto trasparente il mio ruolo di mamma: certamente le foto di mia figlia nell’ufficio e la sua presenza allegra e gioiosa nel giorno in cui viene organizzata la festa aziendale con i bambini dei dipendenti sono la testimonianza tangibile anche per capi e colleghi che lei c’e’, eccome!

 


La tua azienda adotta delle politiche di sostegno ai genitori (es. orari flessibili, progetti speciali, bonus o altro)?


La mia azienda ha certamente dei buoni intendimenti per non discriminare le mamme lavoratrici, che sono anche numericamente una fetta notevole, ed ha messo in campo anche progetti, quale quello degli asili aziendali, che vanno in questa direzione.

Quello degli orari flessibili invece non e’ ancora un tema sviscerato e sdoganato, se non per le mamme dei call center, cosi’ come non sono a conoscenza di bonus o progetti speciali destinati alle mamme manager. Magari sono gia’ in cantiere e ci stupiranno a breve con effetti speciali!

Ritengo infatti comunque che la mia azienda, rispetto al contesto economico e sociale in cui opera, sia particolarmente sensibile a tematiche sociali e di wellbeing come quelle connesse alla maternita’.

 


In base alla tua esperienza credi che conciliare felicemente famiglia e lavoro sia un’impresa possibile?


Sulla base della mia esperienza, penso che conciliare lavoro e famiglia sia certamente un’impresa possibile, soprattutto se c’e’ una famiglia che ti sostiene e ti da’ fiducia e quel pizzico di serenita’ che ti permette di vincere i sensi di colpa, che crescono man mano che realizzi che nessuno puo’ renderti il tempo che non trascorri con i tuoi figli.

Non e’ un’impresa facile (devi volerlo e impegnarti molto) ne’ naturale… spesso la natura ti direbbe di uscire al termine dell’orario di lavoro e correre da tua figlia, senza avere la pretesa di avere concluso le infinite priorita’ che ti sei data per quella gornata e che sono degne dell’agenda di wonder woman.

Se poi non ti fissassero le riunioni dopo le 18:00 sarebbe piu’ semplice non sentirsi combattute tra lavoro e famiglia. Forse le mie colleghe piu’ brave di me riescono ad organizzarsi meglio e a vivere il tutto con piu’ leggerezza… si potra’ dire qualche sano “no” e declinare qualche meeting di troppo!? Per me questa e’ ancora una meta da raggiungere… ma ci sto lavorando.

Quale consiglio ti sentiresti di dare alle mamme che vivono questa situazione con qualche difficoltà?

 

Alle mamme che vivono questo binomio famiglia-lavoro con qualche difficolta’ direi di avere fiducia in loro stesse, in quanto tutte noi mamme siamo sulla stessa barca (e quelle che sembrano molto piu’ disinvolte spesso fingono) e possiamo farcela.

 

Come? Delegando un po’ di piu’ ai papa’, quando ci sono; sfruttando al lavoro quelle doti di problem solving, spirito di osservazione e praticita’ che le mamme sono costrette a sviluppare in larga misura e che possono diventare il loro tratto distintivo; settando sin dall’inizio quelle poche regole per concentrarsi al massimo al lavoro ma staccare completamente l’interruttore quando si e’ a casa, in modo che il poco tempo per godere della presenza dei bambini sia totalmente dedicato a loro e a noi.

Inoltre, trovo che sia estremamente utile il link con le altre mamme, anche via mail durante la giornata, in quanto sono fonti straordinarie di suggerimenti, idee, aiuti e possono supportare anche in piccole cose pratiche che pero’ sono estremamente importanti per i bambini.

 

Per il resto, non mi sento proprio nel ruolo di dispensatrice di consigli: anch’io ho tanto da imparare su come conciliare vita e lavoro….ma da qui alla pensione c’e’ veramente tanto tempo….ora piu’ che mai!

E nel frattempo saranno anche i nostri figli a darci qualche lezione!

 

 

Foto tratte da Google



Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

4 Comments

    • Mammeacrobate

      Messaggio da parte di Anna:

      “Ciao, lavoro per la sede italiana di una societa’ multinazionale”

  1. Francesca

    Grazie per aver pubblicato finalmente una storia di una mamma acrobata in cui mi identifico e soprattutto per aver trasmesso il messaggio che non é sempre necessario rinunciare al lavoro ed alla carriera per poter essere anche madre e che non tutti i datori di lavori sono “orchi cattivi” con le mamme lavoratrici. Complimenti ad Anna per la sua bella storia, tra le righe si legge il suo entusiasmo per il lavoro che svolge, un esempio da tenere presente per le mamme che vogliono arrendersi!

  2. CIAO ANNA ,MAMMA ACROBATA
    INANZI TUTTO GRAZIE MILLE PER AVERMI DATO QUELLO SPIRAGLIO DI POSITIVIT’ CHE MI MANCAVA E DI CUI NECESSITERO’ I PROX 5 GIORNI …. IL MIO BIMBO HA APPENA 4 MESI E MEZZI ED IO PER NECESSITA’ E PER SODDDISAFZIONE PERSONALE HO DECISO DI TORNRE PRIMA AL LAVORO. FIN ORA MI SENTIVO TANTO CONVINTA ALL IDEA MA PIU SI AVVICINA IL GIORNO DI INIZIO E PIU’ LE MIE INSICUREZZE DIVENTANO ENORMI!!!!!!! EJJEJEJJEJ
    E’ STATO BELLO LEGGERTI E ADDIDRITTURA FOTOGRAFARTI PER RIUTILIZZARE LA TUA ESPERIENZA NEI FUTURI MOMENTI DI SCONFORTO!!!!!! GRAZIE MILLEEEEEEEEEEEEEEEEEE