Meglio lasciarsi o stare insieme per i figli?

 “Restiamo insieme solo perché abbiamo un figlio…”

“Siete degli irresponsabili se vi separate, perché avete un figlio…”.

Quante volte si sentono queste frasi. Le ripete a se stesso il coniuge – seppure infelice e insoddisfatto – e se le sentono ripetere coppie di genitori che hanno deciso di separarsi e che quasi si sentono in dovere di “giustificare” la loro scelta…

Ma,  restare insieme perché si ha un figlio, è davvero un bene?

Certo, è innegabile che ogni bambino meriterebbe di crescere in una famiglia unita e felice, come quelle delle pubblicità.

Ma se, invece, la comunicazione tra i genitori è assente o – peggio – violenta, se invece del caldo degli abbracci e dei baci scende il gelo dell’indifferenza, se non si riescono a tenere i bambini fuori da scenate e discussioni, se il clima è sempre teso o se non ci si ama più?

M. era una bambina con una grande passione: il disegno. Mi è capitato di osservare decine di suoi disegni raffiguranti la sua famiglia e in nessuno – dico NESSUNO – era presente suo padre.

Non voglio impegolarmi in un’analisi che non mi compete, ma non ho potuto fare a meno di rimanere colpita da questa assenza così pesante. I genitori di M. erano sposati, ma “separati in casa”.

Avevano deciso di non passare alle vie legali, “per il bene della figlia”.

Non essendo una reale coppia e non potendo né riuscendo a fingere di esserlo, però, si evitavano, si parlavano solo a monosillabi o per scambiarsi informazioni di servizio, ma mai un gesto di affetto, mai una situazione giocosa che li vedeva tutti e tre ridere e scherzare.

Si sforzavano di non litigare in pubblico e di apparire una famiglia “normale”, ma M. aveva dentro un forte senso di rabbia, si sentiva rifiutata, non capiva bene cosa succedesse e – in presenza dei genitori – non riusciva a rilassarsi, perché viveva in uno stato di tensione e disagio.

Non sono la fede al dito o la residenza scritta sui documenti a fare felice un bambino…

Non è così facile. Genitori infelici, insoddisfatti e frustrati faticano anche ad avere pazienza o a giocare e prestare ai figli l’attenzione che meriterebbero.

La separazione dei genitori crea danni ai figli?

Dando per scontato che la separazione – così come il matrimonio – sia frutto di una decisione consapevole e matura, voglio sottolineare che non è la separazione in sé ad essere dannosa. Certo, implica cambiamenti notevoli e i cambiamenti possono scombussolare, spaventare, sconvolgere, traumatizzare.

Ad essere, però, davvero dannose sono la cattiva gestione della separazione e la mancanza di una serena comunicazione tra i genitori e tra i genitori e i figli.

La separazione non pregiudica necessariamente il rapporto che i figli hanno con i genitori. Il benessere dei figli non è legato tanto all’avere dei genitori che stanno insieme o sono separati, ma alla qualità delle relazioni familiari.

Di cosa hanno bisogno i figli?

  • Risposte. Si dice che i bambini – anche piccoli – abbiano delle “antenne” per captare ciò che succede attorno a loro. Se noi adulti non raccontiamo loro cosa accade in famiglia e non rispondiamo ai loro dubbi, i bambini si racconteranno una loro verità, che rischia di essere anche molto distante dalla realtà. Spesso, capita che i figli si sentano responsabili della separazione o dell’infelicità dei propri genitori, proprio perché non comprendono bene ciò che accade. Ecco perché i genitori – possibilmente insieme – dovrebbero sempre spiegare e anticipare situazioni ed eventuali cambiamenti.
  • Serenità. Pensare ai propri figli deve essere una priorità, ma – paradossalmente – pensare ai propri figli significa pensare anche a se stessi e al proprio benessere individuale e di coppia. Il clima in casa non può essere sereno se i genitori non sono sereni.
  • Stabilità. Nonostante i cambiamenti, bisogna cercare di non far perdere a bambini e ragazzi i propri punti di riferimento e la fiducia nei propri genitori. Ci si separa dal coniuge, non dai figli e va detto e ripetuto sempre ai figli che l’amore per loro non è mai messo in discussione.
  • Essere tenuti fuori. I figli non vanno coinvolti nelle discussioni tra i genitori, non vanno usati come tramite, né come arma di ricatto. Vanno tenuti informati, ma in modo adatto alla loro età e maturità e anche un pessimo partner non andrebbe mai sminuito agli occhi del figlio nel proprio ruolo di genitore.

E allora? Bisogna separarsi o restare insieme “per il bene dei figli”?

Purtroppo, non esiste una risposta valida in assoluto. Per capire cosa fare, bisogna riuscire a valutare la propria situazione familiare e di coppia con obiettività e serenità, magari anche con l’aiuto di un professionista.

La priorità non deve essere restare insieme, ma permettere ai figli di crescere sereni. Bisogna fare attenzione che il “bene” dei figli non diventi un alibi, una scusa per non accettare un fallimento, per non compiere un salto verso l’ignoto, a cui sono legate difficoltà e paure di ogni tipo, responsabilità, sensi di colpa, stravolgimenti, giudizi – e pregiudizi – degli altri.

Forse può aiutare chiedersi cosa renderebbe i nostri figli orgogliosi di noi e quali valori e quali modelli di relazioni di coppia e di famiglia vorremmo trasmettere loro.

Letture consigliate:
Oliverio Ferraris Anna, Dai figli non si divorzia: separarsi e rimanere buoni genitori, Rizzoli, 2005

photo credit: iStock/Ridofranz

 

 

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

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